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    Occupata palazzina Aterp ristrutturata da 3 anni

     

     

    Occupata palazzina Aterp del centro storico ristrutturata da 3 anni

    11 apr 11 Ieri pomeriggio tre famiglie italiane hanno occupato una palazzina aterp ristrutturata e chiusa da 3 anni nel centro storico, quartiere massa di fianco la chiesa di A.Agostino. Le famiglie sono appoggiate la "Comitato Prendocasa". "Tre nuclei familiari -si legge nel sito del Comitato Prendocasa"- si riappropriano del diritto alla casa occupando un palazzo Aterp ristrutturato già da due anni e, tanto per cambiare, tenuto chiuso a dispetto della precarietà abitativa ed economica che colpisce ed accomuna un corpo sociale meticcio fatto da centinaia di famiglie, precari e migranti in questa città come nel resto del paese. Corpo sociale che vive di precarietà, non arriva a fine mese e che un affitto non può permetterselo. Con questa occupazione il comitato Prendocasa rilancia la lotta per un diritto inalienabile che non può più sottostare alle logiche clientelari messe in atto da politicanti e amministratori. Il piano casa varato dalla regione sta per consegnarci l’ennesima colata di cemento sfruttando l’emergenza abitativa senza proporre nessuna soluzione! L’aterp, è ormai un ente che non regola le assegnazioni, gli alloggi esistenti versano in stato di degrado, le graduatorie sono solo una formalità perchè non sono seguite da assegnazioni mentre interi palazzi ristrutturati vengono assegnati strumentalmente ad altri enti come l’Unical per rimanere vuoti, come quello occupato oggi, o essere sottoutilizzati, come palazzo Bombini in via gaeta che, a distanza di 3 anni, ospita 6/7 ricercatori, dislocati in altrettanti appartamenti, a fronte di 13 appartamenti disponibili o ancora palazzo Caselli Vaccaro, alla giostra vecchia, sempre assegnato all’Unical e sottoutilizzato. In questo quadro, le amministrazioni comunali hanno fatto solo gli interessi dei palazzinari rilasciando concessioni edilizie e favorendo il mercato degli affitti con finte politiche di sostegno all’abitare come il contributo fitto casa o dichiarando emergenze abitative senza far seguire soluzioni strutturali ma solo soluzioni tampone che prima o poi riscoppiano per inadempienze (vedi palazzo fiordalisi, utilizzato come casa-parcheggio per circa 30 anni e sgomberato nei mesi scorsi per morosità del comune nei confronti della proprietà). Solo nell’area urbana 20.000 stanze vuote, mentre a Cosenza possiamo contare una decina di palazzi di proprietà aterp/comune assegnati all’università che sono vuoti e circa 2000 famiglie in attesa di una casa da ben 25 anni, senza contare le soggettività precarie che non riescono neanche a presentare la domanda di casa popolare per assenza di bandi da diversi anni e, pertanto, sono costretti a pagare affitti esorbitanti che costringono ad impegnare per la casa il 50-60% del reddito. Inoltre si cominciano a registrare dati allarmanti circa gli sfratti per morosità che ci restituiscono la cifra di una crisi economica che lascerà effetti devastanti su uno spaccato sempre più ampio e variegato della società. Pertanto chiediamo politiche abitative serie e strutturali, diciamo basta a soluzioni tampone e assegnazioni clientelari, diciamo basta alle speculazioni edilizie che determinano consumo di suolo, chiediamo la requisizione di tutti gli immobili pubblici e privati inutilizzati, sottoutilizzati o dismessi e il cambio di destinazione d’uso a scopo abitativo.

     

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