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      Latitante di San Luca arrestato in Germania, era scampato a strage Duisburg

       

       

      Latitante di San Luca arrestato in Germania, era scampato a strage Duisburg

      07 nov 23 Antonio Strangio, di 44 anni, di San Luca, detto "'U meccanicu", è stato arrestato a Duisburg, in Germania, perché latitante per droga. Strangio, in particolare, deve scontare una condanna a cinque anni di reclusione comminatagli nello scorso mese di dicembre a conclusione del processo "Pollino", in cui fu coinvolto perché accusato di un traffico di cocaina tra la Calabria e Milano. Strangio, a Duisburg, aveva lavorato in passato come pizzaiolo ed attualmente svolgeva le mansioni di corriere per una società di consegne postali. É stato proprio durante un suo turno di lavoro che il latitante è stato coinvolto in un incidente stradale mentre era alla guida di un furgone. In seguito all'incidente é intervenuta sul posto la polizia locale che, nel verificare i documenti di riconoscimento di Strangio, che non nascondeva la propria identità, ha accertato che l'uomo risultava latitante. A carico di Strangio, tra l'altro, in seguito alla condanna per traffico di droga, pendeva un mandato di arresto europeo emesso su richiesta del Procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. Strangio, tra l'altro, é legato da rapporti di parentela con esponenti di primo piano dell'omonima cosca di 'ndrangheta di San Luca. É cugino, infatti, di Francesco Pelle, detto "Ciccio Pakistan", e di Antonio Pelle, alias "Vanchelli". La Dda di Reggio, dopo l'arresto di Strangio, ha avviato nei suoi confronti la procedura di estradizione in Italia.

      CC segnalarono presenza in Germania

      Alcuni giorni prima dell'arresto Antonio Strangio in Germania, i carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria e del gruppo Locri avevano segnalato la presenza latitante, per il quale era stato emesso il mandato di arresto europeo, nella zona di Duisburg. Nell'ambito dell'attività di indagine, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Giuseppe Lombardo, infatti, i militari dell'Arma avevano raccolto elementi secondo i quali Strangio era solito spostarsi a bordo del furgone di una nota azienda di spedizioni. Sui social, infatti, il latitante da tempo pubblicava foto e video dalla Germania dove lavorava come corriere. Proprio durante l'orario di servizio, il 27 ottobre scorso è stato coinvolto in un incidente stradale. Dopo avere urtato l'auto di un'anziana donna, infatti, sono intervenuti gli agenti della polizia di Duisburg ai quali Strangio ha consegnato i documenti di identità con il proprio nome e cognome facendo così emergere che era ricercato dalla Procura di Reggio Calabria. Condannato a 5 anni in appello per traffico di droga, infatti, Strangio si era allontanato nel dicembre 2022 da San Luca dove era sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Da qui l'aggravamento della misura cautelare disposto dal giudice su richiesta dei pm della Dda.

      Scampò a strage del 2007

      Scampò solo per un caso fortuito alla strage di Duisburg, in Germania, il giorno di Ferragosto del 2007, in cui furono uccise sei persone nell'ambito della faida di San Luca, Antonio Strangio, il 44enne arrestato dalla Polizia locale nella città tedesca in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso su richiesta della Dda di Reggio Calabria perché risultato latitante per un traffico di droga per il quale deve scontare una condanna a cinque anni di reclusione comminatagli a conclusione del processo "Pollino". Strangio, ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca "Pelle-Vanchelli", lavorava proprio nel 2007 nel ristorante "Da Bruno", nel parcheggio del quale fu commessa la strage. Gli inquirenti ritengono che proprio per i suoi legami di parentela con i "Pelle-Vottari" Strangio potesse essere uno degli obiettivi degli assassini, ma si salvò per il fatto che aveva lasciato il locale prima di mezzanotte dopo avere concluso il suo turno di lavoro. Nel corso degli accertamenti e delle perquisizioni che fecero seguito alla strage, nell'armadietto di Sebastiano Strangio, proprietario del locale ed una delle sei vittime, fu trovato un fucile d'assalto di fabbricazione statunitense, mentre in quello dello stesso Antonio Strangio furono rinvenute 280 cartucce calibro 357 magnum. Il nome di Strangio, inoltre, compare anche nell'informativa dell'inchiesta antimafia "Crimine", condotta dalla Dda di Reggio Calabria nel settembre del 2009. Il latitante, infatti, fu ripreso mentre, alla guida della sua auto, si recava a Polsi in occasione della festa della Madonna della montagna, giorno in cui le cosche più importanti di 'ndrangheta tenevano tradizionalmente un "summit" nella località aspromontana.

       

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