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      Condannato per abuso d'ufficio sindaco Reggio Calabria, Falcomatà; sarà sospeso

       

       

      Condannato per abuso d'ufficio sindaco Reggio Calabria, Falcomatà; sarà sospeso

      19 nov 21 Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è stato condannato per abuso d'ufficio ad un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, nel processo "Miramare" nato da un'inchiesta sulle irregolarità nelle procedure di affidamento ad un'associazione, che sarebbero avvenute senza bando, del Grand Hotel Miramare. La pubblica accusa, rappresentata dai sostituti procuratori Walter Ignazitto e Nicola De Caria, aveva chiesto la condanna di Falcomatà ad un anno e 10 mesi. Falcomatà è stato assolto dal Tribunale di Reggio Calabria, davanti al quale si è svolto il processo, dall'accusa di falso. Sentenza di condanna ad un anno anche per sette assessori che facevano parte della Giunta presieduta dallo stesso Falcomatà all'epoca dei fatti, risalenti al 2015. Si tratta di Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti, ai quali é stato inflitto un anno di reclusione, con pena anche in questo caso sospesa. Condannati ad un anno, sempre per abuso d'ufficio, ed assolti pure loro dall'accusa di falso, l'ex segretario comunale, Giovanna Antonia Acquaviva; l'ex dirigente comunale del settore "Servizi alle imprese e sviluppo economico", Maria Luisa Spanò, e l'imprenditore Paolo Zagarella, titolare della concessione rilasciata dal Comune per l'ex Hotel Miramare. Al centro del processo i presunti rapporti tra Falcomatà e Zagarella, che, in occasione delle elezioni comunali del 2014, aveva concesso gratuitamente a Falcomatà alcuni locali di sua proprietà per consentirgli di ospitarvi la sua segreteria politica. Secondo quanto è scritto nel capo d'imputazione, sindaco e assessori "hanno violato i doveri di imparzialità, trasparenza e buona amministrazione".

      Prefetto lo ha sospeso

      Il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, ha sospeso il sindaco, Giuseppe Falcomatà, dalle cariche ricoperte in seguito alla condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione per abuso d'ufficio nel processo "Miramare". La decisione è stata presa in seguito alla comunicazione da parte della cancelleria del Tribunale di Reggio Calabria del dispositivo della sentenza di condanna di Falcomatà, che ricopriva le cariche di sindaco e sindaco della Città metropolitana. Oltre che per Falcomatà, il provvedimento di sospensione è stato adottato per i consiglieri comunali e metropolitani Armando Neri, Giuseppe Marino ed Antonino Zimbalatti; per il consigliere comunale Saverio Anghelone e per l'assessore comunale Giovanni Muraca, tutti condannati ad un anno di reclusione a conclusione dello stesso processo "Miramare".

      Falcomatà "sarò sospeso, é la legge"

      "La mia sospensione é prevista dalla legge, ma l'Amministrazione comunale, statene certi, andrà ugualmente avanti". Lo ha detto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, commentando con i giornalisti la condanna per abuso d'ufficio ad un anno e 4 mesi di reclusione comminatagli dal Tribunale nel processo per l'affidamento ad un'associazione dell'immobile dell'ex Hotel Miramare. "Per quanto riguarda la sentenza, in merito alla quale aspettiamo di leggere le motivazioni - ha aggiunto Falcomatà - mi pare che il Tribunale abbia dato credito alla tesi della Procura per ciò che concerne il primo capo di imputazione riguardante l'abuso d'ufficio e abbia dato ragione a noi, invece, per quanto riguarda il secondo capo di imputazione riguardo l'ipotesi di falso che veniva contestata". "Sono stati sette anni molto duri. Adesso - ha detto ancora il sindaco - torniamo a casa, riabbracciamo le nostre famiglie e stiamo più tranquilli. Di certo, contro la sentenza, faremo ricorso in appello ma anche altro. Ci sono altri strumenti che potrebbero incidere sulla mia sospensione. C'è già un ricorso, per esempio, presentato alla Consulta sulla costituzionalità della legge Severino. In ogni caso, faremo tutto quello che è necessario e che è possibile in base all'ordinamento. Siamo tranquilli e andiamo avanti".

      Nominati nuovi vicesindaci

      Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha emesso l'atto di nomina di Paolo Brunetti a vicesindaco. Brunetti manterrà la delega all'Ambiente e le altre delle quali si è occupato fino ad oggi. Il sindaco Falcomatà ha espresso un "sincero ringraziamento" al già vicesindaco Tonino Perna, che rimane comunque nell'esecutivo. Falcomatà, nella qualità di sindaco metropolitano, ha nominato vicesindaco Carmelo Versace, che continuerà a gestire la delega alle Società partecipate e le altre già attribuitegli. Il sindaco, anche in questo caso, ha ringraziato il già vicesindaco Armando Neri, condannato ad un anno di reclusione, nella qualità di assessore comunale, nel processo per l'affidamento dell'immobile dell'ex Hotel Miramare. Brunetti e Versace assumeranno la qualità di sindaci facenti funzione quando Falcomatà sarà sospeso, in seguito alla condanna, dalla carica di sindaco e sindaco metropolitano in applicazione della legge Severino.

      Anci Calabria: rivedere legge Severino

      "Il direttivo di Anci Calabria, riunitosi nel pomeriggio a Siderno in seduta straordinaria per manifestare solidarietà all'amministrazione comunale, chiede una repentina rivisitazione della legge Severino affinché siano garantiti i principi costituzionali" e rileva "in merito alla sentenza di primo grado a carico del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomaltà, appare infatti improcrastinabile un intervento legislativo rispetto a un reato che è privo di indicazione di condotte specifiche risultando utilizzabile per qualsiasi condotta/atto amministrativo". Lo riferisce un comunicato dell'associazione dei Comune calabresi. "Emerge la necessità - è detto nel comunicato - di accelerare il processo di rivisitazione delle predette norme sia perché l'abuso d'ufficio è un reato estremamente fumoso e privo di tipizzazione della condotta e sia perché la legge Severino, che prevede la sospensione degli amministratori in caso di condanna anche solo di primo grado e, quindi, non definitiva, appare in palese contrasto con i principi costituzionali e comunitari relativi alla presunzione di innocenza. Per questo si chiede la discussione intorno tali temi così da accelerare su una problematica che, soprattutto a queste latitudini, impone una serie riflessione in merito all'esercizio democratico dei diritti costituzionali. Si ritiene infatti non più rimandabile il progetto di riforma di legge già in discussione in Parlamento".

      Salvini: si dimetta

      "Fra condanne, scandali, denunce di brogli e rifiuti ovunque, Falcomatà non molla la poltrona e lascia i cittadini di Reggio allo sbando: dimissioni!". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

      Abramo: ne uscirà rafforzato

      "Sono convinto che Giuseppe Falcomatà saprà dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti che gli sono contestati e che gli sono costati la condanna, in primo grado, da cui deriverà anche la sospensione in base alla legge Severino". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro dopo la condanna inflitta al sindaco di Reggio Calabria. "Pur sottolineando il profondo rispetto nell'operato della Magistratura, e senza voler esprimere giudizi in merito a quanto stabilito dal tribunale di Reggio - prosegue Abramo - non posso non sottolineare la mia più profonda solidarietà, umana e politica, a Giuseppe. Lo conosco da anni e, in virtù della collaborazione e della condivisione di idee e progetti che avevo con un gigante come il padre Italo, ho da decenni instaurato un fortissimo rapporto di amicizia con tutta la sua famiglia. Sono assolutamente sicuro che certe condotte non fanno parte del suo modo di essere, così come sono sicuro che darà battaglia in ogni altra sede possibile per ristabilire la verità e ritornare più forte di prima". "Glielo auguro di cuore - sostiene ancora il sindaco di Catanzaro - ma ribadisco pure come gli amministratori locali abbiano bisogno di norme più precise per essere meglio tutelati. I sindaci sono il primo punto di riferimento per i cittadini, ma anche quelli che pagano sulla propria pelle pur non avendo responsabilità dirette. Il Governo faccia qualcosa per difenderli".

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