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Cronaca
Lettera dei Vescovi calabresi ai partiti

 


Lettera dei Vescovi calabresi ai partiti: “La politica è verità, basta con i favori”

25/02 ''La politica e' un' alta forma di verita' e non devono esserci piu' favori da concedere, bensi' diritti da rispettare''. E' questo uno dei passaggi della lettera rivolta ai fedeli dalla Conferenza episcopale della Calabria e offerta alla valutazione dei partiti e delle forze politiche in vista delle prossime elezioni regionali. Un richiamo a quell’etica e quella morale politica che sembra irrimediabilmente smarrita. La lettera, ''Il Vangelo della speranza per la nostra terra di Calabria, oggi'', nella quale i vescovi, indicano in progettualita', eticita' e risposta celere le qualita' richieste alla Regione dai calabresi, e' stata illustrata oggi, a Reggio Calabria, dall' arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza episcopale calabrese, mons. Vittorio Mondello. All' incontro hanno partecipato anche il neoarcivescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, che si insediera' domani, ed il responsabile della Comunicazioni sociali della Curia reggina, don Antonino Denisi. ''Come Pastori - ha detto mons. Mondello - ci interessiamo del bene comune e incoraggiamo la gente ad essere piu' fiduciosa nella speranza di Dio, ottimisti ma non ingenui. La nostra iniziativa non vuole invadere il campo di altre autorita', ma e' dettata dal profondo delle richieste che ci vengono dalla popolazione calabrese''. L' eticita', e' scritto nella lettera dei vescovi calabresi, e' quella ''dei responsabili del governo che li mostri misurati nei compensi, trasparanti nei comportamenti e nell' ascolto, perche' la gente si scandalizza di tanti esosi stipendi e sperperi, mentre c' e' chi stenta a vivere''. Al capitolo della riflessione qualitativa, la lettera fa seguire la riflessione operativa, e cioe' le istanze concrete da realizzare con ''stile di governo''. Al primo punto, la famiglia, le politiche in favore dei giovani ed il sostegno agli handicappati, anziani ed immigrati. Segue il tema del lavoro, ''motivo di grande preoccupazione'', con la programmazione delle condizioni per uno sviluppo sostenibile e possibile; la sanita', con ''il diritto per ogni calabrese di curarsi nella sua terra'', riorganizzata nel quadro ''di un progetto globale, non lobbistico, attento al territorio ed alle diverse patologie''; la scuola, ''che abbisogna di moderne attrezzature per reggere alla sfida dei tempie funzionale all' inserimento nel mondo del lavoro, con eguale attenzione alle scuole paritarie, nel rispetto della liberta' delle scelte educative''. Per quanto riguarda le infrastrutture, i vescovi calabresi hanno posto in primo piano la salvaguardia ed il potenziamento delle prospettive di Gioia Tauro e ''un piano chiaro sulla viabilita' e le ferrovie'', mentre si sottolinea l' importanza della crescita culturale e la valorizzazione del patrimonio artistico ''affinche' la Calabria non sia conosciuta e citata, ingiustamente, sempre per la 'ndrangheta, ma che sia apprezzata per i suoi valori, la sua storia e le ricchezze memoriali''. Sul turismo, secondo i vescovi calabresi, occorre ''sviluppare la cultura dell' accoglienza, superando la periodicita', con attenzione a forme nuove ed itinerari piu' significativi. Su questo settore - scrivono i vescovi - c' e' da perseguire un intelligente turismo religioso, artistico popolare e folklorico''. L' agricoltura ''va mantenuta razionalizzando le nostre produzioni per farle entrare nei circuiti economici e incoraggiando i prodotti biologici e tipici''; industria ed artigianato, ''imperniando un progetto di sviluppo non basato su megaprogetti, ma fatto di piccole medie imprese, specie famigliari, che faccia diventare la Calabria ''un giardino dai tanti fiori'', superando le difficolta' di accesso al credito''. Infine, per quanto riguarda i rapporti con l' area mediterranea, i vescovi parlando di una ''Calabria prua aperta sul Mediterraneo, non piu' luogo di consumi o portatrice di pochi prodotti, ma testa di ponte verso il Medio-Oriente e l' Africa''.

Sbarra (CISL) “Richiamo dei Vescovi forte ed autorevole”

''Non puo' passare sotto silenzio ed inosservato l' ennesimo richiamo forte ed autorevole dei vescovi calabresi alla classe dirigente politica anche nell' approssimarsi della elezione per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria''. A sostenerlo e' stato il segretario regionale della Cisl, Luigi Sbarra, in merito alla lettera dei vescovi calabresi in occasione delle prossime elezioni regionali. ''Un monito importante - ha aggiunto Sbarra - che, assolutamente, deve essere percepito dalle istituzioni regionali e locali e soprattutto dal mondo della politica che sara' chiamata a governare la nostra regione nei prossimi anni. La Cisl calabrese non puo' che condividere ed apprezzare quanto espresso dalla Conferenza Episcopale Calabra che, raccogliendo l' eco e il malcontento delle comunita', delle famiglie e della gente, si fa portavoce delle loro speranze affinche' la Calabria possa, finalmente, rialzare la testa e tirarsi fuori dalle sabbie mobili nelle quali in questi anni e' sprofondata''. ''Lavoro, famiglia, scuola, sanita', infrastrutture, cultura, turismo - ha proseguito Sbarra - sono i fattori di sviluppo su cui costruire una nuova prospettiva di ripresa economica e produttiva della nostra Regione. La Cisl da anni e' impegnata su questo versante perche' fortemente convinta che proprio da queste priorita' e da queste condizioni di contesto puo' e deve ripartire la rinascita ed il riscatto civile, sociale, economico, produttivo ed occupazionale. Saranno questi, anche, i temi che impegneranno la Cisl nel prossimo Congresso regionale che si terra' a Maggio. Le condizioni economiche della Calabria negli ultimi anni sono notevolmente peggiorate. Tutti gli indicatori sociali segnalano un livello preoccupante di arretramento produttivo, di impoverimento del tessuto civile, di isolamento dal contesto nazionale e meridionale. E' mancata una politica che attraverso la programmazione, la progettualita', la qualita' dell' azione legislativa, puntasse a rimettere in moto lo sviluppo per favorire processi effettivi di crescita della ricchezza interna e di rilancio della occupazione e del lavoro. L' economia calabrese nel suo insieme produce sempre meno reddito, riduce i livelli di consumo delle famiglie, aumenta l' area della poverta' e dell'esclusione sociale''. ''Hanno ragione i vescovi calabresi - ha affermato Sbarra - quando parlano della necessita' di ritrovare nella classe dirigente un nuovo 'stile di governo', che deve nascere attraverso il recupero di una diversa etica della politica maggiormente centrata sulla responsabilita', nella progettualita', favorendo il massimo di partecipazione anche del sistema delle rappresentanze sociali alla vita delle istituzioni. Proprio quello che e' mancato in questi anni in Calabria dove il Governo Regionale ha disatteso il confronto e la concertazione con i corpi intermedi della societa'. Occorre una diversa consapevolezza della politica e delle istituzioni, le quali devono convincersi che lo sviluppo passa anche e soprattutto, non solo da una maggiore attenzione dello Stato e del Governo, ma anche, dai propri comportamenti, da un rinnovato protagonismo delle classi dirigenti locali, dal recupero di responsabilita', da maggiore legalita' e trasparenza negli atti e nei provvedimenti amministrativi ritrovando quella eticita' necessaria in chi governa la cosa pubblica''. ''La Cisl Calabrese - ha sostenuto ancora Sbarra - sollecita i candidati presidenti della Regione a discutere meglio, ad interloquire piu' fattivamente con i cittadini su due grandi questioni: lo sviluppo ed il lavoro. Il resto e' semplicemente 'teatrino della politica' che non appassiona nessuno anzi genera sfiducia e dissenso. Chiunque vincera' dovra' impegnarsi con il sindacato confederale per definire attraverso il confronto e la concertazione un moderno Patto per lo sviluppo e il lavoro da sottoscrivere nei primi cento giorni della legislatura, che metta al centro le politiche per la crescita economica, l' occupazione, la formazione, il rilancio del tessuto industriale e produttivo, la politica sociale, la spesa comunitaria ed il Mediterraneo che puo' rappresentare una formidabile opportunita' di Sviluppo del Paese, del Mezzogiorno e della Calabria''.

Fava (Udeur) “Grati ai Vescovi, ma il laicato cattolico dov’è?”

''Impossibile non essere grati all' Episcopato calabrese per il rinnovato appello sulla condizione disastrosa della nostra regione. Fatto gia' di per se assai rilevante, col solo limite forse, che non e' imputabile ai nostri Pastori, che tutti ci diremo d' accordo''. Lo afferma, in una dichiarazione, Nuccio Fava, consigliere regionale dell' Udeur. ''Ma il laicato cattolico calabrese, pure cosi' meritorio in tanti ambiti del cosiddetto sociale - aggiunge Fava - che cosa intende esprimere sul terreno politico, quello alla fine piu' esigente e per certi versi decisivo, anche ai fini dell' azione assistenziale e caritativa? Si stanno formando liste ed esistono schieramenti contrapposti. Dal loro esito dipendera' la possibilita' stessa che si affermi o meno una nuova classe dirigente e una nuova politica. I laici cattolici dove sono, cosa propongono, che disponibilita' all' impegno manifestano? L' impegno politico e' molto difficile ed esigente. Ma si puo' disertarlo? Limitarsi al voto o addirittura astenersi! Resta certo fondamentale la distinzione tra Dio e Cesare, che non significa pero' in alcun modo atteggiarsi come Pilato. Senza dimenticare, per inciso, che prevalse Barabba! Specie se storicamente si pone in modo drammatico il problema del ricambio di una classe dirigente fallimentare e di conseguenza l' urgenza di nuove competenze, di trasparenza e moralita', di una rottura insomma con le clientele e la corruzione, premessa indispensabile per la promozione autentica del bene comune.Non spetta certo alla Chiesa indicare soluzioni tecnico-concrete, ne' compiere scelte di schieramento. Le compete sicuramente pero' formare le persone e sollecitarne l' impegno, libero e qualificato, anche sul terreno della politica. E sempre ispirato al Vangelo''. ''Personalmente - afferma ancora il consigliere dell' Udeur - ho scelto da sempre la mia collocazione, in modo libero e secondo coscienza. Ma non di questo si tratta. Temo invece che nonostante il bel documento dei Vescovi, tutto resti come prima, che le buone, ottime prediche, pur sempre gradite e in certa misura utili, non siano sufficienti. Non rispondono da sole all' urgenza di contribuire ad esprimere una nuova classe dirigente - e' questo il problema cruciale - divenuto, specie in Calabria, sempre piu' drammatico. Senza questo apporto e questo sforzo concreto, anche da parte dei nostri Pastori, i loro pur eccellenti documenti rischiano di lasciare le cose come stanno, di non incidere minimamente. O, peggio, di diventare, sia pure involontariamente e con le migliori buone intenzioni, una copertura ai sistemi di potere sempre uguali, alla corruzione, alla stessa violenza e tracotanza della mafia''.

Abramo: “L’appello dei Vescovi sono parole chiare e ricche di saggezza”

25/02 ''Dobbiamo essere riconoscenti ai Vescovi calabresi che, ancora una volta, ci indicano con parole chiare e ricche di saggezza la strada per compiere il dovere della politica''. Lo ha detto Sergio Abramo, candidato alla presidenza della Regione con la Casa delle Liberta', commentando il testo della lettera che i Vescovi hanno indirizzato ai calabresi. ''Mi hanno particolarmente colpito - ha detto Abramo - l' analisi socio economica e il richiamo alla concretezza, alla necessita' di avere progetti coerenti e complessivi, legati alle peculiarita' del nostro territorio, capaci di dare prospettive autentiche di crescita alla nostra regione. Tutto questo, in un quadro che non perda mai di vista i risvolti sociali, come l' attenzione verso i giovani e la famiglia. Credo che le esortazioni dei nostri Pastori debbano costituire per ciascuno di noi un impegno vincolante, non solo per l' autorita' morale di cui quelle stesse esortazioni sono portatrici ma soprattutto per l' incisivita' con cui mettono in evidenza le questioni irrisolte della Calabria e gli indirizzi da mettere in atto per portarle a soluzione''.

Loiero “Dai Vescovi indicazioni preziose”

''Il documento 'Il Vangelo della speranza per la nostra terra di Calabria, oggi' costituisce uno scrigno di indicazioni preziose, al quale dobbiamo riferirci affinche' il nostro impegno sia piu' virtuoso e la nostra testimonianza piu' significativa''. A sostenerlo e' stato il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, Agazio Loiero, commentando la lettera della Conferenza episcopale Calabra. Loiero, e' scritto in una nota, ''in questi giorni particolarmente difficili e tristi per la chiesa cattolica, che vive ore di angoscia per la salute di Giovanni Paolo II e che ha dato l' ultimo saluto a don Luigi Giussani, ha voluto accogliere ufficialmente il richiamo lanciato dai Vescovi delle chiese calabresi nella prima domenica di Quaresima''. ''Si tratta - ha sostenuto Loiero - di un alto messaggio che ci costringe ad accostarci ai drammi della nostra Regione con una nuova speranza, una speranza che, come dicono i vescovi, non delude, non e' un sogno, ma un' esperienza di vita. Questa speranza ci consentira' di costruire una societa' nella quale la direzione e la dignita' umana trovino il loro giusto compiersi e il servizio nei confronti delle categorie piu' deboli e bisognose sia una delle priorita'''. ''Il mio impegno - ha concluso il candidato del centrosinistra - e' quello di camminare, giorno per giorno, insieme ai calabresi su una strada intrisa di nuovi stimoli e nuove motivazioni, che ci permetteranno di far crescere la nostra Calabria e di costruirle una nuova identita', un' identita' che prende forza dalle sue radici e dalla sua storia e che si apra al futuro con fiducia, forza e orgoglio. Questa e' la Calabria che vuole di piu'''. Per quanto riguarda la riflessione dei Vescovi sull' eticita' da parte dei responsabili di governo, ''una delle tre cose ineludibili che la gente vuole dalla Regione'' insieme a progettualita' e a risposta celere, Loiero, e' scritto nella nota, nel suo programma ha previsto un ''codice etico'', che, se sara' eletto, ''approvera' nella prima seduta del nuovo Consiglio regionale e l' istituzione di una Autorita' per la trasparenza degli atti della Giunta e del Consiglio''.

 

 

 

Domanico (Margherita) “Lettera dei Vescovi un faro di luce a cui guardare”

“Va salutata con riconoscenza e sincero apprezzamento la lettera indirizzata ai candidati alla Regione dai Vescovi Calabresi riuniti nei giorni scorsi a Lamezia Terme sotto la presidenza di Monsignor Vittorio Mondello. Essa, infatti, per quanti si accingono a scendere in campo nell’ormai imminente campagna elettorale, rappresenta un faro di luce a cui guardare, per non smarrirsi nei meandri bui della polemica sterile e fine a se stessa e nella Babele intricata dei facili populismi”. E’ quanto sostiene Pasquale Domanico, membro dell’esecutivo provinciale della Margherita e candidato alle prossime elezioni regionali, all’indomani della diffusione dell’importante documento episcopale. “Ancora una volta –prosegue Domanico- i vescovi calabresi hanno scelto di parlare il linguaggio crudo del realismo e della verità, denunciando senza fronzoli i mali che affliggono e mortificano questa nostra regione ed invitando ognuno di noi ad uscire dalle tentazioni vittimistiche ed autolesioniste e ad affrontare con un “sussulto di speranza” il nostro presente e il nostro futuro. Tre cose, scrivono i vescovi, i calabresi vogliono dai futuri amministratori regionali: progettualità, etica (la rinuncia dei politici a stipendi da capogiro, gli sperperi e la trasparenza amministrativa) e risposte celeri, spesso mortificate e vanificate da una burocrazia pesante e farraginosa, che rallenta sul nascere, quando non spegne del tutto, ogni tipo di speranza”. “Ne vogliamo parlare?- chiede Domanico- O vogliamo continuare a fare come gli struzzi, facendo finta di nulla, incapaci come siamo di avanzare proposte e confrontare idee?”. “Per quanto riguarda, in particolare, gli stipendi da capogiro –incalza Pasquale Domanico- vogliamo finalmente darci un taglio, decidendo sin da ora la riduzione del 50% degli emolumenti spettanti ai consiglieri regionali? Vogliamo dire quali politiche intendiamo attuare per inserire i giovani nel mondo del lavoro, per aiutare la famiglia, per garantire a tutti una sanità che assicuri ad ognuno la possibilità di potersi curare nella propria terra? Vogliamo spiegare ai calabresi quali infrastrutture vogliamo realizzare, quale turismo intendiamo perseguire, quale cultura vogliamo valorizzare, quali priorità vogliamo perseguire e realizzare?”.“Per quel che mi riguarda – aggiunge l’esponente della Margherita- insisterò molto e mi batterò con tutte le mie forze affinché la coalizione in cui si riconosce la Margherita e il suo candidato alla presidenza, Agazio Loiero, non eludano nessuno dei punti sottolineati dai presuli calabresi nella loro missiva. Sono certo, però, che una politica non cambia e non si rinnova se i calabresi, per primi, non decideranno di lasciare definitivamente a casa tutti coloro che, in questi anni, sono stati i maggiori responsabili di una situazione così drammatica ed assurda”. “Il primo cambiamento – conclude Domanico- comincia dalla classe dirigente. Se non cambierà quella, tutto, purtroppo, continuerà a rimanere tale e quale”.


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