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      Testimone giustizia Masciari: Non ho scelta, penso di tornare in Calabria

       

       

      Testimone giustizia Masciari: Non ho scelta, penso di tornare in Calabria

      02 nov 22 "Alla luce della notifica del 15 ottobre con cui il Prefetto di Torino mi ha comunicato che il Ministero dell'Interno - Dipartimento pubblica sicurezza - UCIS, ha avviato il procedimento per la revoca della scorta, non essendomi ad oggi pervenuta alcuna altra comunicazione, seppur consapevole dei tempi dell'iter amministrativo, prende atto e subisco, dopo 25 anni di lotte e denunce, della netta volontà di revocare la scorta a me e alla mia famiglia". Lo afferma in una nota Pino Masciari, imprenditore edile calabrese, uno dei primi e più importanti testimoni di giustizia, che da tempo vive in Piemonte, che stamani, alle 9.30, sarà sentito in Commissione Legalità del Comune di Torino. "Mi riservo in ogni caso - aggiunge - di impugnare il provvedimento all'atto della sua notifica, qualora la decisione definitivamente assunta non fosse idonea a garantire la mia sicurezza e quella della mia famiglia". "Io che ho offerto la mia vita e quella della mia famiglia allo Stato, in difesa dei principi costituzionali, contribuendo a sdoganare il sistema ordito dalla 'ndrangheta e dalle sue collusioni con i poteri forti, radicato in tutti i livelli sociali e istituzionali - afferma Masciari - non posso ora essere considerato un peso e trattato come tale! Non è umanamente tollerabile! Mi hanno sfinito in tanti anni di continuo braccio di ferro per il riconoscimento dei miei diritti! Adesso non sento di avere più l'energia per contrastare decisioni che di fatto sono già state assunte, di lottare contro un muro di gomma impenetrabile che da anni non mi permette di guardare con serenità al mio futuro. Per questo dico: basta!". "Preso atto, dunque, della volontà di revoca della scorta e subendo tale decisione, fortemente spinto dall'amarezza e dal dispiacere causato non solo da quest'ultima vicenda, ma logorato da 25 anni di deportazione e di incertezza del domani - afferma l'imprenditore - sto meditando in maniera seria e ponderata di compiere il gesto di rientrare in Calabria, di riprendere la mia vita, di muovermi in autonomia ovunque io voglia, con la determinazione di chi ha sempre lottato a difesa della propria libertà".

      Revoca scorta incauta, è condanna a morte"

      "La lettura di questi documenti assume forma di testamento". Lo ha detto l'imprenditore testimone di giustizia Pino Masciari, che, audito, in Commissione Legalità del Comune di Torino, ha letto la notifica della prefettura di Torino sull'avvio del procedimento di revoca della scorta deciso dal ministero, una memoria presentata alla stessa prefettura del capoluogo piemontese. Leggendo la memoria, Masciari ha aggiunto: "se qualche sentenza dello Stato rimane inapplicata, quelle della criminalità organizzata prima o poi vengono eseguite e la decisione della revoca è incauta e irragionevole e assume il significato di condanna a morte di un uomo e un padre che ha creduto nello Stato. La nostra vita non può essere trattata come una pratica amministrativa. Ho già consegnato la mia vita allo Stato - ha aggiunto in Commissione a Torino -, se oggi sono diventato un peso per lo Stato e devo vivere pensando che possa sempre essere l'ultimo giorno, questa non è vita. Se devo essere l'agnello sacrificale per aver fatto quello che dovremmo fare tutti, allora significa che ho sbagliato e mi auguro che lo Stato ci ripensi". Parole rafforzate dall'avvocato Roberto Catani, secondo cui "dire che non c'è più un'attualità del pericolo non è veritiero, lui e la sua famiglia sono costantemente sotto l'attenzione della ndrangheta", e dal testimone di giustizia Mauro Esposito, presente in Commissione. "Tutto questo è assurdo. Che dobbiamo lottare contro lo Stato è una vergogna, il nostro primo nemico è lo Stato, non la ndrangheta. Lo Stato non rispetta nessun accordo".

      "Voglio preliminarmente mettere in chiaro, a scanso di equivoci e possibili strumentalizzazioni - afferma Masciari - che questa non è assolutamente una questione politica, né interessa determinazioni assunte dal nuovo Governo, semmai è il Governo uscente che avrebbe dovuto fornire spiegazioni in merito. Tuttavia, è evidente che oggi l'attuale Esecutivo è nella responsabilità e nelle condizioni di poter intervenire in favore mio e della mia famiglia. Porto all'attenzione di tutti che la mia vita e quella della mia famiglia non può più proseguire nella costante incertezza, nella sempiterna paura che la propria esistenza possa essere minata da un giorno all'altro, senza spiegazioni, senza nessuna logica razionale, dalle valutazioni e dalle decisioni del funzionario di turno. Questo non è più accettabile! A nessuno può essere chiesto di vivere in questo continuo stato di sospensione del proprio futuro e delle proprie aspettative! Già troppo abbiamo subito le vessazioni di un sistema che invece di proteggerci ci ha spesso lasciato soli in balia di noi stessi. Non è solo la situazione contingente 'scorta sì/scorta no', è una questione di principio!". "È scontato - aggiunge - che qualora mi dovesse succedere qualcosa riterrò responsabili gli organi competenti e chi, avviando il procedimento di revoca della scorta, ha ritenuto che io non sia più in pericolo, effettuando una valutazione che si rivelerebbe evidentemente e palesemente errata rispetto la condizione della mia sicurezza". "Comunico - conclude Masciari - che in data odierna, alle ore 9.30, sarò audito in Commissione consiliare Legalità del Comune di Torino. In quella sede darò lettura e chiederò che vengano depositati agli atti i seguenti documenti: la notifica ricevuta dal Prefetto di Torino, le mie memorie presentate alla medesima Prefettura e il presente comunicato stampa, affinché vengano acquisiti dalla stessa Commissione e siano testimonianza di quanto sta accadendo e della pubblica manifestazione di quanto ingiustamente sto subendo".

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