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    Occupato da precari e migranti l’ex ufficio di collocamento

     

     

    Occupato da precari e migranti l’ex ufficio di collocamento

    08 mag 10 Cosenza - I precari e migranti del comitato ‘Prendocasa Cosenza’ hanno occupato questa mattina l’ex palazzo Morelli in viale Trieste, dove un tempo era ubicato l’ex ufficio di collocamento. “Con quest’azione - si legge in un comunicato- il comitato si riappropria di un diritto negato da leggi che non tengono conto delle nuove soggettività‚ precarie e dell’attuale crisi economica e occupazionale. L’occupazione di oggi e‚ la nostra risposta alla crisi e all’immobilismo dell’intera classe politica che, negli ultimi 15 anni, ha cancellato lo stato sociale con politiche volte a tutelare solo ed esclusivamente gli interessi di pochi e a consolidare il proprio potere e le dinamiche clientelari che ormai sono diventate prassi. Il palazzo occupato oggi e‚ un immobile di proprietà‚ pubblica che lo stato ha deciso di cartolarizzare attraverso la “Patrimonio uno” (società‚ di stato) che, a sua volta, ha messo una serie di immobili in mano alla B.i.i.s. (Banca infrastrutture innovazione e sviluppo nata dalla fusione di Banca Intesa San Paolo e Banca Opi) per svendere gli immobili pubblici e finanziare le grandi opere (Tav, Salerno-Reggio Calabria, inceneritore di Gioia Tauro, mose, …). il comitato, pertanto, mette in discussione anche le politiche delle grandi opere, inutili e dannose per le popolazioni che non rispondono ai bisogni reali ma solo alle logiche e agli interessi speculativi delle lobby finanziarie e del cemento. Attraverso questa occupazione ci opponiamo alle politiche di speculazione edilizia che stanno soffocando il nostro territorio nel cemento con costruzioni che non rispondono alle richieste di mercato ne alle esigenze delle molteplici soggettività‚ precarie che lo abitano. queste sono operazioni finanziarie che rispondono solo a logiche speculative e di riciclaggio del denaro sporco. Inoltre, mettiamo in discussione la legge regionale n. 32/96 che definisce i parametri di assegnazione che, a nostro avviso, dovrebbe tener conto dell’attuale crisi economica e della precarietà‚ diffusa, delle soggettività‚ diverse dalla famiglia tradizionalmente intesa e dei migranti i quali spesso lavorano a nero e, pertanto, non si può‚ vincolare al contratto di lavoro la loro ammissibilità‚ al bando. Infine chiediamo la requisizione di questo palazzo da parte del comune e la destinazione dello stesso ad uso abitativo. chiediamo, inoltre, che tutti i palazzi pubblici, fittiziamente assegnati o lasciati all’incuria, vengano assegnati a quanti aspettano una casa da oltre 20 anni”.

     

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