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      Operazione antidroga nel reggino, 9 arresti

       

       

      Operazione antidroga nel reggino, 9 arresti

      01 lug 22 Produzione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, porto e detenzione abusiva di armi comuni da sparo. Sono i reati contestati ai 9 indagati dell'operazione "Good" scattata all'alba quando i militari dell'Arma hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip di Palmi su richiesta della locale Procura guidata da Emanuele Crescenti. Due persone sono finite in carcere. Per altri cinque indagati, il gip ha disposto gli arresti domiciliari mentre per gli altri due c'è l'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Taurianova, sono state avviate nel gennaio del 2021, quando nel corso di un controllo in strada a Nicotera Marina sono stati fermati due minori provenienti dalla piana di Gioia Tauro, trovati in possesso di alcuni grammi di marijuana. Le indagini hanno consentito di risalire a un soggetto, oggi indagato dalla Procura di Palmi, che all'epoca avrebbe ceduto lo stupefacente ai due sedicenni. L'inchiesta vede al centro un intero nucleo familiare, originario di Anoia, i cui componenti si sarebbero resi autori di almeno 30 episodi di cessione, acquisto o detenzione di sostanze stupefacenti di varia tipologia, in particolare marijuana e hashish. Gli indagati, secondo i pm, avrebbero detenuto illegalmente armi comuni da sparo e precisamente due fucili e una pistola. Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso che due degli indagati si erano anche vantati di avere fatto, nella notte di Capodanno del 2021, il tiro al bersaglio contro la segnaletica stradale in Contrada Tubà, la frazione di Anoia dove dove, secondo gli inquirenti, i principali indagati avevano realizzato una piantagione di canapa indiana sequestrata l'anno scorso dai carabinieri. L'esito degli accertamenti tossicologici sulle piante ha permesso di stabilire un Thc pari a quasi 5.000 dosi. Se immessa sul mercato, gli investigatori ipotizzano che la sostanza stupefacente avrebbe consentito di realizzare ingenti guadagni. "Indovina chi gliele ha buttate quelle fucilate? A capodanno! Guarda, guarda che colpi a pallettoni! Ero ubriaco così sono passato col fucile! lo e un altro! Te l'ho detto che io sono fuso di cervello! Ancora non mi conosci a me… Sono proprio fuso… Siamo passati da qua con un fucile, io e un altro e gli abbiamo fatto quelle transenne… come a San Luca! Pure a San Luca fanno queste cose". È una delle intercettazioni inserite nell'inchiesta "Good" che stamattina ha portato a 9 misure cautelari per droga e detenzione di armi disposte dal gip su richiesta della Procura di Palmi, Grazie alle indagini dei carabinieri, i pm hanno scoperto un giro di spaccio gestito nella zona di Taurianova da un nucleo familiare residente ad Anoia. In carcere sono finiti Salvatore Bono di 55 anni e suo figlio Samuele di 22 anni. Il gip Barbara Borelli, inoltre, ha concesso gli arresti domiciliari alla madre Lucia Mammoliti di 51 anni, allo zio Guerino Bono di 43 anni, al nonno Rocco Bono di 77 anni, a Marco Fossari di 34 anni e a Nicodemo Buzzai di 29 anni. Quest'ultimi sono ritenuti, rispettivamente, il fornitore di marijuana e l'intermediario attraverso il quale la famiglia Bono acquistava lo stupefacente che poi rivendeva nella zona. Il giudice per le indagini preliminari, infine, ha disposto l'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria per Rocco Bono di 26 anni e per Annalisa Auddino di 23 anni, rispettivamente fratello e fidanzata di Samuele Bono. Oltre al sequestro della piantagione di canapa indiana trovata in una frazione di Anoia, l'impianto accusatorio è fondato sulle intercettazioni registrate dai carabinieri. Gli indagati, infine, erano soliti utilizzare l'applicazione Telegram dove si scambiavano pure fotografie dello stupefacente.

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