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      Completati sulla 106 due viadotti del Megalotto 3

       

       

      Completati sulla 106 due viadotti del Megalotto 3

      22 apr 22 Il Megalotto 3 della Strada Statale Ionica 106 completa il varo dei viadotti di Satanasso e Castiglione portando al 28% il totale dei lavori realizzati in 27 cantieri per la strada che in Calabria collegherà l'area di Sibari con Roseto Capo Spulico. Lo rende noto il Gruppo Webuild, i cui Consorzio Sirjo sta eseguendo i lavori. "Cantieri al lavoro in modo intensivo - è scritto in una nota - con una produzione che registra circa sei mesi di anticipo rispetto ai tempi previsti dal cronoprogramma dei lavori di contratto, concentrati sullo scavo di due gallerie naturali, la Trebisacce e la Roseto 1, rispettivamente di circa 3,5 e 1,2 km. Tutto questo per la costruzione di un'opera, commissionata da Anas, che si configura come uno degli elementi chiave di trasformazione del Corridoio Ionico in una infrastruttura stradale di grande comunicazione dei litorali ionici della Calabria, della Basilicata e della Puglia. Trentotto chilometri per chiudere un anello tra gli assi autostradali A14 e A2, e mettere in comunicazione i tre versanti costieri di Ionio, Tirreno ed Adriatico, attraverso strade a elevato scorrimento". "Questo, in sintesi - prosegue la nota - il cuore del Megalotto 3 della Statale 106 Jonica, l'opera del valore di circa 980 milioni di euro, commissionata da Anas nell'ambito di un investimento complessivo di 1,3 miliardi, che sarà realizzata dal Consorzio Sirjo del Gruppo Webuild (premiato il 27 gennaio scorso dalla Cassa Edile di Cosenza per la regolarità, la legalità e la sicurezza raggiunta nei cantieri)". Un'opera con i primi 18 chilometri del tracciato che si sviluppano lungo la piana di Sibari e i restanti 20 che attraversano la catena Appenninica, imponendo lo scavo di 11 chilometri di gallerie (tra artificiali e naturali) oltre alla realizzazione di circa 6 chilometri di viadotti con pile di altezza maggiore di 40 metri e campate lunghe fino a 120 metri". Dopo il completamento, a marzo, del varo dei viadotti di Satanasso e Castiglione, attualmente è in corso lo spostamento delle trivelle per la costruzione dei pali di fondazione dei viadotti della tratta montana. Per quanto riguarda gli impalcati metallici, sono arrivate in cantiere 30mila delle 50mila tonnellate complessive di travi di impalcato, mentre tutte le calotte prefabbricate delle gallerie artificiali sono state completate e trasportate in cantiere. L'obiettivo è portare a termine l'opera entro il 2026. Una volta inaugurata, il tempo necessario per collegare Sibari e Roseto Capo Spulico si ridurrà di 16 minuti, passando dai 36 attuali a 20 minuti. Nei cantieri del Megalotto 3 sono state impiegate oltre 1.500 persone dall'inizio dei lavori a oggi. "Il personale - spiega Salvatore Lieto, amministratore delegato e progettista di Consorzio Sirjo - è stato selezionato principalmente nei territori vicini ai cantieri e la Calabria è una regione che offre sul mercato molti minatori, fondamentali per gli scavi delle gallerie. In generale possiamo dire che, tra società fornitrici e lavoratori, circa il 60% degli impiegati viene proprio dalla Calabria". In tema di sostenibilità, prosegue la nota, "la Conferenza di Servizi ha previsto che il bellissimo paesaggio dell'Alto Jonio sia preservato durante e dopo le lavorazioni". "In fase di Conferenza di Servizi - afferma Lieto - i ministeri dei Beni culturali e dell'Ambiente hanno presentato circa 100 prescrizioni in tema ambientale, alle quali abbiamo risposto prevedendo il ricorso a una prefabbricazione spinta dei principali manufatti. Ad esempio, le calotte delle gallerie artificiali, dislocate lungo il tracciato nella tratta dei terrazzi marini, vengono costruite altrove in diversi stabilimenti del Sud e trasportate qui, evitando così un diverso e maggiore impatto ambientale dovuto alla circolazione di betoniere attraverso i cantieri. Oltre a questo, è previsto un bilancio zero nella gestione delle materie prime e in particolare delle terre di scavo. Tutti i materiali di scavo saranno infatti utilizzati per costruire le opere in terra, come i rilevati stradali. Alla fine, di 13 milioni di metri cubi di terre di scavo ne rimarranno appena 250mila che saranno stoccati in un deposito definitivo".

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