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    Aveva sottratto figlia a convivente, romeno arrestato a Vaglio Lise

     

     

    Aveva sottratto figlia a convivente, romeno arrestato a Vaglio Lise

    07 ago 10 La polizia ha arrestato a Cosenza un cittadino romeno, Viorel Lacatus, di 25 anni, con l'accusa di avere rapito la figlia di sei mesi sottraendola alla convivente. Il sequestro della bambina e' accaduto a Motta San Giovanni (Reggio Calabria), dove la convivente di Lacatus, anche lei romena, si era rifugiata dopo essersi allontanata, portando con se' la bambina, dalla casa in cui abitava a Cosenza insieme al connazionale . Lacatus ieri pomeriggio si era recato a Motta San Giovanni, dove risiede la famiglia della convivente, e aveva preso la bambina, approfittando dell'assenza momentanea della madre. La bimba, nel momento in cui e' stata sequestrata, era insieme alla nonna materna. Il sequestro della bambina e' stato denunciato dalla madre alla Questura di Reggio Calabria, che si e' messa in contatto con la Squadra mobile di Cosenza per segnalare il rapimento e fare attivare le ricerche. Lacatus e la figlia, che non ha mai riconosciuto, sono stati rintracciati nel campo nomadi di Vaglio Lise, a Cosenza. Lacatus, che ha precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, e' stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona aggravato.

    Appena ricevuta la denuncia con cui la madre - un donna rumena di 21 anni, venditrice ambulante - formalizza il rapimento della piccola figlia – una bimba di pochi mesi – i poliziotti della Squadra Mobile di Reggio Calabria ( Sezione Reati contro la persona diretta dalla dr.ssa Roges) contattano i colleghi della Squadra Mobile di Cosenza, guidata dal V.q.a. Dr. Ciccimarra. L’impressione è che Viorel LACATUS di 25 anni - con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e già noto ai poliziotti della Squadra Mobile di Cosenza - voglia raggiungere il campo nomadi di Cosenza Vaglio Lisi. Secondo la ricostruzione fatta dalla Polizia, l’uomo dopo aver nel pomeriggio di ieri prelevato la minore dalla casa della madre, sita in Provincia di Reggio Calabria Motta S.Giovanni - dove la donna vive con i genitori –, approfittando dell’assenza temporanea della nonna deputata alle cure della piccola – a bordo della sua auto - una utilitaria di colore scuro- lascia il piccolo centro della Provincia Reggina in direzione Nord. In sede di denuncia la madre della minore R.C, 21 anni, nel formalizzare quanto accaduto, precisa, peraltro, che nei giorni scorsi nei riguardi della minore vi era stato un analogo tentativo da parte del padre di sottrarla alla potestà della madre – esclusiva incaricata del titolo genitoriale –. Tentativo rimasto tale grazie all’intervento del personale delle Volanti della Questura di Reggio Calabria giunti sul posto (Piazza Garibaldi Reggio Calabria) in quanto sollecitati dalla donna. Appena ricevuti tutti i riferimenti anagrafici, nonchè fotografici riguardanti la minore e trasmessi della Squadra Mobile di Reggio Calabria, gli investigatori della Squadra Mobile di Cosenza pianificano un intervento all’interno del campo nomadi di Vaglio Lisi al centro, peraltro, di numerosi e costanti servizi di vigilanza e prevenzione, di recente, assai intensificati su forte impulso e precisa volontà del Questore di Cosenza Alfredo Anzalone. Ad operare sono decine di uomini della Polizia di Stato che procedono a setacciare le numerose baracche in lamierato presenti nel sito. Si guardano volti e documenti alla ricerca non solo della bambina ma anche di colui che la sottratta alle cure della madre senza preoccuparsi della sua giovanissima età. Solo dopo alcune ore i poliziotti della Sezione Criminalità straniera della Squadra Mobile bruzia - Seconda Sezione coordinata dall’ispettore Giuseppe De Rose- rintracciano l’autore del rapimento mentre sta rientrando in una baracca controllata a distanza dagli investigatori. L’intervento è immediato. Con l’uomo si trova anche la piccola che viene – assistita da alcune donne del campo – immediatamente condotta in Questura per essere accudita dal personale femminile in servizio alla Squadra Mobile. L’autore dell’assurdo gesto viene, pertanto, controllato, perquisito e quindi tratto in arresto. L’accusa è grave per quanto grave è la vicenda. Si contesta il sequestro di persona aggravato, cosi come prevedono recenti modifiche al reato apportate dal Pacchetto sicurezza Luglio 2009 che prevede un inasprimento della pena per il delitto di sequestro di persona in danno di minori. Dopo le formalità di rito l’arrestato è stato associato alla locale casa Circondariale di Cosenza a disposizione della Procura della Repubblica di Cosenza nella persona del dr. Del Bene P.M. di Turno che, dopo aver valutato la convalida dell’arresto trasmetterà gli atti alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria competente per il delitto li consumato. Al vaglio della Procura della Repubblica di Cosenza, in particolare del Procuratore Capo Dario Granieri e del suo Procuratore Aggiunto Domenico Airoma, la possibilità di disporre ulteriori approfondimenti da delegare alla Squadra Mobile e necessari per evidenziare ulteriori responsabilità penali in capo ad altri soggetti coinvolti nella vicenda come complici indispensabili per collaborare il LACATUS nel rapimento, ovvero trasferire la piccola in altra località diversa dal campo nomadi di Cosenza, anche, fuori del territorio nazionale.

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