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    Chiusura centro diurno, Commissione Welfare chiede incontro con Prefetto

     

     

    Chiusura centro diurno, Commissione Welfare chiede incontro con Prefetto

    16 mag 14 La notizia è arrivata nelle famiglie con la forza di uno tsunami, che ti travolge senza darti il tempo di pensare, lasciandoti solo di fronte allo sguardo perso del familiare disabile che, improvvisamente, perde la fase più lieta di una quotidianità sempre più difficile da affrontare. Le famiglie sono quelle che da anni – la struttura è attiva dal 1971 - usufruiscono del centro diurno di Serra Spiga, un punto di riferimento certo, tanto per la qualità delle prestazioni sanitarie quanto per la funzione di luogo di socializzazione che riveste per i loro cari, “nati già così sfortunati”, denunciano. E qui, secondo i NAS, sta il problema. La competenza delle prestazioni sanitarie è dell’ASP ma la ‘assistenza sociale’ compete al Comune. Quindi, sospensione immediata del servizio. Le istituzioni coinvolte non hanno tardato a far sentire la loro voce e questa mattina, nella sala consiliare, si è riunita, alla presenza delle famiglie, la commissione welfare, presieduta dal consigliere Massimo Bozzo, con l’assessore comunale competente Manfredo Piazza ed il Direttore Generale dell’ASP Gianfranco Scarpelli. “Il diritto alla continuità assistenziale e sanitaria va salvaguardato, sempre”. Perentoria l’affermazione dell’assessore Piazza, condivisa da tutti i presenti. L’amministratore ha inoltre evidenziato una contraddittorietà nel provvedimento sospensivo, “da una parte si richiama l’ASP ad attivare la riconversione del centro diurno sulla base di una recente normativa, dall’altra se ne dispone l’immediata chiusura, assolutamente contraddittoria rispetto ad una richiesta di riconversione che ha i suoi tempi”. Come dire, ti chiudo in attesa di. La posizione, che è poi risultata essere l’esito finale della commissione consiliare, è anticipata in premessa dal presidente Bozzo, “Insieme, Comune e ASP, dobbiamo chiedere la prosecuzione del servizio negli stessi termini in cui è stato offerto fino ad oggi, ancora per qualche altro mese, per dare il tempo al Comune, chiamato a intervenire finanziariamente, di aprire un tavolo tecnico e capire realisticamente cosa fare”. La prima sede, la più appropriata nella quale ottenere il risultato, si profila nella riunione che ci si aspetta venga convocata a stretto giro dal Prefetto di Cosenza, già investito del problema da parte delle famiglie che hanno subito il gravissimo disagio. Non c’è una convocazione ufficiale ma il Comune decide di inviare subito al Prefetto una richiesta in tal senso, per incontrarsi – tutte le parti presenti, NAS compresi – martedì prossimo. Dal canto suo il Direttore Generale Scarpelli, che non esita a chiedere scusa alle famiglie invitandole a “non vedere nell’Azienda sanitaria una controparte”, non può che – atti alla mano – evidenziare come lo stesso provvedimento, ipotizzando l’uso per attività sociali di risorse destinate ad attività sanitarie, lasci intravedere un danno erariale del quale sarebbe chiamato a rispondere personalmente. “Dobbiamo immediatamente chiedere ai NAS una deroga – incalza il manager della sanità cosentina – e lavorare subito con i Comuni a una soluzione definitiva”. Con i Comuni, sì, perché il servizio compete tutto il territorio provinciale e, se è vero che la città capoluogo ha un ruolo di ‘capofila’, lo è altrettanto che tutti devono sentirsi investiti della problematica. “Devo ricordare – denuncia a questo proposito il presidente Massimo Bozzo – tutte le volte che questa Amministrazione ha convocato la Conferenza dei Sindaci ed è sempre andata deserta. I sindaci – afferma – vanno sensibilizzati tutti”. Riunione molto partecipata quella odierna della commissione welfare, presenti tutti i consiglieri componenti ma anche altri capigruppo. Diversi quelli che hanno preso la parola: Giovanni Cipparrone (SEL), “il problema non si può trattare come una postilla di bilancio. Parteciperò ad riunioni davanti al Prefetto solo se l’Amministrazione vi arriverà con un progetto risolutivo”; per Cataldo Savastano (Autonomia e Diritti) “la vicenda ha dei lati oscuri, sui quali dopo bisognerà interrogarsi. Il Comune di Cosenza dovrà essere incisivo e abbreviare quanto più possibile i tempi di risoluzione della vicenda”; Claudio Nigro (Mario Occhiuto Sindaco), “c’è tutta la volontà a risolvere il problema che non può assolutamente riversarsi sull’utenza del centro, ma va risolto anche sotto l’aspetto normativo”; Francesco Perri (Popolo della Libertà), “consapevoli che siete voi la parte debole, a maggior ragione abbiamo il dovere di non prendere in giro nessuno ma di agire con realismo e lealtà. Le autorità competenti devono fare un passo indietro e spingere immediatamente su chi, come la Regione, può sostenerci finanziariamente”; Andrea Falbo (Gruppo Misto), “sono d’accordo che il Comune debba andare dinanzi al Prefetto con un progetto alternativo, così come deve indirizzare risorse finanziarie, sottraendole ad interventi meno prioritari per dirottarli su questa problematica. Di fronte all’emergenza bisogna agire in maniera emergenziali. Chiedo dunque che si riuniscano al più presto, e in seduta congiunta, le commissioni welfare e bilancio”. Intanto la commissione consiliare presieduta da Massimo Bozzo si è aggiornata al giorno successivo all’incontro col Prefetto.

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