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    Pupo (Pdl) “Bernaudo ha ridotto Rende alla sete”

     

     

    Pupo (Pdl) “Bernaudo ha ridotto Rende alla sete”

    19 giu 10 “La veste di novello Robin Hood non si addice proprio a Bernaudo, che si mette a convocare conferenze stampa per provare a mettere le mani avanti e fornire versioni a cui crede solo lui e quanti l’hanno preceduto nella sciagurata gestione finanziaria del Comune di Rende. Perché una cosa appare purtroppo sempre più certa: Bernaudo sarà ricordato come il sindaco così bravo da essere riuscito a ridurre Rende alla sete più totale. E allora, invece di annunciare gesta eroiche che non impressionano nessuno, lui e i suoi amici dovrebbero spiegare che fine hanno fatto fare ai soldi pagati in tutti questi anni dai cittadini con le bollette dell’acqua”. Così Spartaco Pupo consigliere comunale di Rende in una dichiarazione. “Il Comune di Rende –spiega Pupo- è debitore verso la Regione Calabria di ben 10 milioni di euro relativi all’erogazione di acqua potabile. Si tratta di un debito impressionante, accumulato nel decennio 1996-2006, nonostante i rendesi abbiano regolarmente versato bollette “finalizzate” al pagamento dell’acqua alla Regione. Qui non regge più neanche la solita storiella che i soldi incassati sono serviti per le opere pubbliche perché quasi tutte sono state realizzate con mutui. La Procura di Cosenza, che Bernaudo dice di volere interpellare, dovrebbe chiarire come mai gli altri comuni calabresi, anche quelli più piccoli, pagano regolarmente l’acqua e il Comune di Rende non la paga, e per quali motivi, per quali connivenze una cosa così grave è potuta accadere senza che nessuno abbia mai battuto ciglio. Il Comune di Rende ha affidato il servizio idrico direttamente alla “Società Acque Potabili”, senza mai bandire la necessaria gara di evidenza pubblica prevista dalla legge nazionale e comunitaria. La stessa Società Acque Potabili pare si trattenga da anni i soldi delle bollette senza girarli al Comune e senza che quest’ultimo muova un dito per esigerli in modo forzoso. Sarebbe da accertare se anche in questa strana circostanza siano mai concorsi interessi diversi da quello eminentemente pubblico. Tutta da chiarire resta, infine, la stranissima delibera del maggio 2008, con cui venne approvato l’aumento della tariffa dell’acqua per uso domestico di oltre il 40 per cento, un aumento illegittimo perché la percentuale massima di incremento tariffario ammessa nelle delibere CIPE era del 10 per cento. Bernaudo non ha mai risposto, come doveva per legge, a una mia interrogazione con cui gli chiedevo se era vero che in concomitanza dell’ultimo aumento dell’acqua sono stati assunti per chiamata diretta, in qualche agenzia calabrese della Società Acque Potabili, parenti e amici di amministratori e politici rendesi. I cittadini di Rende sono abbastanza maturi per capire con chi prendersela se, da oggi in poi, i rubinetti saranno a secco”.

     

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