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      Estorsioni e raggiri ad anziani, smantellata banda che operava in Calabria

       

       

      Estorsioni e raggiri ad anziani, smantellata banda che operava in Calabria

      20 mag 22 Un'associazione a delinquere finalizzata al compimento di una pluralità di gravi reati come la circonvenzione di persone incapaci, estorsione, ricettazione e riciclaggio dei proventi illeciti è stata sgominata dai carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e dall'Europol che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Procura di Locri, nei confronti di 16 persone. Per dieci è stato disposto il carcere mentre 6 sono stati posti ai domiciliari. Il blitz è scattato in Italia, Romania, Olanda e Germania. In provincia di Reggio Calabria sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare. Le forze di polizie dei rispettivi Paesi hanno eseguito 13 mandati di arresto europeo emessi dal gip di Locri. Il vertice dell'organizzazione si trova in Romania con basi operative in Calabria e, in particolare, nei territori di Reggio e dei Comuni di Bianco, Melito di Porto Salvo, Siderno, Rosarno, Bovalino. L'organizzazione aveva un'articolazione anche in Sicilia, nel Comune di Milazzo. Le vittime erano anziani tra i 70 e i 90 anni che spesso versavano in condizione di solitudine. Anziani che venivano indotti o costretti, con raggiri o minacce, alla dazione di cospicue somme di denaro. Soldi che venivano consegnati a giovani donne, che provvedevano poi a rimetterle ai vertici dell'organizzazione delinquenziale.

      L'operazione, denominata "Transilvania", è nata da un'attività d'indagine avviata nel 2018 dopo la denuncia sporta da un anziano originario di un paese della Locride. Ai carabinieri aveva segnalato di essere stato circuito da una giovane donna di nazionalità romena la quale, fingendosi innamorata di lui, lo aveva indotto, nell'arco di un anno, a consegnarle, attraverso dazioni dirette di danaro contante e versamenti tramite "Money Transfer" all'estero, la somma complessiva di 20mila euro. Secondo gli investigatori, i proventi illeciti raccolti dagli indagati sarebbero circa un milione di euro, di cui 179mila euro sarebbero stati tracciati, mediante il trasferimento in Romania. Una volta estorto il denaro agli anziani, infatti, gli indagati lo inviavano attraverso "Money transfer". Le complesse indagini dei carabinieri e dell'Europol sono consistite in accertamenti di natura finanziaria, intercettazioni telefoniche, videoriprese, audizione delle persone offese e di altre informate sui fatti.

      Indagate 59 persone

      Sono 59, complessivamente, gli indagati dell'inchiesta "Transilvania", coordinata dalla Procura di Locri, che ha chiesto e ottenuto dal gip un'ordinanza di custodia cautelare per 16 persone disarticolando un'associazione a delinquere finalizzata alla circonvenzione di anziani. L'indagine dei carabinieri, svolta con la collaborazione dell'Europol, è partita dalla denuncia di un anziano che, nella Locride, era stato raggirato da una donna romena che lo aveva indotto a consegnarle 20mila euro poi trasferite in Romania attraverso "Money Transfer". Dalle prime risultanze investigative i carabinieri hanno intuito che non poteva trattarsi di una condotta isolata e posta in essere da un unico soggetto. Le indagini e gli accertamenti di natura finanziaria sulla donna hanno consentito ai militari di fare luce su un'articolata organizzazione criminale, dotata di una struttura piramidale e composta interamente da soggetti di nazionalità romena. Ogni indagato aveva un compito ben definito all'interno della rete i cui vertici erano due coniugi originari di Bistri?a-N?s?ud, in Romania. L'associazione si sarebbe avvalsa di giovani donne che, appositamente addestrate ed agendo singolarmente, dopo aver selezionato con attenzione le proprie potenziali vittime, generalmente uomini anziani di età compresa tra i 70 ed i 90 anni, attraverso modalità di circonvenzione ricorrenti, inducevano questi al versamento di cospicue e continue somme di danaro, fino a mille euro per singola transazione, che venivano ceduti dalla vittima direttamente nella mani della truffatrice, oppure bonificati ai vertici della banda in Romania. L'approccio consisteva solitamente con la scusa di vendere oggettistica di esiguo valore come accendini e fazzoletti. Da lì seguiva la fase di "adescamento", nel corso della quale le giovani donne, approfittando delle condizioni di solitudine e vulnerabilità delle vittime, si dichiaravano infatuate di quest'ultime, nonché bisognose di denaro, adducendo nella maggior parte dei casi fittizi problemi di salute personali o dei propri familiari residenti, in particolare, nell'area esteuropea.

      A vittima dose quasi letale di valium

      Sono circa una quindicina le vittime accertate nell'arco temporale coperto dall'inchiesta "Transilvania" coordinata dalla Procura di Locri che portato a 13 mandati di cattura europeo e 3 ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip ed eseguite dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria. Dalle indagini è emerso che non c'era solo la circonvenzione di anziani come metodo per raggirarli e costringerli a consegnare denaro alle donne romene. Il "modus operandi" dell'organizzazione di natura transfrontaliera prevedeva anche le minacce che, in alcuni casi, si trasformavano in vere e proprie estorsioni allorquando la vittima, accortasi della spirale nella quale era incappata, decideva di non elargire nuove somme, per poi essere ricattata dietro l'intimidazione di rivelare la relazione clandestina ai familiari o all'eventuale coniuge nel caso in cui fossero cessati i versamenti. A conferma della spregiudicatezza dei componenti dell'organizzazione c'è un episodio consumato nel dicembre 2018 quando i carabinieri della stazione di San Luca hanno sottoposto a fermo due donne, successivamente condannate e tutt'ora ristrette in carcere. Avevano rapinato l'abitazione di un settantasettenne precedentemente circuito, non prima di avergli somministrato una dose quasi letale di valium, causando all'uomo, nei giorni successivi all'evento, ben due infarti. In altre due occasioni, nel dicembre 2018 e nell'aprile 2021, i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato due donne nel momento in cui queste riscuotevano i soldi oggetto di richiesta estorsiva conseguente alla ribellione da parte delle proprie vittime, le quali si vedevano costrette a pagare nuove somme affinché non venisse rivelata ai familiari la relazione. Nell'ottobre 2018, invece, a Grotteria in provincia di Reggio Calabria un uomo di quasi 90 anni è stato condotto in un'abitazione privata in uso alla propria adescatrice, dando così il tempo ai complici della donna di sottrargli il portafoglio dall'autovettura. Gli indagati facevano rientro periodicamente in Romania per ridefinire le strategie operative e spartirsi i proventi delle condotte illecite. Il carattere transnazionale dell'organizzazione ha fatto emergere la necessità per gli investigatori di avviarne il monitoraggio degli spostamenti tramite i canali di cooperazione internazionale di polizia. Lo sforzo sinergico tra le articolazioni territoriali dei carabinieri della provincia di Reggio Calabria ed Europol ha consentito la localizzazione di 16 soggetti destinatari di misura cautelare, 13 dei quali individuati tra la Romania, la Germania e l'Olanda.

      Frodi ad anziani, una minaccia in crescita

      "Il fenomeno delle frodi è la minaccia criminale di più rapida crescita in Europa". Lo ha detto Pedro Felicio dell'Europol durante la conferenza stampa dell'operazione "Transilvania", coordinata dalla Procura di Locri, che ha portato all'arresto di 16 persone, prevalentemente romene, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla circonvenzione di anziani. Questi ultimi venivano raggirati e costretti, anche attraverso ricatti e minacce, a versare migliaia di euro che poi finivano in Romania attraverso il "money transfer". "Nei casi di indagini di questo genere - ha aggiunto Felicio - la cooperazione internazionale di polizia è quasi d'obbligo per la natura del caso investigato in sé. Abbiamo basi logistiche in un Paese, transnazionalità nei flussi di denaro all'interno di un altro Paese e anche il tipo e la mobilità dei soggetti in tutto il territorio europeo. Sicuramente le indagini sono ancora in corso". La pensa allo stesso modo il tenente colonnello Massimiliano Galasso, comandante del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria. "Non ci siamo limitati - ha detto - a perseguire le persone ma abbiamo seguito i patrimoni illeciti". Per il colonnello Marco Guerrini, comandante provinciale di Reggio Calabria, "l'operazione è particolarmente importante perché va a colpire un fenomeno odioso di raggiri nei confronti di persone anziane quindi vittime particolarmente vulnerabili. Ma è anche un esempio di efficacia del sistema di prossimità che le stazioni dei carabinieri offrono alla cittadinanza. Abbiamo ricostruito un flusso di denaro di oltre un milione di euro e anche la filiera di riciclaggio di questo denaro". Tra le vittime non c'erano solo gli anziani. Secondo il tenente colonnello Massimilano Pesa, comandante del gruppo Locri dei carabinieri, "ci sono state vittime anche più giovani che instauravano relazioni extraconiugali e ai quali veniva fatta una richiesta estorsiva per non rivelare tutto alla moglie. Gli anziani erano ostaggio delle adescatrici. Abbiamo pensato anche a una vera e propria sindrome di Stoccolma". Il comandante della stazione di San Luca, il maresciallo Michele Fiorentino ha spiegato che nell'inchiesta è coinvolto anche un italiano, residente a Bova Marina, che "si occupava della logistica di queste donne". In carcere è finito, infatti, Domenico Modafferi, di 39 anni. Tra i suoi compiti, secondo l'accusa, c'era quello di riciclare e ricettare i proventi delle attività di circonvenzione messa in piedi dal gruppo di soggetti legati ad una famiglia romena.

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