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    Laboratorio di lettura e ascolto a Piazzetta Toscano

     

     

    Laboratorio di lettura e ascolto a Piazzetta Toscano

    25 mag 10 Martedi 25 maggio alle ore 21 a Piazzetta Toscano, presso la sede dell’ex Centro d’Informazione Turistica, ci sarà un laboratorio di lettura e ascolto della Coessenza per un luogo di documentazione interattivo. Piazzetta Toscano –spiega una nota della Coessenza- non è solo luogo simbolico di degrado e deturpazione del paesaggio urbano. In essa, la storia ha inciso i propri graffiti tridimensionali, adoperando una scrittura ipertestuale. Non c’è una sistemazione sequenziale di ruderi e vestigia delle diverse epoche. Si intrecciano mura antiche, arcate tardomedievali, piani e livelli di una stratificazione involontaria, eppure dotata di un equilibrio proprio, in una sovrapposizione di stili, tecniche e necessità abitative. È un groviglio di tracce dei flussi umani sedimentatisi nei secoli, un luogo storicamente fruibile per necessità, passaggio, avvicendamento. I siti deputati alla cultura, che nell’odierno centro storico sono fioriti a partire dell’età moderna, e nel periodo contemporaneo recente si sono affastellati lungo l’asse dell’antica via dei mercanti, non godono della medesima potenziale fruibilità. Sono luoghi privi di vitalità, confinati in una dimensione museale, distanti da qualsiasi vocazione interattiva. Non è solo un problema di domanda ed offerta culturale. È una regressione civile, testimoniante il generale distacco dalla sfera comune della conoscenza. È una relazione che va spegnendosi, così come scema la partecipazione alla vita pubblica e si abbandona il rapporto con le montagne e i fiumi che poi franano ed esondano. Del resto, perché meravigliarsi? Le relazioni sociali sono sempre più incorniciate in contenitori telematici che, oggettivizzando il soggetto comunicante, evocano più l’ellenistico Regno dei Morti che i paradisi artificiali trasudati dalla letteratura cyberpunk sin della fine del secolo scorso. La cittadinanza, sia essa colta o ascrivibile ad un basso livello di scolarità, non abita più le piazze e nemmeno i propri musei, i teatri, le biblioteche. È il caso della Biblioteca Nazionale e della Civica, come della Casa delle Culture. Sono siti sospesi tra le difficoltà amministrative, le beghe partitiche e la staticità impiegatizia. Affogano nel disinteresse. Aspettano un’utenza che non arriverà mai, perché non sono né attrattivi né votati all’espansione. I pochi frequentatori rimasti, appaiono riconducibili alla sfera degli addetti ai lavori. A Cosenza Vecchia, una delle possibili risposte a questo svuotamento di senso e prospettive, può essere rappresentata da un’azione condivisa da diverse realtà associative, in uno dei luoghi abbandonati a se stessi: piazzetta Toscano, in particolare nella sede dell’ex Centro d’Informazione Turistica. Anzitutto, perché in questa città non si può continuare a tollerare che gli spazi pubblici siano assegnati in nome di nuove e vecchie "amicizie", mentre ci sono associazioni che combattono con edifici fatiscenti, amianto, topi e denunce, pur di portare avanti concrete attività sociali e culturali. L’ex CIT non dovrebbe divenire uno spazio unidimensionale, in cui tecnici ed esperti delle arti si asserraglino a presidio di qualche nuova, drammatica, isola di residualità da difendere. Al contrario, un luogo di sperimentazione in cui privilegiare la libera espressione, lo studio, l’ascolto, l’approfondimento su temi specifici, un rinnovato protagonismo dei soggetti attivi, che nel quartiere non mancano. La Coessenza propone che questi locali siano, in forma transitoria, anche – ma non solo – la sede del Centro di Documentazione “Raffaele De Luca”, in cui realizzare un archivio di libri, consultabile liberamente. L’aggettivo “transitoria” non semini confusione. L’ex CIT sarebbe infatti un network, quindi un luogo che potrebbe assumere forme, nomi e funzionalità ipertestuali, mai sequenziali, proprio come piazzetta Toscano. Nei giorni in cui vi opererebbe la Coessenza, esso ospiterebbe laboratori di lettura ed ascolto, nonché incontri tematici, come già facciamo da tre anni in forma nomade. Si configurerebbe come la sede ideale di una sorta di racconto corale, agito da singole esperienze; una forma di editoria aperta ed in divenire. Inoltre, potrebbe ospitare la redazione di Tam Tam e Segnali di Fumo, qualora la comunità curvaiola che lo ha pubblicato negli ultimi 22 anni, decidesse nel corso della prossima estate di continuare, a partire da settembre, a mantenere viva questa esperienza conosciuta ormai in tutta Europa per i contenuti antirazzisti veicolati negli stadi di calcio.

     

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