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      Brogli elezioni Reggio, Castorina lascia i domiciliari: libertà da sola non basta

       

       

      Brogli elezioni Reggio, Castorina lascia i domiciliari: libertà da sola non basta

      11 giu 21 La Procura di Reggio Calabria ha notificato l'avviso di conclusione indagini al consigliere comunale del Pd Antonino Castorina arrestato lo scorso dicembre per i brogli che si sono verificati alle ultime elezioni comunali del 20 e 21 settembre 2020. Il gip Stefania Rachele ha sostituito per Castorina la misura cautelare degli arresti domiciliari con il divieto di dimora a Reggio Calabria. Il procuratore Giovanni Bombardieri, l'aggiunto Gerardo Dominijanni e i pm Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo hanno notificato l'avviso di conclusione indagini anche agli indagati Giuseppe Saraceno, Simone D'Ascola, Francesco Laganà e Antonio Fortunato Morelli. Questi ultimi sono stati arrestati nella seconda tranche dell'inchiesta condotta dalla Digos che ha scoperto come alle elezioni comunali avrebbero votato centinaia di anziani che in realtà non si sono mai recati al seggio. Alcuni voti sarebbero stati espressi addirittura da soggetti deceduti. Stando all'impianto accusatorio, questo è stato possibile grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage. L'inchiesta ha consentito ai pm di scoprire come Castorina si sarebbe di fatto autonominato illegittimamente prima componente e poi presidente della Commissione elettorale comunale. Il tutto senza passare dal Consiglio che aveva eletto sia i membri effettivi che i supplementi della Commissione. Ciò gli avrebbe consentito di nominare gli scrutatori per le elezioni comunali in cui era candidato, arrogandosi pure "la funzione di 'delegato del delegato' del sindaco nella nomina dei presidenti di seggio". In seguito alla chiusura delle indagini, l'esponente del Pd, difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Natale Polimeni, lascia i domiciliari e va al divieto di dimora che, secondo il gip dovrebbe essere idoneo a "comprimere la libertà di movimento e di relazione del Castorina nell'ambiente in cui le relazioni latu sensu 'politiche' fraudolente hanno avuto origine, ovvero la città di Reggio Calabria". Per gli altri quattro indagati è stato disposto l'obbligo di presentazione alla pg "tutti i giorni della settimana per due volte al giorno".

      Libertà da sola non basta

      "Ritorno in libertà da solo non basta, assolutamente necessario l'accertamento definitivo della verità dove sarà chiarita la mia estraneità ai fatti contestati". Così il consigliere comunale Antonino Castorina commenta la decisione con la quale il gip Stefania Rachele gli ha revocato gli arresti domiciliari sostituendoli con il divieto di dimora nel Comune di Reggio Calabria. "Unico concorso morale di cui sono responsabile - prosegue Castorina - è quello per avere una città migliore, obbiettivo da sempre agognato. In questi mesi tante bugie raccontate da parte dei più, in un festival dell'ipocrisia e nel tentativo di spostare il processo fuori dalle aule di Tribunale. A Reggio Calabria non è purtroppo una novità. Da uomo di legge resta intatta la mia fiducia nella giustizia giusta e nella magistratura. Verità e storia personale non vanno umiliate". Oltre a esprimere "soddisfazione per il rigetto del ricorso al Tar proposto da elettori e candidati nei confronti di Castorina e degli eletti al Comune", in merito al procedimento penale l'avvocato Natale Polimeni, legale di Castorina, ha affermato che "la contestazione penale non è assolutamente provata e contiene una ricostruzione dei fatti e delle operazioni elettorali che si scontra finanche con prove di natura documentale per come si dimostrerà nel corso del giudizio". Assieme all'avvocato Francesco Calabrese, Polimeni annuncia di avere "in programma di svolgere attività investigativa ulteriore a quella già compiuta dagli uffici di Procura, al fine di dimostrare come il meccanismo ipotizzato non è riconducibile al proprio assistito".

      Respinta richiesta annullamento elezioni

      Il Tar della Calabria, sezione di Reggio Calabria, ha respinto il ricorso presentato per l'annullamento della proclamazione degli eletti alle elezioni comunali di Reggio Calabria tenute il 20 e 21 settembre 2020 e vinte dal centrosinistra e dal sindaco Giuseppe Falcomatà. Il ricorso è stato definito dai giudici amministrativi "irricevibile" in quanto depositato oltre il termine dei trenta giorni dalla proclamazione degli eletti. Il ricorso era stato presentato dal movimento "Nuova Italia Unita" in seguito all'inchiesta sui brogli elettorali in cui è stato arrestato il consigliere comunale Antonino Castorina accusato di aver fatto risultare il voto di circa un centinaio di anziani che, in realtà, non sono andati al seggio. "L'esistenza - scrive il Tar - di indagini penali in corso, pur quando, come nel caso di specie, attengano a condotte di rilevante gravità, non vale di per sé a dimostrare la illegittimità dell'atto amministrativo impugnato dovendo, al riguardo, dimostrarsi se ed in che misura la condotta presuntivamente illecita abbia portato all'adozione di un provvedimento che sarebbe stato diverso per forma e contenuti". Secondo i giudici amministrativi, non basta sostenere che non è "possibile risalire alla concreta individuazione delle schede elettorali 'falsificate' trattandosi, comunque, di un numero complessivo di 100 voti la cui concreta incidenza sui risultati elettorali avrebbe dovuto essere oggetto di specifica e puntuale dimostrazione da parte ricorrente". Pure per questo "il ricorso principale e i motivi aggiunti sono oltre che irricevibili, anche inammissibili" e non sussistono "i presupposti per l'annullamento delle operazioni elettorali nel loro complesso o limitatamente alle sezioni interessate dalle indagini". "È stata chiusa una pagina triste". Così i capigruppo di maggioranza al Comune commentano la sentenza che mette "la parola fine sulla lunga ed estenuante sequela di polemiche strumentali cui abbiamo assistito, in silenzio e con grande rispetto delle istituzioni giudiziarie. Crediamo sia il tempo di tornare a parlare di questioni che riguardano la città e la vita quotidiana dei cittadini, e non più solo pochi soggetti strumentalmente interessati".

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