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      Concorsi pilotati alla Mediterranea di Reggio, interdetti Rettore e docenti

       

       

      Concorsi pilotati alla Mediterranea di Reggio, interdetti Rettore e docenti

      21 apr 22 La Guardia di finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura, ha eseguito otto misure interdittive nei confronti tra gli altri, del rettore dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, Santo Marcello Zimbone (dieci mesi), e del pro rettore vicario Pasquale Catanoso (12 mesi) e di altre 6 persone tra docenti e dipendenti dell'ateneo. Il provvedimento è stato disposto dal Gip su richiesta della Procura diretta da Giovanni Bombardieri. Le indagini nascono da un esposto presentato da una candidata non risultata vincitrice in occasione dell' espletamento della procedura di valutazione per un posto di ricercatore.

      Contestata associazione a delinquere

      C'é anche l'associazione per delinquere tra i reati contestati ai 6 docenti, tra cui rettore e prorettore, ed a due impiegati amministrativi dell'università "Mediterranea" di Reggio Calabria, interdetti per presunti illeciti nella gestione dei concorsi per l'assegnazione di alcune cattedre dell'ateneo. Le persone interdette sono accusate anche di concussione, corruzione, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

      Presunti illeciti anche in appalti università

      La Guardia di finanza, nell'ambito dell'indagine su presunti illeciti nella gestione da parte dell'università "Mediterranea" di Reggio Calabria di concorsi per la copertura di posti di ricercatore che ha portato all'interdizione di rettore, prorettore, quattro docenti e di due impiegati amministrativi, sta anche svolgendo accertamenti su alcuni appalti e sull'utilizzo delle risorse destinate all'ateneo. In particolare, alcuni appalti relativi a lavori di manutenzione dei locali universitari, secondo quanto si è appreso, sarebbero stati assegnati in assenza di specifiche procedure di gara. Nei confronti di alcuni indagati, inoltre, s'ipotizza anche il reato di peculato poiché avrebbero utilizzato per fini privati le autovetture di servizio che gli erano state assegnate. Lo stesso andazzo sarebbe stato seguito anche nell'utilizzo delle carte di credito intestate all'Università e "reiteratamente utilizzate - afferma il Gip nell'ordinanza con cui ha disposto le interdizioni - per pagare spese di natura prettamente personale". Nel provvedimento si parla, inoltre, di "un'associazione dedita alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell'Università Mediterranea e delle sue articolazioni compartimentali".

      Docenti e impiegati indagati

      Sono 4 in tutto, oltre al rettore, Santo Marcello Zimbone, ed al suo predecessore, Pasquale Catanoso, attuale prorettore vicario, i docenti dell'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria nei confronti dei quali il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica diretta da Giovanni Bombardieri, ha disposto l'interdizione, e la conseguente sospensione dal servizio, per un periodo che va da 2 a 6 mesi. I docenti ai quali é stato notificato il provvedimento sono Ottavio Salvatore Amaro, professore associato del Dipartimento di architettura ed ex direttore generale dell'ateneo; Adolfo Santini, direttore del Dipartimento di architettura; Massimiliano Ferrara, direttore del Dipartimento di giurisprudenza, economia e scienze umane, e Antonino Mazza Laboccetta, professore associato dello stesso Dipartimento di giurisprudenza. L'interdizione é stata disposta, inoltre, anche per due funzionari dell'Area tecnico-scientifica elaborazione dati dell'università, Alessandro Taverriti e Rosario Russo.

      L'operazione della Guardia di finanza di Reggio Calabria, coordinata dalla Procura e denominata "Magnifica" vede indagati altri sei professori ordinari e due dipendenti dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria e costituisce l'esito di un'indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria che ha consentito di ipotizzare presunte condotte illecite commesse in un arco temporale dal 2014 al 2020. Gli investigatori, in particolare, ipotizzano l'esistenza di un'associazione dedita alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e delle sue articolazioni compartimentali. Nei confronti del pro rettore, che ha in precedenza ricoperto la carica di rettore, il gip ha disposto anche l'esecuzione di un sequestro preventivo del valore di circa 4 mila euro. In corso anche perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di 23 indagati; di sistemi informatici/telematici in uso all'Università e richiesta di consegna di documentazione ritenuta essenziale ai fini probatori.

      Gip aveva chiesto arresti domiciliari

      La Procura della Repubblica di Reggio Calabria aveva chiesto l'applicazione degli arresti domiciliari a carico dei 6 docenti, tra cui il rettore, Marcello Zimbone, ed il prorettore, Pasquale Catanoso, e dei due funzionari amministrativi coinvolti nell'inchiesta "Magnifica" sui presunti concorsi truccati gestiti dall'università "Mediterranea". Zimbone e Catanoso, così come gli altri quattro docenti ed i due funzionari dell'ateneo, sono accusati, tra l'altro, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione, tra cui concussione, corruzione, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, peculato e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Il Gip, Vincenzo Quaranta, non ha accolto la richiesta di arresto fatta dalla Procura, emettendo invece la misura più attenuata dell'interdizione.

      Gip, da indagini emerge quadro disarmante

      Sono 52 in tutto gli indagati nell'inchiesta "Magnifica" della Procura di Reggio Calabria che ha portato stamattina all'interdizione del rettore dell'università Mediterranea Santo Marcello Zimbone, sospeso per 10 mesi, e del pro rettore vicario Pasquale Catanoso, sospeso per 12 mesi. L'indagine della Guardia di finanza ha fatto luce su una serie di concorsi pilotati ma anche su tutta una serie di irregolarità nella gestione degli appalti e sull'utilizzo delle auto e delle carte di credito dell'Ateneo per scopi personali. Secondo il gip Vittorio Quaranta "il quadro che emerge dalle recenti risultanze investigative è a dir poco disarmante". A proposito dell'ex rettore Catanoso, oggi pro rettore della Mediterranea, il giudice per le indagini preliminari evidenzia che "si fa fatica a credere che un uomo delle istituzioni, una delle più importanti per la crescita culturale, civile ed economica del paese, sia potuto arrivare a fare ciò che abbiamo visto con una sfrontatezza fuori dal comune. I fatti denotano mancanza di senso delle istituzioni". Nell'ordinanza, infatti, c'è scritto che Catanoso "si appropriava della provvista di denaro esistente mediante un uso sistematico per il soddisfacimento di esigenze personali e non istituzionali". Dal gennaio 2017 al luglio 2019, infatti, l'ex rettore utilizzava reiteratamente la carta per pagamenti concernenti l'acquisto di regalie con cui omaggiare i suoi conoscenti in ambito istituzionale, politico ed universitario, per trasferte verso Parigi e Roma non giustificate da impegni ufficiali ma finalizzate a far visita alla figlia, per pranzi e cene di piacere, e per l'acquisto di biglietti ferroviari e spostamenti in taxi per sé e per i suoi congiunti". Il gip è impietoso anche nel tracciare il profilo dell'attuale rettore Santo Marcello Zimbone che avrebbe perseguito "l'illecita gestione senza soluzione di continuità, avallando e garantendo ai direttori dei dipartimenti e ai docenti la conservazione delle loro posizioni privilegiate, nonché la progressione di carriera dei candidati di volta in volta segnalati, anche mediante l'ingerenza nella formazione delle commissioni esaminatrici, composte in modo 'adeguato' al raggiungimento dei suoi obiettivi".

      Tutto parte da una denuncia

      Sarebbe stata invitata ad "aspettare il proprio turno" e a rinunciare all'azione giudiziaria intrapresa la candidata risultata non vincitrice di un concorso all'Università Mediterranea di Reggio Calabria che ha fatto scattare le indagini che hanno portato all'interdizione di dieci mesi del rettore dell'ateneo Santo Marcello Zimbone, del pro rettore vicario Pasquale Catanoso, di altri quattro docenti ordinari e di due dipendenti dell'area amministrativa. Nella denuncia venivano segnalate condotte irregolari che sarebbero state perpetrate nella procedura di valutazione per un posto di ricercatore universitario. Contro l'esito della selezione, la candidata aveva promosso alcuni ricorsi presso i competenti organi di giustizia amministrativa ma, stando alle indagini, le veniva suggerito di rinunciare all'azione giudiziaria intrapresa ed "aspettare il proprio turno" per avere accesso a future opportunità professionali all'interno del dipartimento. L'indagine ha evidenziato anche irregolarità nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di componenti ritenuti "affidabili" e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti "direttamente" o a seguito di "segnalazione". I concorsi che sarebbero stati truccati, secondo gli inquirenti, riguardavano indistintamente le posizioni di ricercatori, di professori ordinari e associati, di assegnisti di ricerca nonché le selezioni per l'accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione.

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