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    Costantino Comito ha presentato il progetto Exodus per la prevenzione dei disagi giovanili

     

     

    Costantino Comito ha presentato il progetto Exodus per la prevenzione dei disagi giovanili

    16 dic 15 Più che una conferenza uno spettacolo. A tempo di ritmo, allegro, gioioso, con tanto di band che si è esibita con intermezzi live aprendo la mattinata a suon di rock. L’attenzione degli studenti è stata così catalizzata seguendo il metodo consono a don Antonio Mazzi, da sempre vicino ai ragazzi e fondatore della comunità Exodus, di cui questa mattina è stato presentato, appunto, il progetto per la prevenzione del disagio giovanile. Promossa dalla Fondazione Exodus Onlus con il cofinanziamento della Fondazione Carical e il partenariato della Provincia di Cosenza, dell’Usp di Cosenza, del Coni, del Comune di Castrolibero nonché con il patrocinio dei Comuni di Cosenza, San Giovanni in Fiore e Mendicino, la nuova iniziativa educativa che fa capo a uno dei sacerdoti più conosciuti e amati d’Italia ha visto la presentazione ufficiale del testimonial Costantino Comito, attore molto vicino al mondo del sociale e reduce da set televisivi e cinematografici come Squadra antimafia, Anime nere, Questo è il mio paese. Deborah Granata, referente Exodus Cosenza, ha organizzato e coordinato la mattinata inserendo, oltre alle diverse esposizioni dei laboratori musicali, teatrali, sportivi, pure momenti di riflessione con testimonianze dirette di chi la sofferenza la porta ancora stampata negli occhi oltre che nelle vibrazioni della voce. Sofia e Basilio, giovanissimi, sulla strada del recupero, ex ragazzi “interrotti”, hanno trovato la forza di parlare davanti ai loro coetanei mettendosi a nudo e raccontando quand’è che si sono persi. E’ stato questo un passaggio molto emozionante dell’incontro nell’aula magna affollata di studenti e docenti. A rappresentare il sindaco Mario Occhiuto, assente per concomitanti impegni istituzionali che si tenevano fuori sede, Alessandra De Rosa, già assessore al Welfare di palazzo dei Bruzi e seduta al tavolo dei relatori con il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco, con Iolanda Maletta, dirigente scolastico dell’I.I.S. “Valentini-Majorana” di Castrolibero dov’è stata ospitata la manifestazione, e con Luciano Greco, dirigente ATP Cosenza. Leit motiv di tutti gli interventi, il termine prevenzione, fondamentale nella fase adolescenziale per cogliere i rischi di un percorso delicato della crescita che può portare a sbandare. Il progetto Exodus tende principalmente all’ascolto dei ragazzi attraverso i vari laboratori in cui si impegnano concretamente, intercettando disagi fisiologici che potrebbero sfociare in gravi dipendenze. Durante questo “cammino alla ricerca di sé”, i giovanissimi potranno magari riconoscere inclinazioni specifiche, dedicandosi a sviluppare anche in seguito un talento, impegnando il loro tempo costruttivamente e allontanandosi così da tentazioni negative. Da qui, sempre sulla scia del metodo di don Mazzi, che da anni non disdegna di affidarsi a volti noti dello spettacolo per far presa sui ragazzi, l’immagine del progetto affidata a Costantino Comito, attore di Vibo Valentia ma ancor prima esempio di uomo appassionato del suo mestiere. Comito ha suscitato curiosità e parlato ai ragazzi dell’importanza di saper discernere la realtà dalla fiction, senza enfatizzare falsi miti trasposti sullo schermo che non sono modelli, ma soltanto spaccati di vita dai quali non trarre emulazione. Deborah Granata ha concluso l’avvio ufficiale del progetto citando proprio don Mazzi e la sua filosofia sul viaggio che trova ragione nel viaggio stesso e appartiene indistintamente a ognuno. Il prossimo appuntamento, tra un laboratorio e l’altro che interesserà tantissimi istituti scolastici della Provincia, è fissato per il 15 gennaio a San Giovanni in Fiore. A maggio, infine, un grande evento di chiusura con la presenza di don Antonio che, ovviamente, oggi non ha fatto mancare la sua benedizione.

    Il progetto nel dettaglio:
    La Fondazione Exodus propone attraverso questa esperienza un vero e proprio “progetto itinerante”, attraverso le proprie realtà più significative, che negli anni hanno fornito risposte a molteplici situazioni di disagio, dalla tossicodipendenza all’alcolismo, senza trascurare le dipendenze emergenti come la ludopatia (gioco d’azzardo), la dipendenza da internet, dal sesso, dagli acquisti compulsivi.
    Con le varie azioni progettuali previste si mira ad offrire un’opportunità educativa per l’impiego del tempo libero dei ragazzi attraverso l’utilizzo degli strumenti tipici dell'aggregazione giovanile, promuovere fra i ragazzi la consapevolezza del proprio crescere, della propria appartenenza e del proprio ruolo nella società, costruire luoghi in cui il clima fra i ragazzi consenta di vivere serenamente alcune dimensioni tipiche dell'adolescenza (amicizia, avventura, innamoramento, impegno, volontariato, rapporto con gli adulti), richiamare gli adulti, le istituzioni, la società alla riscoperta delle proprie responsabilità educative attraverso un lavoro di rete con Scuola, Famiglia, Istituzioni. I ragazzi hanno bisogno di vivere positivamente le amicizie, l’amore, le avventure e vogliono avere accanto adulti capaci di renderli protagonisti accompagnando il loro percorso di crescita utilizzando lo sport, la musica, il canto, il teatro, il volontariato, la vita nella natura, la festa.
    Si mira così ad intraprendere un percorso preciso per intervenire sempre più precocemente e riuscire ad arrivare prima che i ragazzi manifestino segnali di disagio, permettendo ai giovani di utilizzare il loro tempo libero in modo positivo, coltivando le proprie passioni e facendo gruppo attraverso le note quattro ruote di don Mazzi: musica, sport, teatro, arte e volontariato.
    Si tratta di un “viaggio alla ricerca della consapevolezza”, una guida e un punto di partenza per chi si trova a iniziare un cammino di crescita personale. Un viaggio alla scoperta di chi siamo realmente. Consapevolezza significa imparare finalmente che qualsiasi cosa sentiamo, dentro di noi, ha una ragione d’essere. L’ascolto profondo delle proprie emozioni, delle proprie sensazioni, dei propri sentimenti, porta alla conoscenza autentica di se stessi.
    Il viaggio. Il viaggio è il vero motivo per cui siamo nati, per cui siamo venuti sulla terra, però dobbiamo stare più nel processo che nel risultato. Lo scopo del viaggio è lo stesso viaggiare, il COME viaggiare, non l’arrivo o la fine del viaggio ma, appunto, il viaggio in sé. Lo scopo del progetto “Exodus: un Cammino alla ricerca di se stessi” corrisponde dunque all’obiettivo primario che Exodus si pone, ossia intervenire sempre più precocemente per riuscire ad ARRIVARE PRIMA. Prima che i ragazzi manifestino segnali di disagio. Si mira a raccogliere la sfida educativa per lavorare anche in “contesti di normalità” stando accanto ai giovani e alle loro famiglie. “Attraverso tale progetto – conclude Deborah Granata - desideriamo principalmente costruire insieme una città educativa, ovvero cerchiamo di mettere insieme le volontà, le risorse, le competenze e le esperienze più significative per fare in modo che nessuno tra i ragazzi del nostro territorio, soprattutto quelli che già vivono condizioni di disagio, resti escluso da quelle opportunità necessarie a garantire un percorso di crescita sano e positivo”. Cos’è la Fondazione Exodus - La Fondazione Exodus è un ente che si è sviluppato attorno alla figura di don Antonio Mazzi per cercare di dare una risposta concreta ed efficace al disagio a partire da metà degli anni ’80. Exodus, nelle sue varie espressioni, si occupa preminentemente di Educazione. Dispone di oltre 40 centri in Italia (case accoglienza, comunità, centri ascolto e orientamento, centri giovanili). E' presente con interventi stabili e progetti di cooperazione allo sviluppo in 7 paesi del Sud del mondo. 

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