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    Operazione antimafia contro la cosca Perna, 18 arresti dei CC a Cosenza

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    Operazione antimafia contro la cosca Perna, 18 arresti dei CC a Cosenza

    12 nov 15 Dalle prime luci dell’alba, è in corso una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e finalizzata alla cattura di 19 esponenti di un gruppo criminale operante in Cosenza e hinterland e dedito principalmente al traffico di cocaina, hashish e marijuana. Nell’operazione sono attualmente impegnati circa 140 militari, tra cui le “teste di cuoio” dei Carabinieri dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Calabria” e le unità Cinofile antidroga e antiesplosivo. Diciotto al momento gli arrestati, ma il diciannovesimo è prossimno alla cattura. Tra gli arrestati figura Marco Perna, (nella foto in alto) 41 enne cosentino, figlio di Franco Perna, capo dell’omonimo “gruppo criminale” attivo in Cosenza, attualmente ristretto in regime di 41 bis. I gruppo è ritenuto responsabile di aver dato vita ad un traffico di stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire le piazze cosentine e del suo hinterland. Per imporre il potere sul territorio gli uomini del clan disponevano di armi, in parte sequestrate (4 pistole e 1 fucile), e si avvalevano di modalità tipicamente mafiose e specificamente contestate nel provvedimento di cattura. Le indagini hanno anche evidenziato il ruolo di leader assunto da Marco PERNA che aveva di fatto preso le redini del gruppo dopo l’arresto del padre. L’attività investigativa, particolarmente articolata, è stata coordinata sin da subito dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro (Procuratore Aggiunto Dr. Giovanni BOMBARDIERI e Sostituto Procuratore Dr. Pierpaolo BRUNI) e svolta dai militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza in collaborazione con i colleghi della Compagnia del capoluogo bruzio. L’attività di monitoraggio dei principali indagati ha abbracciato un periodo di circa un anno, a partire dal settembre 2014 fino ad oggi. Numerosi i riscontri effettuati che hanno portato anche al rinvenimento di un vero e proprio deposito di armi e droga nell’enclave del gruppo criminale nel quartiere “Serraspiga” di Cosenza, dove sono stati sequestrati ben 110 chili tra hashish e marijuana, oltre a due revolver di grosso calibro.

    --- Video Video La conferenza con la DDA

    --- Video Video degli arresti dei CC questa notte

    --- Video Video degli arresti dei CC (trasferimento)

    In un garage armi e droga. Poteva contare secondo le indagini anche sulla disponibilità di un deposito di armi e droga la cosca di 'ndrangheta, che faceva capo a Marco Perna, figlio del boss da tempo detenuto Franco, sgominata con l'esecuzione di 19 fermi dai carabinieri di Cosenza. Il deposito è stato scoperto dai militari nel corso delle indagini che hanno portato all'operazione della scorsa notte per l'esecuzione dei fermi. Vi erano custoditi, tra l'altro, 110 chilogrammi di hashish e marijuana e due revolver di grosso calibro. L'attività di monitoraggio e controllo dei principali indagati da parte dei carabinieri ha riguardato un periodo di circa un anno, a partire dal mese di settembre del 2014. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni e condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza in collaborazione con i militari della compagnia.

    In manette sono finiti: Marco Perna, Giovanni Giannone, Pasquale Francavilla, Sergio Raimondo, Alessandro Cairo, Andrea D’Elia, Luca Tripodi, Giacinto Bruno, Bruno Calvelli, Denis Patì, Riccardo Gaglianese, Danilo Giannone, Paolo Scarcello, Francesco Scigliano, Domenico Caputo, Pasquale Bruno, Carlo Bruno, Giuseppe Muto, Ivano e Alessandro Ragusa. Tra gli indagati, anche il pentito Silvio Gioia, ex guardia giurata.

    Una finanziara per pagare i debiti di droga. Prestiti con un'apposita finanziaria venivano utilizzati per pagare i debiti per la droga. E' quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato stamane al fermo di 19 persone accusate di appartenere alla cosca della 'ndrangheta dei Perna. I fermati sono accusati anche di avere gestito un vasto traffico di stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire le "piazze" cosentine e del suo hinterland. Nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri di Cosenza, sono state raccolte le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Silvio Gioia che hanno poi trovato riscontri nelle numerose intercettazioni telefoniche. I particolari dell'operazione sono stati resi noti durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, ed i vertici del comando provinciale dei carabinieri di Cosenza. "Un clan autonomo - ha detto Bombardieri - si era ricavato una nicchia nel traffico degli stupefacenti e questo dimostra che la droga è ancora un business redditizio. Ci sono le dichiarazioni del collaboratore Silvio Gioia che ha raccontato l'articolazione del gruppo e come si sviluppavano le dinamiche interne. Dichiarazioni che hanno trovato riscontro nelle intercettazioni telefoniche. Le altre organizzazioni criminali tolleravano lo smercio delle sostanze stupefacenti leggere, mentre il rifornimento della cocaina doveva avvenire ad opera delle altre cosche operanti nel cosentino. Lo smercio, inoltre, veniva consentito dalle altre organizzazioni perché era una forma di mantenimento di Franco Perna in carcere, che non riceveva alcun 'sovvenzionamento' dalle altre organizzazioni". Dalle indagini è emerso "l'invito" da parte degli spacciatori a fare ricorso alla finanziaria per far fronte ai debiti. "Veniva proposto ai debitori del gruppo - ha aggiunto il procuratore Bombardieri - di contrarre dei prestiti con una società finanziaria specifica, che veniva indicata dagli stessi appartamenti al gruppo criminale, per poter saldare i debiti".

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