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      Presidente Mattarella a Pizzo inaugura anno scolastico: con vaccini mai più scuole chiuse

       

       

      Presidente Mattarella a Pizzo inaugura anno scolastico: con vaccini mai più scuole chiuse

      20 set 21 Con la pandemia "la scuola è stata la prima a dover chiudere" ma ora, con le vaccinazioni, "questo non deve più accadere": il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella interviene a "Tutti a scuola" la cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico, a Pizzo Calabro, e ricorda le sofferenze che ha portato il Covid in due questi anni, la passione dimostrata dagli insegnanti, il ruolo avuto dalla didattica a distanza, pur nella sua limitatezza, l'importanza di dare continuità all'educazione digitale, la sofferenza patita dai più giovani, "rinunciare alla scuola in presenza è stato un sacrificio pesante", dice. Assicura che questo che inizia "sarà un anno speciale, un anno scolastico". Si sofferma, il capo dello Stato, sulla "grande partecipazione alla campagna vaccinale" da parte dei giovani: "Il mondo della scuola si è mostrato un grande anti-virus", spesso, nelle famiglie, ricorda, "sono stati i giovani a fare per primi i vaccino, anche quando i grandi tentennavano". "La scuola non è un capitolo accessorio - conclude Mattarella - è centrale, ed è il volano migliore per il domani di tutti noi. Servono impegni concreti, progetti adeguati, assunzioni di responsabilità". Con l'apertura delle scuole oggi in Calabria e in Puglia, tutti gli oltre 8 milioni di studenti italiani sono rientrati nei loro istituti. E già si registrano circa 200 classi in diverse regioni italiane tornate, a causa dei contagi, alla didattica a distanza, per un totale di circa 5 mila tra bambini e ragazzi. "Il fenomeno delle classi in Dad non ci deve spaventare e non dobbiamo viverlo come un incubo, bensì imparare a conviverci fino a quando la totalità o quasi degli studenti sarà vaccinata. Solo allora, e mi riferisco alle classi formate da ragazzi dai 12 anni in su, potremo pensare di evitare completamente la Dad", esorta il presidente dell'Associazione presidi italiani, Antonello Giannelli. E tuttavia tra i dirigenti scolastici serpeggia anche un certo malumore e una esplicita richiesta di regole chiare, soprattutto nella gestione delle quarantene. "I presidi chiedono un maggiore coordinamento tra gli assessorati regionali alla Salute, le Asl, i medici di famiglia, le stesse famiglie e le scuole: spesso veniamo a conoscenza di ragazzi in quarantena direttamente dalle famiglie mentre dovremmo saperlo dalle Asl, c'è confusione", lamenta il presidente dell'Associazione presidi di Roma Mario Rusconi. Sulla possibilità di accorciare la durata della quarantena, almeno per i vaccinati, interviene il sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, per il quale si potrebbe far tornare tutti a scuola in meno di 7 giorni se gli screening risultano tutti negativi. "Anche noi abbiamo vinto la nostra medaglia d'oro siamo riusciti a portare tutti a scuola, ce l'abbiamo fatta. La battaglia contro il virus non è finita ma insieme ce la faremo", è l'esortazione che arriva dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Oggi, infine, in tante regioni, i Cobas, il Comitato Priorità alla scuola ed altre sigle sono scesi in piazza per opporsi alle 'classi pollaio' e chiedere più investimenti per le assunzioni di personale e l'edilizia scolastica.

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