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      Dipendenti Calpark infuriati: la Regione Calabria, unica in Italia, ci ha abbandonato

       

      Calpark

       

      Dipendenti Calpark infuriati: la Regione Calabria, unica in Italia, ci ha abbandonato

      09 feb 18 Mentre in tutta Italia, e nel mondo, si tutela l'innovazione incentivando i parchi tecnologici, in Calabria avviene il contrario. Calpark, realtà innovativa e fiore all'occhiello di una intera regione, viene abbandonata da chi avrebbe dovuto incentivarla e tutelarla: la Regione Calabria. Questo in sintesi il succo di quanto denunciano i dipendenti nella nota che pubblichiamo: "I dipendenti del Parco scientifico e Tecnologico della Calabria e le O.O.S.S. FIOM CGIL e FIM CISL denunciano all’opinione pubblica la crisi in cui versa il Consorzio ormai da oltre un anno e mezzo. Già dalla fine del 2016 è iniziato il ricorso ad ammortizzatori sociali che hanno visto I dipendenti affrontare pesanti sacrifici. Attualmente, il perdurare della situazione di crisi ha determinato forti ritardi nella corresponsione delle retribuzioni, aggravando una situazione già sensibilmente compromessa". A denunciarlo in una nota i dipendenti le OO.SS. territoriali FIOM-CGIL e FIM-CISL. "Il Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria (CALPARK) -denunciano- è l’unico Parco Scientifico e Tecnologico regionale, istituito su iniziativa del Ministero dell’Università e della Ricerca e opera nel campo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico sin dal 1994, realizzando progetti di eccellenza per l’agroindustria, per l’informatica e per la creazione di nuove imprese innovative. Nell’ultima programmazione, CALPARK ha gestito il Polo di Innovazione Regionale per le Tecnologie dei Materiali e della Produzione ed è stato precedentemente il coordinatore del progetto CRESCITA (Conoscenza, Ricerca e Sviluppo per l’avvio in Calabria di Imprese a Tecnologia Avanzata), finanziato dal MISE, che ha dato un contributo decisivo alla realizzazione, per l’Università della Calabria, dell’unico vero incubatore di imprese innovative in Calabria, TechNest, ospitato nel campus dell’Università della Calabria dal quale sono nate Start-Up che hanno conquistato mercati mondiali nei campi più svariati. Il Parco Scientifico non è un carrozzone che spreca soldi pubblici: ha appena 6 dipendenti esperti nel project management di progetti complessi ed un consiglio di amministrazione i cui membri non percepiscono gettoni, indennità o emolumenti in qualsiasi forma. CALPARK non ha mai ricevuto sovvenzioni dirette da parte degli enti pubblici ma ha partecipato sempre a bandi ad evidenza pubblica proponendo progetti risultati vincenti e rappresenta oggi un esempio virtuoso nella gestione dei fondi strutturali. La qualità sia dei progetti che della loro gestione è testimoniata da tutti gli enti con cui il Parco ha interagito ed è stato riconosciuto chiaramente dagli esperti valutatori degli enti erogatori dei finanziamenti e dell’Unione Europea durante controlli di rito e anche a campione. Oggi, la Regione Calabria ha inteso intervenire sul tema del trasferimento tecnologico e dell’innovazione, non individuando una chiara strategia attuativa (compito doveroso per un soggetto programmatore) ha deliberato per l’uscita di FINCALABRA dalla compagine societaria del Parco Scientifico con la delibera n. 424 del 28 settembre 2017, pubblicata sul BURC n. 119 2017, nonostante nell’allegato “A” alla delibera (Analisi tecnico-giuridica ed economica allegata al piano di revisione) si legga testualmente “per la società CALPARK S.C.p.A. la proposta di FINCALABRA S.p.A. è di mantenimento perché la società può svolgere un ruolo nell’ambito dell’innovazione tecnologica”. Quindi, nonostante la proposta di mantenimento della partecipazione formulata dalla Società finanziaria della Regione, la Giunta ha deciso, con il voto favorevole di due Assessori/Professori appartenenti all’Università della Calabria, di deliberare la dismissione della partecipazione societaria. La Regione non può nascondersi dietro l’applicazione della legge Madia. Questa legge, infatti, avrebbe consentito (e consente) il mantenimento delle partecipazioni in società le cui finalità risultino sinergiche per la realizzazione degli obiettivi strategici dell’Ente. In altre regioni (Piemonte e Friuli su tutte), infatti, i Parchi Scientifici vengono esplicitamente riconosciuti dalle leggi regionali quali strumenti validi per lo sviluppo dell’innovazione nelle aree territoriali di pertinenza e nelle Università gestiscono incubatori di imprese e/o svolgono attività di trasferimento tecnologico verso il territorio. Stante così le cose, alla Giunta Regionale allora rivolgiamo un interrogativo che merita delle risposte non solo ai dipendenti di CALPARK ma a tutti i Calabresi : “Come fa una Regione che ha destinato quasi mezzo miliardo di euro in investimenti sul tema dell’innovazione a dichiarare strategicamente “non utile” l’unico Parco Scientifico che proprio di innovazione si occupa in Calabria da 25 anni?” Contro queste logiche si muove la nostra denuncia".

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