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    Tutto pronto per il Nabucco. Sala gremita per la "Prima della prima"

     

     

    Tutto pronto per il Nabucco. Sala gremita per la "Prima della prima"

    01 dic 11 Vigilia di attesa per il "Nabucco" di Giuseppe Verdi che domani sera, alle ore 20,30, aprirà ufficialmente la stagione lirico-sinfonica del Teatro "Rendano", la 52a nella storia del teatro di tradizione cosentino, la prima del nuovo corso targato Albino Taggeo, il direttore artistico nominato nell'agosto di quest'anno dal Sindaco Mario Occhiuto alla guida dell'istituzione culturale della città. Ieri sera sono stati più di 600 gli studenti che hanno assistito al "Rendano" alla prova generale del "Nabucco", riservata alle scuole della città e della provincia. Con loro anche una delegazione di studenti cinesi, a Cosenza per partecipare ad un progetto di approfondimento dello studio della lingua italiana.

    --> Guarda il video integrale della Prima della Prima

    Il tema dell'unità nazionale, suggerito dalle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e che è il principale leit-motiv della stagione lirica del "Rendano" è stato al centro questa sera anche della tavola rotonda sul tema "Verdi e il Nabucco fra Risorgimento e secessione" con la quale il direttore artistico Taggeo ha voluto si ripristinasse la consuetudine di far precedere la "prima" dell'opera da un incontro che ne illustrasse le peculiarità, ma anche il contesto storico, oltre alle implicazioni politiche dell'epoca in cui l'opera di Verdi vide la luce e di quella attuale. L'incontro di questa sera, che ha avuto un notevole successo con la sala Quintieri piena, ha rappresentato l'inizio di un ciclo cui è stato dato il titolo "Conversando fra le note", è stato introdotto e condotto dalla giornalista e storico della musica Pia Tucci.

    Ad inquadrare storicamente il periodo in cui si sviluppa in Italia il melodramma e nel quale si afferma il capolavoro verdiano, è stato lo storico Gabriele Petrone che al Risorgimento e soprattutto al contributo calabrese e cosentino all'unità nazionale ha dedicato un libro dal titolo "La Calabria che fece l'Italia". Per Petrone "il melodramma è il primo grande elemento di unificazione della nazione e l'Italia, prima ancora che sulle barricate si è costruita sulla musica, straordinario veicolo di circolazione delle idee. Se l'Italia guarda al suo passato, qualche speranza di rimettersi in moto ancora ce l'ha".

    Dell'inesistenza, all'epoca in cui fu concepito da Verdi il "Nabucco", di modelli di riferimento del teatro di prosa ha poi parlato il docente dell'Università della Calabria e storico del teatro Carlo Fanelli che ha anche ricordato nel suo intervento le qualità registiche di Verdi, espresse in alcuni quaderni di regia, e ampiamente dimostrate nel "Nabucco" nella costruzione dei personaggi, soprattutto i protagonisti.

    Nel corso della serata sono stati eseguiti, dal pianista Luca Bruno, alcuni intermezzi musicali tratti dall'opera. Soddisfazione per la partecipazione di pubblico che ha gremito la sala "Maurizio Quintieri" del "Rendano" è stata espressa dal direttore artistico Albino Taggeo. "Vogliamo – ha detto Taggeo – che la stagione del "Rendano" sia una stagione gloriosa e le premesse perché questo avvenga ci sono tutte." Nel ricordare la grandezza di Verdi ed il suo stile unico ed inimitabile, Taggeo ha sottolineato come nel compositore di Busseto si assista "ad una sintesi straordinaria tra musica popolare e musica colta e raffinata. Il taglio popolare in Verdi contraddistingue tutto il suo percorso di grande compositore, dalle prime opere (Nabucco è la sua terza opera, composta quando aveva appena 29 anni), fino al "Falstaff"." Per il direttore artistico del "Rendano" quella verdiana è "una grande lezione per la sua straordinarietà." Quella di domani sarà la prima uscita ufficiale della nuova Orchestra lirico-sinfonica del Teatro "Rendano", costituitasi da poco dopo il bando voluto dall'Amministrazione comunale. L'Orchestra, come già accaduto ieri sera in occasione dell'anteprima per le scuole, eseguirà in apertura, a sipario ancora chiuso, l'Inno di Mameli, in omaggio ai 150 anni dell'Unità nazionale e al tema prescelto per inaugurare la stagione del "Rendano".

    Altra importante novità saranno i sovratitoli, grazie ai quali gli spettatori potranno seguire l'opera, leggendo il libretto di Temistocle Solera direttamente sulla parte alta del sipario del teatro. Un utilissimo sistema, di ausilio alla comprensione dell'opera, altre volte introdotto nei cartelloni lirici del "Rendano", ma per opere in lingua originale, ma che ora è stato adottato anche per un'opera in lingua italiana. Le virtù, ma anche l'impegno richiesto da un'opera come il "Nabucco", sono state al centro dell'intervento, nella tavola rotonda di stasera, del direttore d'orchestra Giovanni Pelliccia cui spetterà il compito di guidare dal podio la neonata Orchestra del "Rendano". "L'Orchestra di giovani che abbiamo messo su in poco tempo – ha detto Pelliccia – si è finora egregiamente comportata e continuerà ad esprimersi sempre meglio. Quella col "Nabucco" resta comunque una prova molto impegnativa. Nell'opera, che cronologicamente è la terza di Verdi e la prima che lo rese famoso nel mondo, non si avverte la frattura tra recitativi ed arie." La serie degli interventi è stata poi completata dalle cantanti Francesca Patanè (suo il ruolo di Abigaille) , Federica Bragaglia (Fenena) e dal regista Travaglio. Completano il cast artistico del "Nabucco" che andrà in scena domani al "Rendano", con replica domenica 4 dicembre, alle ore 17,00, il baritono Carlo Guelfi (un Nabucco dall'imponente presenza scenica) Flaviano Bianchi (Ismaele), Elia Todisco (Zaccaria), Gianfranco Zuccarino (il Gran Sacerdote), Vincenzo Mandarino (Abdallo) e la cosentina Sarah Baratta (Anna). La regia è del pugliese Luigi Travaglio, giovane firma del teatro operistico nazionale, autore di un allestimento particolarmente innovativo, pur nel rispetto della tradizione. Il coro, che nel "Nabucco" ha una presenza costante ed imponente, è il "Francesco Cilea", diretto dal maestro Bruno Tirotta. Le scene sono di Marta Marrone e i costumi di Francesca Pipi. La compagnia di ballo è la Amid, con le coreografie di Ilaria Dima e Antonio De Luca. A firmare il disegno luci è, invece, Giuseppe Ruggiero.

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