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      Inchiesta Comune Catanzaro: assolto sindaco Abramo e altri 39, 5 condanne

       

       

      Inchiesta Comune Catanzaro: assolto sindaco Abramo e altri 39, 5 condanne

      28 gen 22 Cinque condanne, 40 assoluzioni - tra le quali quella del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo - e 3 prescrizioni: a distanza di cinque anni dall'inizio del processo e di quasi sette anni dalla chiusura indagini. E' questa la sentenza emessa stamani nel processo scaturito dalla riunificazione dei procedimenti denominati Catanzaropoli e Multopoli che vedono coinvolti politici ed ex amministratori di Catanzaro accusati di presunti illeciti nella gestione amministrativa del Comune e sull'annullamento di contravvenzioni per violazioni del Codice della strada. Il Tribunale ha condannato il comandante della polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno a 8 mesi (chiesti 3 anni e 6 mesi); il tenente colonnello dei Vigili urbani Salvatore Tarantino a 3 anni (chiesti 8 anni); Luigi Veraldi a 8 mesi (chiesta l'assoluzione); l'ex consigliere comunale Domenico Tallini a un anno e 6 mesi così come chiesto dall'accusa; Antimo Paternuosto a un anno (chiesti due anni). Assolti, tra gli altri, il sindaco Sergio Abramo (come chiesto dall'accusa), l'ex assessore al Personale Massimo Lomonaco (erano stati chiesti sei anni e 11 mesi di reclusione), l'ex assessore alla pubblica istruzione Stefania Lo Giudice (chiesti 4 anni). Peculato, abuso d'ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale erano alcune delle accuse contestate, a vario titolo, agli imputati. Il collegio ha concesso a Salerno, Veraldi e Paternuosto la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale.

      "Dopo anni di sofferenze ed un'attenzione mediatica senza precedenti, Stefania Lo Giudice esce a testa alta dalla vicenda giudiziaria Multopoli e Catanzaropoli che l'ha riguardata". A sostenerlo il suo difensore, l'avvocato Nunzio Raimondi, che "in questi lunghi anni ha sempre creduto nella sua innocenza e ne ha sostenuto le ragioni dinanzi al Tribunale di Catanzaro". "L'assoluzione con la formula perché il fatto non sussiste - ha proseguito Raimondi - non dimostra soltanto l'assoluta estraneità di Stefania Lo Giudice a tutti gli addebiti formulati nei suoi confronti dalla Procura di Catanzaro, ma ancora una volta ne certifica l'operato di Amministratore competente, onesto e corretto. Soltanto dispiace dover prendere atto, a distanza di così tanto tempo, che l'uscita dal circuito politico di una persona perbene che nulla aveva compiuto di illecito, è stata provocata da un'iniziativa giudiziaria azzardata alla quale non è seguita una reazione adeguata della politica. Infine occorre mettere in evidenza la dignità con la quale la dott.ssa Lo Giudice si è difesa da accuse ritenute oggi completamente infondate da giudici terzi e quanto la stessa, pur nella sofferenza provocata dalle gravi accuse mossele, abbia saputo attendere l'esito del processo con la sicurezza di chi ha la coscienza a posto".

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