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    Cittadinanza onoraria al Prof. Arnaldo Caruso

     

     

    Cittadinanza onoraria al Prof. Arnaldo Caruso

    29 ott 15 Il Consiglio comunale, riunitosi sotto la Presidenza di Luca Morrone, ha conferito questa sera all’unanimità dei presenti (16 consiglieri) la cittadinanza onoraria al Prof.Arnaldo Caruso, direttore della Scuola di Specializzazione in microbiologia dell'Università di Brescia e dirigente responsabile dell'Unità Operativa di Laboratorio di virologia ed indagini microbiologiche del presidio “Spedali Civili” della città lombarda. Questa la motivazione contenuta nella pergamena che al termine della seduta del Consiglio Comunale è stata consegnata nelle mani del prof.Caruso: “per il conseguimento di alti meriti scientifici nel campo della ricerca e per aver contribuito, con la scoperta del vaccino terapeutico AT20 anti-HIV, ad indirizzare un fascio di luce nel buio dell’AIDS ridando fiducia e speranze concrete all’umanità intera”. Appena ricevuta l’onorificenza, che si va a sommare agli innumerevoli riconoscimenti ricevuti anche in ambito internazionale dove è considerato una vera eccellenza nel campo della ricerca scientifica, il prof.Arnaldo Caruso ha ringraziato l’Amministrazione comunale, il Vicesindaco Luciano Vigna, che ha rappresentato il Sindaco Mario Occhiuto, assente perché impegnato a Torino all’Assemblea generale dell’Anci, nella sua qualità di Presidente della Commissione Mezzogiorno, e la commissione cultura di Palazzo dei Bruzi che, attraverso il consigliere Mimmo Frammartino ha proposto all’assemblea cittadina il conferimento della cittadinanza. Senza rinunciare al suo simpatico sense of humour, il prof.Caruso ha esordito scherzando sul fatto che spesso gli è capitato in passato di essere ricordato in città, più che per i suoi meriti scientifici e per le sue scoperte rivoluzionarie, per essere il fratello del penalista cosentino Franz Caruso. “Chissà – ha ironicamente commentato l’eccellente ricercatore – se stavolta, dopo questo riconoscimento che viene dalla mia città, ci sarà qualcuno che dirà a mio fratello Franz : “ma tu sei il fratello di Arnaldo?”. E lo dice adoperando il dialetto cosentino. Quella di conferirgli la cittadinanza onoraria è stata definita da Arnaldo Caruso “una scelta coraggiosa e illuminata. La città di Cosenza ha voluto riconoscere un valore importante allo studio e alla ricerca, un valore che sfugge a molti, perché il più delle volte la ricerca è lasciata a se stessa. Invece, in Italia c’è tanta ricerca di grandissimo livello, ma quel che manca sono i mezzi. Si pensi che il mio più giovane ricercatore ha 45 anni e il mio più giovane collaboratore ospedaliero 52. Se a 40 anni – diceva il mio mentore Adolfo Turano – sei ancora sulle provette non va bene. A quell’età devi essere già nella condizione di comandare. Anche se poi all’anziano ricercatore va riconosciuta la capacità di saper formare i giovani”. Ed è ai giovani del suo gruppo di ricerca, in cui spiccano 5 calabresi, giovani della sua Cosenza e della provincia, che il prof.Caruso dedica la cittadinanza onoraria. “Tutti giovani in gambissima – ha detto – che fanno la ricerca con la R maiuscola. Sono loro che realizzano i miei sogni. Quando fui rifiutato dalla nostra Università, fu quasi un bene – ricorda – E aggiunge: “non avrei potuto realizzare qui quello che ho realizzato a Brescia e in America. Il mondo è ormai globalizzato. Potrei tornare qui solo se ci saranno le possibilità e se questa terra riuscirà a capire che bisogna creare delle infrastrutture valide e che i giovani vanno reclutati in base al curriculum e alle loro effettive capacità. Quando si parla di fuga di cervelli, bisogna considerare che c’è un cervello che va a migliorarsi e un cervello non è mai in fuga. E’ inutile richiamarli. Ognuno segua la sua strada. Bisognerebbe dare più soldi alla ricerca, alla cultura e ai nostri giovani che fanno moltissimi sacrifici. Si pensi che i cinque del mio gruppo di ricerca non hanno ancora un posto fisso”. Prima di chiudere il suo intervento che ha suggellato la seduta del Consiglio comunale, il prof.Caruso indirizza un saluto a chi sta in platea: ci sono gli amici del circolo dei sub (sua la passione per la pesca subacquea) e le compagne e i compagni di scuola e, ovviamente i familiari. “Non vi dico che sono in qualche modo commosso ed emozionato, ma la presenza qui di Gianfranco Merizzi (Presidente della Medestea, la casa farmaceutica che produce il vaccino anti-HIV scoperto da Caruso) non può che essere premiata da tutti voi. Se sono qui, lo devo anche a lui e tutto per un sogno e per una scommessa d’azzardo che lui ha deciso di fare. Spero che sia stato ripagato da questi successi. Ho avuto tanti premi – conclude - ma questo è un premio che resterà sempre nella mia memoria” E chiude citando Gabriel Garcia Marquez e il suo “L’amore ai tempi del colera”. Un personaggio del romanzo di Gabo parla del ricordo del cuore. Quello di Arnaldo Caruso coincide con la sua città. “Cosenza è la città più bella del mondo- e chiude veramente - e questo è il riconoscimento più bello del mondo”. La seduta era stata aperta dal Presidente Luca Morrone che nel dare il benvenuto al prof.Caruso ne aveva ricordato gli eccellenti risultati nel campo della ricerca. Subito dopo la relazione del proponente, il consigliere Mimmo Frammartino. “Stasera Cosenza e’ chiamata a gioire – ha esordito Frammartino - perché un cosentino, professionista e medico apprezzato, ( più altrove che da noi) ma soprattutto studioso e ricercatore, ha colto un risultato straordinario, nel campo della Ricerca Scientifica, un risultato destinato ad avere ricadute positive per l’intera comunità internazionale. Il prof.Caruso e' persona che racconta una grande storia, quella di un cosentino che sì e' posto oramai all'attenzione della comunità internazionale per il valore e la portata della sua scoperta scientifica: un vaccino terapeutico contro il virus HIV dell'AIDS. Ovviamente questo ha richiesto anni di studio e di ricerche instancabili, a partire dagli inizi degli anni ottanta. Ciò che mi ha aiutato a conoscere meglio Arnaldo Caruso – ha aggiunto Frammartino - e' stato il libro che su di lui e sulla sua scoperta ha scritto la giornalista cosentina Rosalba Baldino, dal titolo “Scintilla AT20, pubblicato da Falco editore, una pubblicazione che sta avendo particolare successo, dopo una felice presentazione tenutasi il mese scorso a Roma nella sala del refettorio della Camera dei deputati”. Il consigliere Frammartino ha poi ricordato i trascorsi di Arnaldo Caruso, studente brillante del liceo scientifico “Scorza”, la primigenia passione per gli studi umanistici e quella per la lingua inglese, il provvidenziale incontro, nell’agosto del ’79, con il prof.Adolfo Turano, primario di microbiologia a Brescia, l’uomo che diventerà suo maestro e punto di riferimento per 20 anni, colui che lo convinse a salire sul treno con destinazione Brescia che diventerà la sua città di adozione ed in cui vive e lavora. E all’Università di questa città inizia il suo lavoro di ricercatore, dopo una addestramento professionale in istituzioni estere, oltreoceano, negli Stati Uniti, dove ha modo di conoscere per poi lavorare con lui gomito a gomito, il prof. Robert Gallo, scopritore ed isolatore nel lontano ‘83 del virus HIV dell'AIDS insieme a Luc Montagnier. “Per la portata del suo valore il vaccino terapeutico scoperto dal prof.Caruso – ha detto ancora il consigliere Frammartino -sarà destinato a compiere una vera rivoluzione nella comunità scientifica internazionale contribuendo a rischiarare il buio dell’AIDS. Questo vaccino, che non e' preventivo, ma terapeutico e che si somministra a persone sieropositive, prende di mira un “pezzo” del virus, esattamente la proteina P17, che è poi la più' cattiva, con l'obiettivo di smontare l'intera macchina da guerra che l'hiv mobilita contro il sistema immunitario dell'uomo”. Finora i risultati della sperimentazione sono stati eccellenti, in quanto le fasi di sperimentazione , su pazienti sieropositivi che volontariamente si sono sottoposti nei quattro centri dove si sono tenuti i test, oltre a Brescia anche Torino, Perugia e Milano, hanno dato risultati positivi al 100%. Il vaccino scoperto , dunque, ha avuto successo nel 100 per cento dei pazienti”. Il Vicesindaco Luciano Vigna, che sostituiva il Sindaco Mario Occhiuto, assente perché impegnato a Torino all’Assemblea generale dell’ANCI, ha letto in aula un messaggio che è stato indirizzato al prof.Caruso dal primo cittadino. “Non sta a me – ha scritto il Sindaco nel messaggio - sottolineare a distanza le conclamate capacità del prof.Caruso nel campo della ricerca medico-scientifica. Ciò che mi preme in particolare fare emergere, però, da Sindaco che pone in cima al governo amministrativo il miglioramento della qualità della vita da lasciare alle generazioni future, è proprio l’importanza rivoluzionaria della scoperta del professor Caruso nella lotta all’Aids. Il farmaco che ha sperimentato, la “Scintilla AT20”, sarà infatti adoperato come farmaco in Africa. A nome mio, di tutti i cosentini e non solo, esprimo dunque un profondo sentimento di gratitudine oltre che di orgoglio, per i risultati raggiunti dal professore Caruso attraverso anni di studi, con i quali è riuscito a distinguersi quale eccellenza che porta in alto la città di Cosenza. Per noi – ha scritto ancora Occhiuto - la Sua attività è sinonimo di speranza, un esempio, un modello vincente. A lei, professor Caruso, giunga il bentornato dove è nato e dove si è formato durante la giovinezza. A lei, da parte mia e di tutti i cosentini, giunga un sentito grazie di cuore”. Dopo aver letto il messaggio del Sindaco il Vicesindaco Luciano Vigna ha voluto aggiungere alcune sue considerazioni. “Questo riconoscimento – ha detto - è importante al di là dei formalismi. Riconoscere la cittadinanza onoraria a una persona di tale prestigio ha un duplice effetto, per la città e per chi la riceve. Uno è l’orgoglio come aumento dell’identità territoriale, l’altro elemento è legato ad un esempio positivo: dobbiamo uscire una volta per tutte dallo stereotipo della scatola di cartione. Le esperienze che si fanno fuori dal nostro territorio rendono migliori i nostri giovani. Occorre aggrapparci alla positività dell’esempio che rappresenta l’esperienza del prof.Caruso. Questo deve alimentare nei giovani la speranza di chi crede che con lo studio e la perseveranza si possa diventare qualcuno”. Anche Luciano Vigna ricorre ad una citazione letteraria, richiamando Cesare Pavese e il suo bellissimo libro “La luna e i falò”. “In quel libro Pavese fotografò in modo commovente la distanza dal proprio posto, dicendo che “un paese ci vuole”, riferendosi agli affetti ai quali ogni persona si sente legato. L’elemento positivo di chi riceve la cittadinanza onoraria è il legame con il proprio territorio che diventa ancora più forte”. Nel corso della seduta sono intervenuti inoltre i consiglieri Claudio Nigro, Raffaele Cesario, Cataldo Savastano, Michelangelo Spataro e Francesco Perri. Ha preso la parola anche il dott.Gianfranco Merizzi, Presidente della Medestea, la casa farmaceutica che produce il vaccino anti-HIV scoperto da Caruso. “Per per fare un nuovo farmaco – ha detto - ci vogliono 15 anni. E’ già una decisione sofferta per una multinazionale, figuriamoci per un’azienda di piccole dimensioni. Quando conobbi Caruso nel 2001 scoccò una scintilla di passione scientifica. Memore dei miei studi mi feci spiegare perché dovevo credere alla sua teoria. Mi convinse. In 14 anni tutto ciò che mi aveva anticipato è stato confermato e i risultati dei suoi studi sono state confermati e pubblicati dalle maggiori riviste internazionali. Dopo 9 anni abbiamo prodotto il vaccino, lo abbiamo testato con risultati formidabili. Questo vaccino è una molecola sintetica e non c’è il rischio che ci siano dei virus che si riattivino. Abbiamo, pertanto, deciso di arrivare a mettere il vaccino sul mercato e di sviluppare studi clinici in Africa per 24 mesi, territorio dove esiste una pandemia dei linfomi causati da questa proteina. I fondi che servono saranno messi a disposizione di una società inglese che collabora con noi. Ecco perché – ha concluso il dott.Merizzi – Arnaldo Caruso è un fiore all’occhiello e motivo di vanto per tutto il Paese”.

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