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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Pollari: Eroico il gesto di Calipari. Mercoledì messa di suffragio a Cosenza

25/03 ''Il gesto di Nicola Calipari non e' stato dettato solo da generosita' istintiva. E' stato un gesto di razionalita', di professionalita'. E' un eroe perche' aveva gli strumenti e l'esperienza per valutare tutti i rischi ai quali andava incontro. Ma ha scelto di andare avanti e di prendere su di se' responsabilita' e rischi che poteva ben facilmente delegare ad altri''. Lo ha affermato il direttore del Sismi, Nicolo' Pollari, inaugurando a Pescara un parco pubblico intitolato al funzionario dei servizi segreti ucciso in Iraq. Pollari ha espresso al sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, la ''piu' sincera gratitudine per l'attenzione e l'onore riservati al dottor Calipari e, implicitamente, agli uomini del Sismi che come lui hanno lavorato e lavorano oggi in aree piu' e meno facili del mondo''. Ha portato il saluto della moglie e della famiglia di Calipari: ''La signora Rosa - ha riferito durante la cerimonia di inaugurazione del parco - mi ha pregato di chiedere a tutti di considerarla qui in mezzo a noi oggi, manifestando il dispiacere di non essere qui, ma di comprendere lo stato d'animo e i problemi concreti posti da un dramma del genere''. Il generale Pollari ha insistito sulla scelta razionale fatta da Calipari nel salvare la vita alla giornalista Giuliana Sgrena: ''E' andato avanti, ma non per mostrare il petto irrazionalmente - ha ricordato -. Lo ha fatto con successo, perche' ha interagito in un contesto geografico, sociale, ambientale noto a tutti. E' riuscito a ottenere il risultato che tutti auspicavano, quello di salvare una vita umana, di ridare la liberta' a una nostra concittadina che faceva il suo dovere in quelle terre''. Ma a quel punto - ha aggiunto Pollari - ''si e' trovato in una contingenza, in una fatalita', ha affrontato una situazione gravissima che, purtroppo, e' connaturata al rischio che quelle terre oggi propongono. Quando si e' trattato di confrontarsi con il problema, Nicola Calipari ha razionalmente, oltre che generosamente, protetto con il suo corpo un altro essere umano. Qui e' il suo grande merito''. Secondo il direttore del Sismi, Calipari ''sapeva professionalmente che, per tutelare la vita in quelle contingenze, non si poteva che fare cosi', e lo ha fatto vincendo anche gli istinti piu' naturali di un essere umano. Per questo aspetto, oltre ai sentimenti di affetto e di amicizia, lui ha la nostra grande ammirazione e la nostra grande venerazione''. La circostanza offerta oggi dal Comune di Pescara ''e' estremamente significativa - ha aggiunto - perche' rappresenta un abbraccio per quest'uomo. E' una testimonianza grande, veramente condivisa, al di sopra delle parti, delle idee e dei modi di pensare. E' un importante atteggiamento di condivisione morale e spirituale, con un effetto unificante delle coscienze: e' anche questo - ha concluso - il dono di Nicola Calipari, l'ultimo dono che ci ha fatto''. Durante la cerimonia, svoltasi nel nuovo parco pubblico di via Rigopiano, e' stata scoperta la targa che indica l'intitolazione dell'area al funzionario del Sismi, davanti alla quale e'stata deposta una corona d'alloro, alla presenza dei rappresentanti di tutte le forze dell'ordine, del presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Andrea Pastore, e dell'arcivescovo di Pescara, Francesco Cuccarese. Un gruppo di giovani ha mostrato uno striscione con la scritta ''Via le truppe dall'Iraq. No Bush no war''. ''Calipari - ha detto nel suo discorso il sindaco D'Alfonso - ha insegnato a tutti noi cosa significa essere uomini al servizio dello Stato''

Mercoledì una messa di suffragio in Duomo officiata dall’Arcivescovo

Una messa in suffragio di Nicola Calipari, il funzionario del Sismi ucciso a Baghdad, sara' celebrata mercoledi' prossimo nel Duomo di Cosenza dall' arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Salvatore Nunnari. L' iniziativa e' della Questura di Cosenza che ha voluto cosi' ricordare il sacrificio di Calipari, funzionario della polizia di Stato.

Pollari: Calipari ha salvato la Sgrena due volte

Giuliana Sgrena e' convinta che Nicola Calipari l'abbia salvata due volte: "prima liberandola, poi facendole scudo". Lo ha detto stamani il generale Nicolo' Pollari, direttore del Sismi, intervenuto a Cerchio (L'Aquila) alla cerimonia di intitolazione alla memoria di Nicola Calipari del teatro comunale. "Con la giornalista del Manifesto - ha aggiunto il gen. Pollari - ho parlato piu' volte e i suoi racconti sono stati particolarissimi. Giuliana Sgrena ha sempre parlato di un uomo esperto, non sprovveduto, che l'ha salvata facendole scudo col suo corpo. Di Nicola Calipari abbiamo ascoltato tante cose buone, come si fa in genere quando viene a mancare una persona. Ma lui era proprio cosi', come lo hanno descritto. Era un uomo forte e gentile, come l'Abruzzo, a cui era molto legato. Per Nicola - ha ricordato il direttore del Sismi - Cerchio era un luogo importante dove ha spesso interagito con colleghi originari di questa zona". Il gen. Pollari ha poi manifestato un 'pentimento': "mi sono rimproverato - ha detto - di averlo sottratto troppo spesso agli affetti familiari. Quando lo chiamai per la missione della Sgrena aveva appena accompagnato la famiglia auna settimana bianca. Non e' neanche arrivato che e' subito ripartito". "Un grande italiano, che ha donato la sua vita con un gesto spontaneo, l'ultimo, il piu' prezioso di una lunga serie. Lui ha insegnato a noi tutti cosa significa essere umili al servizio dello Stato, senza ostentazione, senza prevaricazioni, ma con semplicita' e discrezione".

Appello della Sgrena per la liberazione della Aubenas

L'inviata del Manifesto, Giuliana Sgrena, in un'intervista a Sky Tg24 rivolge un nuovo appello ai sequestratori dell' Aubenas. ''Quando io dicevo ai miei rapitori 'voi volete uccidermi' loro rispondevano 'l'Islam ci impedisce di maltrattare e di uccidere una donna'. Ecco io chiedo ai sequestratori di Florance di rispettare l'Islam, di trattarla bene e di liberarla''.

Sgrena. “stanno succedendo cose che allontanano la verità.

Si stanno verificando fatti e situazioni che allontanano la verita' sulla morte di Nicola Calipari. Lo sostiene Giuliana Sgrena in un'intervista a Sky Tg24 in cui l'inviata del Manifesto rinnova l'appello ai sequestratori della giornalista francese di 'Liberation' Florence Aubenas: ''Rispettate l'Islam - dice - trattatela bene e liberatela''. ''Sono coinvolta in un'inchiesta di cui sento tutta l'impotenza che in altri casi ho dovuto solo registrare dal di fuori: l'impotenza di poter raggiungere la verita' - dice la Sgrena - Ho chiesto la verita' su quello che e' successo quel giorno, ma stanno succedendo delle cose, come il fatto che i periti nominati dai magistrati italiani non possano andare ad esaminare la macchina su cui viaggiavamo e su cui e' stato ucciso Nicola, che non fanno auspicare l'emergere della verita'''. Una ''sensazione di impossibilita''', aggiunge la Sgrena, ''da un lato di fare il mio lavoro e dall'altro di raggiungere la verita'''.

Per la Sgrena Pasqua in famiglia. Oggi toglierà i punti al Celio

Nella mattinata di sabato Giuliana Sgrena tornera' al policlinico militare del Celio per effettuare una visita di controllo che, probabilmente, sara' anche l'occasione per togliere dei punti di sutura. La giornalista del Manifesto, dimessa ieri dal Celio ed apparsa in buone condizioni, trascorrera' la Pasqua lontana dai riflettori ed in compagnia del suo compagno Pier Scolari, a quanto afferma quest'ultimo.

Taormina (Fi) “Il sequestro Sgrena forse gestito anche in Italia”

''Nel sequestro Sgrena c'e' un ruolo italiano''. Lo ha detto Carlo Taormina, deputato di Forza Italia, intervenendo ad una trasmissione di Telelombardia. ''Non so se quello di Giuliana Sgrena -ha aggiunto- sia nato come sequestro, credo che ci sia un rapporto, che la magistratura dovra' accertare, tra aggregazioni irachene e italiane. Il sequestro potrebbe essere nato in Italia e gestito anche dall'Italia o essere nato in Iraq ed essere gestito anche in Italia''. ''Vi ricordate quando erano state sequestrate le due Simona? Anche in quel caso c'era un personaggio che da un piazza fece una telefonata ad un iracheno, con il quale diceva di essere in contatto, nella condizione di far liberare le due ragazze. Io metto assieme tutti questi tasselli, anche in base ad alcune infirmazioni che poi successivamente sono stato in grado di raccogliere, penso che la magistratura debba mettere il dito su questo tipo di analisi. Credo che la magistratura debba capire -ha concluso taormina- se ci sia stata una cogestione iracheno-italiana''.

 

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