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Consiglio comunale: la relazione sul bilancio dell’ass. Lucente

 

Consiglio comunale Cosenza: la relazione sul bilancio dell’ass. Lucente

09 apr 10 Il Consiglio Comunale di Cosenza si è riunito sotto la presidenza di Pietro Filippo per approvare il bilancio annuale di previsione per l’anno 2010. In apertura il Presidente dell’assise ha comunicato l’adesione al gruppo di Autonomia e Diritti del consigliere Francesco Cito ed il passaggio di Vittorio Cavalcanti dal gruppo di Autonomia e Diritti al Gruppo Misto. “Rispetto all’OdG  - ha precisato il Presidente Pietro Filippo - poiché tutti i punti sono inerenti la pratica di bilancio, si procede con una discussione unica, ma con votazione separata.”

Relazione dell’assessore Maria Lucente

Il Bilancio è l’anima e la mente dell’attività amministrativa di un ente; è un documento che indica il carattere, lo stile, l’identità di una Amministrazione: ne delinea, cioè, obiettivi, strategie e finalità.
In senso antropomorfico, possiamo paragonarlo ad un organismo vivente. Infatti, il Bilancio
di previsione non è “E.T.”, né una creatura fatata che nasce improvvisamente per opera di una bacchetta magica e né gli assessori sono gli stregoni di turno. Il Bilancio è invece un soggetto, una creatura che ha una famiglia alle spalle, degli avi, per non andare troppo lontano, dei nonni, dei padri, ecc.; in definitiva ha un DNA, che condiziona la sua vita, come in qualsiasi organismo, ed un ambiente esterno che agisce su di essa in positivo o in negativo. Lo sforzo che questa Amministrazione ha fatto e continua a fare è quello di valorizzare i condizionamenti positivi e di neutralizzare o compensare quelli negativi del lontano passato e di quello più recente.
Il DNA di questo documento è stato evidenziato con puntualità nel corso degli anni; forse c’era bisogno di una comunicazione più forte e continuata affinché i cittadini potessero comprendere meglio il perché di scelte e di comportamenti, in modo da contestualizzare meglio i disagi e i problemi della città, ma la denuncia c’è stata.
Infatti, con sensibile garbo politico, rifiutando l’accanito attacco al passato, ma con chiarezza, gli assessori precedenti hanno evidenziato la situazione preoccupante delle finanze comunali. Voglio richiamare l’On. Annamaria Nucci, che con la schiettezza ed il coraggio provenienti dall’onestà intellettuale e politica e dalla indiscutibile competenza che la caratterizza, affermava, illustrando il Bilancio dello scorso anno, che era un documento rigido, testualmente: “da lacrime e sangue”.
Volendo andare ancora più a ritroso, esattamente al 2004, l’allora Assessore al Bilancio, Prof. Cersosimo, nella sua Relazione, parlando di tagli indiscriminati ai trasferimenti, richiamava il grido d’allarme lanciato, allora, dall’ANCI, che affermava testualmente: “il rischio dissesto per i comuni è molto alto”, sottolineando che “anche il nostro comune, se non stiamo attenti, potrà correre questo rischio e non bisogna scandalizzarsi di questo, in quanto le condizioni esterne impongono il dissesto… impongono il dissesto”e continuava spiegando che poteva essere “una manovra reale data la storia pregressa dell’Amministrazione cittadina”e, comunque, dopo un corposo ragionamento, con efficace sintesi affermava: “insomma, le cose vanno male”.
Questo nel 2004. Successivamente le cose non sono certo migliorate: tagli pesanti e indiscriminati dei trasferimenti agli enti locali hanno generato uno shock da contrazione su tutto e per tutte le città, ma da noi la situazione è drammaticamente più pesante. Il rapporto debito pubblico/PIL del nostro paese è il peggiore dell’area Euro; dalle indagini condotte dall’ISTAT è emerso che in Italia, nel 2009, si è chiuso con un -5% del PIL ai prezzi di mercato, la posizione competitiva non è migliorata, la perdita di posti di lavoro è aumentata con un allarmante incremento dei tassi di disoccupazione.
In Calabria, poi, il PIL pro-capite è molto lontano da quello medio nazionale: 16.835,50 euro all’anno, a fronte dei 26.278,60 euro del dato nazionale. Nella provincia di Cosenza, poi, il PIL pro-capite è risultato essere il 63,70% di quello nazionale, con un valore ancora più basso di quello della media regionale. 
La provincia di Cosenza presenta una crescita economica “disordinata e altalenante”, poco industrializzata e troppo terziarizzata. Essa, infatti, ha nel commercio e nelle costruzioni i suoi punti di forza, ma anche questi vengono indeboliti dalla grave crisi economica e finanziaria che si riflette in sede locale con un calo dei consumi, un aumento della disoccupazione e delle persone in difficoltà e, conseguentemente,  una maggiore richiesta di assistenza.
Questo è lo scenario in cui anche una città come Cosenza si muove e tutti dobbiamo averlo ben chiaro. In questo momento l’onestà intellettuale che ci deve caratterizzare non permetterà a nessuno di noi di negare questa lampante evidenza. Allora, si tratta di contribuire stasera a recuperare un atteggiamento positivo e costruttivo per la nostra città.
Stasera dovremmo misurarci, attraverso un ragionamento maturo, sereno, per certi versi nuovo, con lo spirito e la logica che ha questo Documento. Non vorrei che qualcuno interpretasse questo auspicio come un retorico buonismo. Io, invece, credo fortemente nella necessità del rinnovamento, del cambiamento e questo parte innanzitutto dalla capacità di modificare lo stile di approccio a cose e a persone.
Voglio dire che in democrazia le differenze tra le forze politiche esistono e devono essere rispettate in una vivace dialettica di idealità e obiettivi. Ci si può liberare, però, dal logoro copione: “sono minoranza e dico no, anche se dovessi arrampicarmi sugli specchi, oppure sono maggioranza e dico sì, anche in modo acritico e conformista”.
La sensibile riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, la difficile ed annosa crisi finanziaria del Comune, in un contesto di lievitazione dei costi in generale, di aumentate richieste di maggiori interventi nei vari settori, ha reso il lavoro fin qui svolto oltremodo impegnativo e responsabilizzante. I grossi limiti finanziari, le forti difficoltà oggettive, derivanti dai condizionamenti esterni potevano indurre a dar vita ad un Bilancio statico, di corto respiro. Invece, l’Amministrazione, tenuto conto dei programmi già in corso di attuazione e di quelli in fase previsionale, ha salvaguardato una dimensione di dinamicità, che serve a delineare lo sviluppo degli anni futuri. In sostanza, si è deciso di non rinunciare al coraggio di rispondere - con le migliori scelte possibili, a costo di rischiare - al mandato che ci è stato consegnato, che non è certo quello di bloccarci o di essere timidi di fronte a difficoltà e a sfide.
Napoleone diceva che “ci vuole più carattere ad amministrare che a fare la guerra” e noi abbiamo carattere, ritenendo che questa dimensione attiene, non solo alla sfera politica, ma anche a quella morale nei confronti della città.
Allora, se, come è evidente, questo è un Bilancio rigido, in gran parte pietrificato, è impensabile potere apportare sostanziali modifiche all’impianto di questa manovra, senza stravolgere e annullare l’enorme e responsabile lavoro fin qui fatto. Io, invece, credo che se  tutti riusciremo ad entrare costruttivamente in questo percorso, approvando il Bilancio, saremo tutti protagonisti di un risultato “straordinario”, quello di un’Amministrazione che ha il coraggio di lanciare una grande sfida: quella di rifiutare la logica della provvisorietà o del breve periodo, e di assecondare, invece, l’ambizione alta della progettualità e della lungimiranza.
Senza sciocchi ottimismi, ma anche senza logiche pessimistiche deresponsabilizzanti del “non ce la possiamo fare”, questa Amministrazione, non solo continua il suo impegno nei confronti della città, ma vuole “rilanciarlo”, termine molto caro al Sindaco Perugini. Infatti, diciamo con chiarezza che si poteva scegliere un’altra strada, “codina” o se volete “prudente” nell’accezione meno positiva: conformista, furba, fredda e guardinga.
Invece, l’Amministrazione ha scelto una strada più complessa, ma più responsabile; ancora una volta quella di difendere ciò che è stato costruito e che è stato da noi tutelato a costo di grandi sacrifici economici e stress operativi.
Mi riferisco alla salvaguardia dei posti di lavoro. Non un lavoratore è stato tagliato fuori. E questa non era una scelta scontata e dovuta. Pensiamo a quello che ha fatto e che continua a fare il governo nazionale: taglia spietatamente migliaia di posti di lavoro; il mondo della scuola è stato falcidiato, decimato con fredda e prepotente arroganza, senza un organico e partecipato progetto di riforma.
La linea politica di un’Amministrazione di centrosinistra come la nostra non ha nemmeno per un attimo valutato  questa possibilità. Eppure un Bilancio rigido, imbrigliato per oltre il 73% dalle spese fisse in termini di stipendi e salari, avrebbe potuto considerarla.
Di conseguenza, si continua a garantire il lavoro ad oltre 1.500 famiglie, con un impegno equivalente a circa i due terzi della spesa globale.
Questo è il contributo per fronteggiare gli effetti della crisi globale e della politica nazionale che è stata capace di produrre, nel 2009, un tasso di disoccupazione pari all’8,2%, confermando una caduta dell’occupazione di 380.000 unità, di cui la maggior parte nel Mezzogiorno.
Se la scelta fosse stata altra, si sarebbero certamente liberate risorse utili a fronteggiare altre esigenze ed emergenze della città, per le quali bisogna letteralmente scervellarsi; ed è quello che faremo. Sono certa che riusciremo a superare i vincoli stretti di questo Bilancio; vincoli che stanno tutti in una spesa corrente che si aggira sugli 88 milioni di euro, di cui il 48% è assorbito da stipendi e salari (il 38% riguarda il personale dipendente ed il 10% le Cooperative di tipo “A” e “B”). Il 15% (12 milioni e 500 mila euro) è destinato alla raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Aggiungiamo altri 8 milioni per il pagamento di mutui e prestiti obbligazionari, quindi altro 10% con cui si raggiunge il 73% della spesa. Con il restante 27% si devono fronteggiare i servizi essenziali (illuminazione, piccole manutenzioni, spese di funzionamento), spese per il funzionamento della politica (indennità, commissioni, circoscrizioni, ecc.). A tale proposito è corretto ricordare che, tre anni fa, in considerazione della crisi economica che attraversava il nostro paese, le indennità del sindaco e degli assessori sono state decurtate per loro stessa iniziativa del 10%, cui si aggiunge per molti assessori un’ulteriore decurtazione del 10% in favore dei partiti di appartenenza. Questa decurtazione è stata confermata ogni anno, e anche in questo, senza clamori o squilli di tromba.
Riprendendo quel 27% di plasticità del Bilancio, l’Amministrazione ha ribadito la forte volontà di non tagliare i servizi offerti;  ha tenuto salda l’attenzione al Welfare ed è stato confermato e potenziato quello che già esisteva. Per esempio, per quanto riguarda gli asili nido, quest’anno se ne è aperto uno nel centro storico, in aggiunta agli altri due presenti in città, ed è in via di completamento l’iter amministrativo di due asili aziendali con fondi regionali, per i quali il Comune a suo tempo aveva emanato il relativo bando. Si prevede di realizzarne altri  in città attraverso un percorso organizzativo possibile. Questo significa venire incontro a richieste di tipo sociale ed educativo, ma significa anche, fronteggiando il disagio economico, intervenire indirettamente su una forma di redistribuzione del reddito in città. L’Amministrazione, nell’anno 2010, ha previsto l’aumento del sostegno abitativo per € 79.000,00, portandolo a € 300.000,00; ha riconfermato il fondo per le famiglie disagiate che è stato portato ad € 160.000,00 e in più è stata prevista la somma di € 80.000,00 per accompagnare le politiche dell’immigrazione. Quindi, si migliora il livello di protezione sociale delle famiglie che hanno maggiore bisogno di attenzione, come del resto si sta facendo già. Infatti, recentemente è stato riconosciuto da un’indagine nazionale, riportata su “Il Sole 24 ore”, che i nostri servizi socio-educativi, in modo specifico gli asili nido, sono quelli che in Italia vengono offerti, a minor costo, agli utenti della nostra città.
Si è consapevoli che, se si vuole continuare a garantire ciò, si devono individuare soluzioni ai trasferimenti mancanti. Per questo dovrà continuare la lotta all’evasione fiscale, già dichiarata con forza e portata avanti con incisività lo scorso anno, individuando una serie di interventi e percorsi virtuosi. Va verificata, ed eventualmente ulteriormente intensificata, la stretta collaborazione attivata con Equitalia-E.T.R. Spa per accelerare il recupero delle risorse. Si conta di incassare 2 milioni e 200 mila euro anche attraverso il recupero degli evasori parziali (cittadini, per esempio, che denunciano superfici degli immobili di gran lunga inferiori a quelli reali), attraverso l’incrocio dei dati denunciati con quelli catastali e di banche-dati diverse. Va ulteriormente raffinato il regolamento COSAP relativo all’occupazione permanente e temporanea del suolo pubblico, predisponendo strumenti più efficaci per la riscossione di quanto dovuto.
Parlare di tasse è sempre un problema perché in genere evoca un potere “impositivo”, nella sua accezione aggressiva. Bisogna, invece, recuperare il concetto democratico e solidaristico del termine. Una tassazione, infatti, serve per redistribuire le risorse: chi ha di più dà per poter garantire i servizi a tutti e soprattutto a chi ha di meno; non c’è altra scelta: si tratta di equità, di socializzazione, di crescita generale di una comunità. Per esempio, asili nido, servizio scuolabus, servizio pre-post scuola, ai costi bassi di un Comune come il nostro, può significare per una famiglia povera liberare risorse per poter accedere a quella serie di diritti che rendono meno precaria o afflittiva la vita, dalla casa, al sapere, allo svago, alla socialità, all’informazione. Diventa un circuito economico virtuoso.
Ma questo è possibile se si incrementano le entrate attraverso anche il pagamento di tasse da parte di coloro i quali usano a proprio vantaggio il bene pubblico. Ci si riferisce alla concessione di adeguati spazi pubblici per l’esercizio delle attività commerciali-artigianali, passi carrai, cartellonistica pubblicitaria e quant’altro: tutto quello che in genere non ci appartiene, che magari sta sotto casa e non ci piace, né è direttamente utile al cittadino, ma solo a chi occupa per il suo interesse spazio di superficie sotterraneo e aereo. E allora, è giusto che questo vantaggio di parte venga compensato con tasse che ritornino in termini di servizio a tutti. È evidente che questo resta un obiettivo vitale per l’Amministrazione.
Altra scelta rilevante dell’Amministrazione riguarda la destinazione di alcune aree cittadine. In particolare:

  • Cessione area per la realizzazione della nuova Chiesa San Francesco di Paola - Quartiere Via Popilia.

Nel 2009 è pervenuta istanza da parte della Curia Provinciale “S. Francesco di Paola” finalizzata alla cessione gratuita di un suolo di proprietà comunale, nella zona Nord della Città, necessario alla realizzazione della nuova Chiesa da dedicare a San Francesco di Paola.
Il Sindaco ha manifestato la volontà dell’Amministrazione Comunale di venire incontro alle esigenze manifestate dalla Curia Provinciale ed ha individuato, previa verifica del Settore LL. PP., un’area idonea alla costruzione della nuova Chiesa da dedicare al Santo, posta nelle immediate vicinanze dell’attuale Parrocchia di San Francesco Nuovo.
L’appezzamento di terreno, ubicato lungo Via Scopelliti, angolo Via Popilia, perverrà al Comune in sede di attuazione di un Programma Unitario di Riqualificazione di iniziativa privata approvato dall’Amministrazione con deliberazione della Giunta comunale n. 287 del 2005 e di imminente realizzazione. La cessione di tale area, infatti, è prevista nell’apposita convenzione a rogito del Notaio Stanislao Amato sottoscritta tra i soggetti privati ed il Comune in data 15/10/2008, repertorio n. 113695 - raccolta n. 28759. La superficie in questione è censita in catasto al foglio di mappa n. 4, particelle n. 66 (per intero) e n. 276 (quota parte) ed è esattamente identificata nella tav. n. 7 del citato PUR.
Al concretizzarsi del suddetto Programma Unitario di Riqualificazione, il Dirigente del Settore LL. PP. potrà pertanto predisporre e sottoscrivere tutti gli atti occorrenti alla formalizzazione della cessione gratuita dell’area e quelli necessari e connessi per attuare la presente decisione e le finalità sopra descritte.

  • Cessione area per la realizzazione di una Chiesa per la Comunità Cristiana Ortodossa - Quartiere Via Popilia.

E’ pervenuta istanza da parte del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, con sede a Melicuccà (RC), volta all’assegnazione gratuita di un suolo di proprietà comunale, idoneo alla realizzazione di una piccola Chiesa per la Comunità Cristiana Ortodossa cosentina, provvisoriamente ospitata in alcuni locali della Chiesa di S. Teresa.
Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, attenti e determinati alla risoluzione dei molteplici problemi logistici del crescente numero di fedeli ucraini, rumeni, bulgari, bielorussi, moldavi e russi stabilitisi nella nostra città, previa verifica del Settore LL. PP., hanno individuato un suolo, anch’esso nel quartiere di Via Popilia, necessario alla numerosa Comunità per la realizzazione della nuova Chiesa e di un nuovo e più funzionale punto di riferimento sociale.
L’appezzamento di terreno, di proprietà comunale, risulta area residuale del corrispondente Piano di Zona di Via Popilia da tempo completato. Detta area è ubicata a est di Via Popilia, tra l’innesto alla S.S. 107 e Via F. La Camera.  Il reliquato di terreno di circa 1.800 mq è censito in catasto al foglio di mappa n. 4, quota parte delle particelle n.ri 777, 780, 781, 785, 786 e 787.
Il Dirigente del Settore LL. PP. potrà quindi predisporre e sottoscrivere tutti gli atti necessari per la formalizzazione della cessione dell’area e quelli necessari e connessi per attuare la presente decisione e le finalità rappresentate.

  • Acquisizione gratuita area Centro Storico

Con nota del 23 dicembre 2009, prot. n. 15141, la Sig. Trentacapilli Giovanna, in qualità di proprietaria, ha comunicato la volontà di cedere gratuitamente a questa Amministrazione Comunale un appezzamento di terreno sito nel Centro Storico della Città. L’area è ubicata in Via Salita Motta, distinta in catasto alla particella n. 1547 del foglio di mappa n. 22 di mq. 1.730, confinante con Corso Vittorio Emanuele e con Via Lucrezia della Valle. La volontà della cessione gratuita è finalizzata alla realizzazione su detta superficie, già giardino del palazzo della famiglia Bombini, di un idoneo spazio verde di uso pubblico da sistemare a cura del Comune.
Considerato che lo scopo della cessione è in sintonia con i programmi e le numerose azioni avviate da questa Amministrazione Comunale per il recupero e la valorizzazione del Centro Storico, il Dirigente del Settore LL. PP. potrà pertanto predisporre e sottoscrivere tutti gli atti occorrenti per la formalizzazione dell’acquisizione gratuita dell’area indicata e quelli necessari per dare concreta attuazione alla sua riqualificazione.
Un’altra importante scelta è stata quella di dare rilievo e centralità alle politiche culturali. L’identità culturale di grande spessore della nostra città (ricordiamo che nel tempo è stata definita l’”Atene della Calabria”)ha sempre ricevuto forti riconoscimenti non solo nazionali e di questo siamo stati sempre orgogliosi. Non sia mai detto che su questo versante l’Amministrazione segni il passo.
Il nostro Teatro Rendano, la ricca rete di teatri che esistono in città, il museo, le biblioteche, civica e nazionale, la pinacoteca, il MAB e mi fermo perché l’elenco diventerebbe lungo, non possono essere luoghi vuoti, laddove per vuoti si vuole intendere luoghi non sufficientemente valorizzati da un programma di livello a cui Cosenza è stata abituata, e non solo Cosenza, ma la Calabria. Ci è stata sempre invidiata un’autorevole tradizione culturale e nel tempo le altre città, in una sorta di apprezzabile emulazione, hanno via via creato i propri spazi ed eventi, ma Cosenza ha una specificità che non può essere eguagliata e la sua “disattivazione” culturale non potrebbe essere compensata, dalle stagioni di prosa, di varietà, musica e quant’altro, anche di livello, delle altre città. Nell’ambito di questa tradizione culturale l’Amministrazione ha confermato la commissione, in occasione delle celebrazioni per l’anno Telesiano, per come ampiamente pubblicizzato sulla stampa, al musicista Franco Battiato insieme al filosofo, poeta e paroliere italiano Manlio Sgalambro, di un’opera lirica sulla vita e sull’opera di Telesio.
Si aveva il dovere di offrire ai nostri cittadini un programma culturale adeguato alla loro storia ed a quella della città. Anche qui si poteva, in modo molto svelto e qualunquista, evitare; avevamo sufficienti giustificazioni e spiegazioni, considerando la ben nota crisi economico-finanziaria. Ma, ancora una volta, si è scelta la strada dell’impegno duro, della responsabilità più sensibile, della voglia di conquistare la stima piena della città, l’affetto dei nostri cittadini.
Tutte le politiche e le attività dell’Ente meritano una più attenta ed incisiva comunicazione, assegnando a questo tema non un effimero significato bensì la consapevolezza di una informazione di contenuti capace di stabilire una importante e costante forma di relazione con i nostri concittadini.
Da qui la scelta di centralizzare la spesa in un unico capitolo in capo allo staff del Sindaco perseguendo una duplice finalità: la migliore e più razionale utilizzazione delle risorse; l’elaborazione di un progetto comunicativo unitario in grado di valorizzare l’attività amministrativa senza trascurare i punti di criticità volendo sempre intercettare il sentire dei cittadini.
Inoltre, va superata, nonostante gli sforzi compiuti, una non più sostenibile insoddisfazione dell’organizzazione interna. Questo aspetto non si può ignorare e l’Amministrazione dovrà sostenere, su questo versante, con migliore incisività, la sua volontà di cambiamento e di miglioramento.
Si deve, insieme al Personale tutto, alle forze sindacali e a quanti sono coinvolti in questo processo, valorizzare l’unico capitale certo e anche corposo che abbiamo: le risorse umane. Il Personale deve sentirsi coinvolto in un percorso di armonia organizzativa e di forte produttività. Qui è in gioco il benessere psico-sociale dei lavoratori, nonché il loro futuro economico e professionale.
È ovvio, ma è importante sottolinearlo, che il ruolo dei Dirigenti deve potersi attivare e potenziare in questa direzione. È certamente un argomento specifico che troverà altri momenti di analisi e di approfondimento, ma si ritiene che debba essere almeno enunciato, in un momento di bilancio e di proiezione del nostro lavoro. Qui non si sollecita una semplice sensibilità umana, ma ci si vuole proiettare nella direzione di un necessario accrescimento della produttività, spendendosi nella costruzione di quella che oggi viene chiamata “civiltà dell’empatia”, che delinea in generale lo stile e l’approccio di un’Amministrazione moderna e coraggiosa, tesa a percorrere strade nuove e sicure. Non è un artificio retorico. Se si vuole dar vita e attualizzare questo Bilancio, che di per se stesso è complesso, c’è bisogno di un coinvolgimento pieno, totale, di tutti e soprattutto della cittadinanza, che deve acquisire e recuperare il suo ruolo attivo e costruttivo e per questo la classe politica, che la rappresenta, deve adoperarsi perché ciò avvenga.
Questa è la realtà e con essa bisogna misurarsi, attraverso un ragionamento sereno e onesto, nella consapevolezza che il confronto, lo stimolo, il controllo anche severo, che, tra l’altro, rappresentano le funzioni principali del Consiglio, devono scattare con responsabilità e determinazione, da domani, con un programmato e coerente lavoro delle varie Commissioni, attraverso un rapporto continuo con gli Assessori, gli Uffici, le Circoscrizioni e le Parti Sociali. Certo è difficile, ma questo si deve fare.
Non si può ignorare il fatto che la finanza locale è uno dei pochi aspetti della politica italiana, su cui i diversi schieramenti concordano: il malcontento è “bipartisan” e non deriva dalle posizioni ideologiche.
Perciò, ci si augura un confronto serrato, pertinente e soprattutto rafforzato da uno stile politico nuovo e da un approccio amministrativo responsabile, che porti a comprendere e ad approvare scelte pragmatiche, ma soprattutto a valorizzare, in un positivo sforzo unanime, la tensione etica e ideale che sottende questo Documento.

La parola va al Presidente della Commissione Politiche economiche, consigliere Raffaele Zuccarelli che riferisce dei lavori della Commissione, molto partecipata anche da osservatori esterni.
Il voto unanime della maggioranza sta nel fatto che, salvaguardati i posti di lavoro, garantiti il servizio di igiene urbana ed i lavori appaltati, il bilancio meritava di essere approvato. Nonostante i forti tagli governativi nei confronti di quelli che ieri Tremonti ha definito i ladroni del sud. E nessuno dal nostro centrodestra ha alzato la voce per dire a Tremonti che noi non siamo ladroni.
Il patto di stabilità con questo bilancio è stato rispettato, evitando tagli sui dipendenti. Infine il ringraziamento a quanti hanno collaborato con il loro lavoro allo svolgimento ottimale dei lavori della commissione. In chiusura l’augurio al nuovo Governatore Scopelliti con l’auspicio che sia il Presidente di tutta la Calabria.

 

 

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