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      Cassazione annulla arresto imprenditore accusato di associazione mafiosa

       

       

      Cassazione annulla arresto imprenditore accusato di associazione mafiosa

      01 apr 22 È tornato libero E. A. F., l'imprenditore imputato nel processo "Mercato Libero" che era stato arrestato l'estate scorsa su richiesta della Dda di Reggio Calabria. La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti annullato senza rinvio l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e intestazione fittizia di beni. E.A.F., di 53 anni, è accusato di far parte della cosca Libri per conto della quale, stando ai pm, avrebbe mediato in occasione di una richiesta estorsiva. Insieme ai fratelli, inoltre, l'imprenditore è sospettato di essere il proprietario fittizio della società cooperativa "Effe Motors", la concessionaria di auto che aveva acquisito il mandato di vendita di marchi Honda e Mazda a Reggio Calabria. Nei mesi scorsi il Riesame aveva già revocato la misura del carcere per Frascati e disposto, nei suoi confronti, i domiciliari. Il Tribunale della Libertà aveva annullato il reato di associazione mafiosa stabilendo che non vi erano elementi per ritenere la vicinanza dell'indagato agli ambienti della criminalità organizzata. All'epoca, però, era stata riconosciuta la gravità indiziaria in relazione alla condotta di intestazione fittizia. Adesso la Cassazione fa cadere anche questa esigenza cautelare dando ragione agli avvocati Francesco Calabrese e Marco Panella e annullando senza rinvio l'ordinanza di arresto. Nel ricorso i due difensori hanno sostenuto che "l'interposizione fittizia fosse del tutto insussistente". In sostanza - è scritto in una nota dei legali - "gli elementi valorizzati in chiave accusatoria erano del tutto evanescenti ed indimostrati, non sussistendo a carico di E.A.F. alcuna concreta prospettiva di essere sottoposto ad alcun provvedimento di sequestro futuro, visto che trattasi di soggetto assolutamente incensurato del tutto avulso dal coinvolgimento in contesti delinquenziali". L'intestazione fittizia, infine, sarebbe stata commessa nel 2008 e "dunque - scrivono Calabrese e Panella - ci si sarebbe trovati al cospetto di una ipotesi di reato ormai abbondantemente prescritta".

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