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      Idros, Installazione di arte contemporanea dal 25 a Orsomarso

       

       

      Idros, Installazione di arte contemporanea dal 25 a Orsomarso

      23 lug 21 Dal 25 luglio ad Orsomarso apre l'installazione di arte contemporanea di Angelo Aligia, Idros. La mostra, del tutto originale incastonata nello straordinario ambiente naturale della valle del fiume Argentino che scorre giù dall'Appennino calabrese, resterà aperta fino al 30 settembre. Il nome è un emblema: Idros, la natura delle acque. L’evento, voluto dal sindaco Alberto Bottone, sarà presentato all’inaugurazione il 25 luglio alle 18 con un intervento teorico di Giancarlo Cauteruccio.

      L'arte, dopo il punto zero determinato dalla pandemia deve tornare alla natura per dialogare consapevolmente con essa e cogliere da essa nuove energie, nuove strade da percorrere. L'acqua è la nascita, la rottura delle acque genera nuova vita, conduce il corpodell'intimità del ventre materno alla realtà della vita. é sulla base ditali considerazioni che si fonda il progetto IDROS-la natura delle acque. L'opera scultorea- installativa segna con grazia i corsi d'acqua e di pietra che caratterizzano il paesaggio,per segnare un luogo portatore di bellezza nel quale è davvero possibile incontrare nuova armonia in un luogo speciale dove i visitatori potranno incontrare inedite percezioni, e ascoltare il canto delle pietre che con l'acqua si compenetrano per generare nuova vita.

      [...] “Il percorso artistico di Angelo Aligia si basa su una riflessione antropologica che tende al recupero e alla rielaborazione di materiali, utensili, costumi e tradizioni che hanno assunto nel tempo il connotato culturale e identitario di particolari luoghi. Nato e residente in Calabria, Aligia ha dapprima adottato il legno di olivo, realizzando una serie di sculture in cui la definizione formale scaturisce da interventi molto misurati che tendono ad esaltare le seduzioni plastiche espresse dalla natura, rimanendo quindi distante da tentazioni di rappresentazione mimetica e anzi, prediligendo esiti d’ambito organico. Nel solco del recupero del primario, Aligia ha poi avviato una prolungata sperimentazione con la pietra calcarea calabrese e, attraverso la rielaborazione dell’antica tecnica dei muri a secco, ha realizzato una serie di opere di impatto monumentale e impianto minimalista. Sfere, cubi, tavoli e sedie gigantesche si impongono allo sguardo come enigmatiche testimonianze di epoche passate di forte suggestione. Evocative di remote ritualità, palesano la centralità dei concetti di tempo e luogo. Fedele ai contenuti della propria indagine artistica, Aligia ha affrontato anche la bidimensionalità, utilizzando con valenza pittorica, materiali quali terre, canne e, rielaborati in bronzo e applicati sui supporti, i frutti e gli alimenti del suo territorio quali cedri, fichi, pane. In queste opere trovano sovente collocazione e nuova dignità, con monumentali sottolineature dimensionali, anche gli utensili di un tempo, per il lavoro in casa e nei campi. In breve, l’opera di Angelo Aligia tende a evidenziare e salvaguardare quei particolari elementi tratti dalla natura o dalla cultura rurale. L’opera, quindi, nella ricercata semplicità delle forme che esprime, si fa testimonianza viva, unica e irripetibile, di quei valori ancestrali che l’artista intende sottrarre all’oblio”. Andrea Romoli Barberini (tratto dal testo in catalogo Angelo Aligia)

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