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      Maxi-blitz CC-PS-Gdf nel cosentino, 202 arresti, coinvolti amministratori

       

       

      Maxi-blitz CC-PS-Gdf nel cosentino, 202 arresti, coinvolti amministratori

      01 set 22 È in corso a Cosenza e nell'hinterland cittadino un'operazione contro la 'ndrangheta coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro. Carabinieri, polizia e Guardia di finanza stanno eseguendo 202 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip distrettuale del capoluogo su richiesta della Dda, diretta da Nicola Gratteri. Gli indagati sono 254 di cui 139 in carcere, 51 ai domiciliari, 11 obblighi di dimora e un divieto dell’esercizio della professione. Gli altri 52 a piede libero. Nell'operazione sono coinvolti amministratori locali, professionisti, imprenditori ed esponenti della criminalità organizzata cosentina. Gli arresti hanno interessato le cosche dei clan Patitucci e zingari e del clan Presta di Roggiano Gravina.

      Sindaco ed assessori coinvolti

      Tra gli arrestati il sindaco Marcello Manna, ora ai domiciliari, così come l'assessore Munno ed alcuni amministratori del Comune di Rende (accusati di una presunta corruzione politica-elettorale, risalente alle elezioni comunali del 2019), un amministratore del Comune di Cosenza Francesco De Cicco (per altre vicende degli anni passati). Tra gli arrestati anche un consulente finanziario.

      Gli indagati in carcere:

      Antonio Abruzzese detto “Strusciatappine”, Antonio Abbruzzese detto “Tonino” , Antonio Abbruzzese (1984), Fiore Abbruzzese detto "Ninnuzzo", Franco Abbruzzese detto "a Brezza" o "il Cantante", Francesco Abbruzzese, Luigi Abbruzzese detto "Pikachu", Marco Abbruzzese detto lo Struzzo, Nicola Abbruzzese, Rocco Abbruzzese, Rosaria Abbruzzese, Saverio Abbruzzese, Claudio Alushi, Armando Antonucci, Salvatore Ariello, Ariosto Artese, Luigi Avolio, Ivan Barone, Giuseppe Bartucci, Giuseppe Belmonte, Gianluca Benvenuto, Massimo Benvenuto, Luigi Berlingieri, Massimo Bertoldi, Antonio Bevilacqua, Cosimo Bevilacqua, Fabio Bevilacqua, Fiore Bevilacqua, Francesco Bevilacqua, Leonardo Bevilacqua, Luigi Bevilacqua, Nicola Bevilacqua, Agostino Briguori, Giuseppe Broccolo, Andrea Bruni, Salvatore Calandrino, Ernesto Campanile, Carmine Caputo, Giuseppe Caputo, Andrea Carpino, Francesco Casella, Alessandro Catanzaro, Patrizio Chiappetta, Daniele Chiaradia, Antonio Chiodo, Massimo Ciancio, Francesco Ciliberti, Fabiano Ciranno, Antonio Colasuonno, Francesco Curcio, Marco D’Alessandro, Adolfo D’Ambrosio, Massimo D’Ambrosio, Cesare D’Elia, Massimiliano D’Elia, Alessio De Cicco, Andrea De Giovanni, Pietro De Mari, Antonio De Rose, Armando De Vuono, Sergio Del Popolo, Michele Di Puppo, Umberto Di Puppo, Carlo Drago, Giovanni Drago, Rosetta Falvo, Cristian Ferraro, Simone Ferrise, Remo Florio, Fabrizio Fuoco, Oscar Fuoco, Gino Garofalo, Giovanni Garofalo, Rosanna Garofalo, Fabio Giannelli, Alberigo Granata, Andrea Greco, Francesco Greco, Francesco Gualano, Silvia Guido, Francesco Iantono, Giuseppe Irillo, Antonio Illuminato, Sergio La Canna, Fabio Laratta, Massimiliano Lo Polito, Gianluca Maestri, Antonio Manzo, Cosimo Manzo, Stefano Antonio Marigliano, Antonio Marotta, Mauro Marsico, Andrea Mazzei, Francesco Mazzei, Ivan Montualdista, Alfredo Morelli, Alessandro Morrone (1972), Alessandro Morrone (1988), Roberto Junior Olibano, Francesco Patitucci, Damiana Pellegrino, Mario Perri, Giuseppe Perrone, Erminio Perri, Enzo Piattello, Mario Piromallo, Roberto Porcaro, Antonio Presta, Gennaro Presta, Giuseppe Presta, Remo Prete, Sergio Raimondo, Paolo Recchia, Andrea Reda, Michele Rende, Francesco Ripepi, Denny Romano, Antonio Russo, Stefano Salerno, Eugenio Satiro, Marco Saturnino, Costantino Scorza, Luca Simerano, Mario Sollazzo, Alessandro Stella, Francesco Stola, Alberto Superbo, Francesco Tassone, Francesca Tiralongo, Marco Tornelli, Ivan Trinni, Alberto Turboli, Danilo Turboli, Sandro Vomero, Roberto Zengaro, Antonio Zinno.

      Indagati ai domiciliari:

      Marta Abbruzzese, Rosina Arno, Danilo Bartucci, Piero Bertoldi, Luigina Bevilacqua, Aurelia Braccioforte, Andrea Bruni, Pasquale Bruni (1970), Pasquale Bruni (1979), Gianluca Campolongo, Damiano Carelli, Francesco Carelli, Andrea Vincenzo Caruso, Michele Castiglione, Maria Rosaria Ceglie, Andrea Cello, Cesare Conte, Antonio Covelli, Francesco De Cicco, Pasquale De Rose, Patrizia Drago, Renato Falbo, Eugenio Filice, Anna Fiorillo, Angelo Frontino, Salvatore Garofalo, Giovanni Grandinetti, Umile Lanzino, Silvia Lucanto, Massimo Giuseppe Maione, Marcello Manna, Lauretta Mellone, Giuseppe Midulla, Giuseppe Mondera, Pino Munno, Francesco Pompeo Occhiuzzi, Silvio Orlando, Francesco Papara, Sandro Perri , Antonio Pignataro, Francesco Reda, Ines Reda, Paolo Reda, Cristian Francesco Ruffolo, Rosa Rugiano, Orlando Scarlato, Mario Trinni, Francesco Veltri Massimo Volpentesta, Cristian Vozza;

      Obbligo di dimora nel comune di residenza:

      Fabrizio Abate, Fabrizio Gioia, Simone Greco, Roberta Maritato, Bruno Mollica, Francesco Morabito, Ciro Pignataro, Antonio Carmine Policastri, Marcello Rizzuti, Salvatore Sesso, Francesco Sorrentino.

      Maxi blitz a Cosenza, Rende, Valle Esaro e tutta Italia

      Ad eseguire i provvedimenti restrittivi sono stati i carabinieri, la polizia di Stato e la Guardia di finanza. L'operazione viene condotta, in particolare, dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, dalle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e dallo Sco, dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo di polizia economica finanziaria di Reggio Calabria, dal Gico di Catanzaro e dallo Scico della Guardia di finanza. Le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare sono, secondo l'accusa, responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, organizzazione illecita di giochi anche d'azzardo e di scommesse, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori.

      Sequestrati beni per 72 milioni

      Contestualmente è stato eseguito, a cura dei Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal P.M., che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro, e consistenti, tra l’altro, in 78 fabbricati, tra i quali 5 ville, 44 terreni, per un’estensione complessiva di 26 ettari, in vari comuni della provincia di Cosenza, 57 quote di partecipazioni in attività produttive e commerciali al dettaglio e all’ingrosso in diversi settori (ristorazione con somministrazione, bar, abbigliamento produzione energia elettrica, agricoltura, lavanderie e lavanderie industriali, servizi nel settore dello spettacolo, noleggio attrezzature per spettacoli ed eventi, formazione culturale, edile), 39 complessi aziendali, anche di imprese del settore del c.d. “gaming” (scommesse on-line e sale giochi e biliardo), 20 ditte individuali attive nei vari settori delle attività produttive e commerciali (ristorazione, strutture turistiche e ricettive, agricoltura, bar, supporto rappresentazioni artistiche, intermediazione finanziaria), 7 associazioni non riconosciute, impegnate prevalentemente in ambito sportivo/ricreativo, uno Yacht, un aeromobile ultraleggero, un natante, 70 autovetture, 7 motoveicoli.

      Le investigazioni si sono sviluppate attraverso un’imponente attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, con una parallela poderosa attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, corroborati dai relativi riscontri, oltre alla acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali. La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato l’attuale operatività delle organizzazioni criminali nell’area cosentina, passate attraverso una importante rimodulazione degli equilibri sul territorio, curata dai “nuovi” presunti capi e gregari, legati al “nucleo stabile” degli storici esponenti dei gruppi criminali. Si tratta in particolare di gravi elementi indiziari circa l’attuale assetto dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta di Cosenza e del suo hinterland, articolata in diversi gruppi organicamente confederati, e tutti riconducibili ad una struttura di vertice, nello specifico riconducibili ai due principali gruppi, il cd. clan degli italiani, nelle sue varie componenti, e il cd. clan degli zingari, anch’esso con varie articolazioni, nell’assetto rideterminatosi a seguito delle complesse e altalenanti dinamiche relazionali tra gli stessi, nonché delle numerose vicende giudiziarie, con i relativi diversificati esiti, che li hanno interessati. La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, altresì, la struttura e il modus operandi di una delle presunte articolazioni criminali dedite al traffico, e allo spaccio diffuso, di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il cd. “Sistema” che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland.

      Ha riguardato, inoltre, plurime attività illecite poste in essere, rispettivamente, dagli indagati per i quali si è ipotizzato un ruolo preminente rispetto all’attuale operatività dei consorzi criminali, nonché i vari settori di operatività correlati alle ipotizzate fattispecie penali. In tale contesto, nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati attinti dalle rispettive misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, per i delitti, rispettivamente contestati, di concorso esterno in associazione mafiosa, numerose ipotesi di condotte estorsive tentate e consumate, concorrenza illecita, rapina, tentato omicidio, lesioni aggravate, reati in materia di armi, usura, con correlati delitti di estorsione per la riscossione delle rate del credito usuraio, esercizio abusivo l’attività finanziaria, utilizzo da parte di detenuti di dispositivi cellulari all’interno di Casa Circondariale, scambio elettorale politico-mafioso ipotizzato con riguardo ad una competizione elettorale amministrativa, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche con riguardo a iniziative imprenditoriali, reati contro la pubblica amministrazione (turbata libertà degli incanti, corruzione, violenza o minaccia a pubblico ufficiale), violenza o minaccia per costringere alla commissione del reato di falsa testimonianza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish, eroina e cocaina.

      E’ stata ritenuta, altresì, la gravità indiziaria, a livello cautelare, per il delitto di associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo - e di scommesse, nonché delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori con riferimento alla presunta commistione illecita tra gli interessi di imprenditori del settore e quelli della locale criminalità organizzata per la quale il settore del “GAMING” rappresenta una forte attrattiva, in quanto attività estremamente redditizia.

      Nello specifico le ampie e articolare indagini patrimoniali, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. di Catanzaro e dallo S.C.I.C.O. di Roma, hanno consentito di ipotizzare, a livello pre-cautelare del provvedimento d’urgenza disposto dal P.M., per i diversi beni, rispettivamente, la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità – diretta e indiretta – degli indagati e le capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari, l’intestazione fittizia di beni in capo a soggetti “prestanome”, un compendio patrimoniale pertinente ai reati commessi, somme costituenti il profitto dei reati e/o il loro reimpiego.

      Si precisa che il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile al fine di garantire il diritto di cronaca, costituzionalmente garantito, dei fatti accaduti.

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