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      Blitz PS a cosca Forastefano nella sibaritide, 17 arresti: coinvolti professionisti

       

       

      Blitz PS a cosca Forastefano nella sibaritide, 17 arresti: coinvolti professionisti

      16 feb 21 E' in corso dalle prime ore della mattinata un'operazione della Polizia di Stato per l'esecuzione di 17 misure cautelari a carico di altrettante persone appartenenti o vicini alla cosca di 'ndrangheta dei Forastefano, le cui attività criminali sono concentrate nella Sibaritide. I reati contestati alle persone coinvolte nell'operazione sono, a vario titolo, associazione per delinquere di stampo mafioso, riciclaggio di denaro, estorsione e intestazione fittizia di beni. Gli agenti stanno anche eseguendo alcuni sequestri di società e imprese. I particolari dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa nella Questura a Cosenza alla quale hanno preso parte parte il Procuratore distrettuale di Catanzaro Nicola Gratteri; il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla; il direttore centrale anticrimine Francesco Messina e il direttore del servizio centrale operativo della Polizia di Stato Fausto Lamparelli.

      Sono stati raggiunti dal provvedimento cautelare: Destinatari di custodia in carcere

      FORASTEFANO Pasquale, detto "l'Animale", cl. 87, di Cassano all'Ionio (CS); FORASTEFANO Alessandro, cl. 91, di Cassano allo Ionio (CS); MASSA Domenico, detto "Cicciotto", cl. 77, di San Lorenzo del Vallo (CS); TALARICO Luca, cl. 85, di Spezzano Albanese (CS); PIGNATARO Agostino, cl. 81, di Spezzano Albanese (CS), domiciliato a Forlimpopoli (FC); BEVILACQUA Stefano, cl. 85, di Cassano allo Ionio (CS); ANTOLINO Antonio, cl. 85, di Cassano allo Ionio (CS); FALBO Leonardo, cl. 80, di Cassano allo Ionio (CS); ARCIDIACONO Gianfranco, cl. 87, di Trebisacce (CS); ABBRUZZESE Nicola, detto "Semiasse", cl. 79, di Cassano allo Ionio (CS);

      Ai domiciliari

      ARCIDIACONO Alessandro, cl. 69, di Cassano allo Ionio (CS); LENTO Saverio, cl. 59, di Altomonte (CS); ELIA Damiano, cl. 72, di Cassano allo Ionio (CS); INTRIERI Francesca, cl. 92, di Castiglione Cosentino (CS); ELIA Andrea, cl. 85, di Cassano allo Ionio (CS); PESCE Vincenzo, cl. 66, di Cassano allo Ionio (CS), commercialista; BISANTIS Giuseppe, cl. 67, di Capaccio Paestum (SA), avvocato.

      Nelle prime ore di oggi il Servizio Centrale Operativo e le Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, supportati da pattuglie di diversi Reparti Prevenzione Crimine, nonché dalle Squadre Mobili delle Questure di Salerno e Forlì-Cesena, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, il Procuratore Aggiunto Vincenzo Capomolla e il Sostituto Procuratore Alessandro Riello, hanno dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP distrettuale nei confronti di 17 soggetti appartenenti o comunque vicini al clan di 'ndrangheta Forastefano di Cassano all'Ionio (CS) accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, violenza privata, trasferimento fraudolento di valori, e truffa, ipotesi di reato, delitti anche aggravati dal metodo e dall'agevolazione mafiosa.

      L'indagine denominata KOSSA, dalla antica denominazione di Cassano) dell'operazione condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha ricostruito l'attuale operatività della cosca dei "Forastefano", rigeneratasi dopo gli interventi giudiziari intervenuti nel 2008, attraverso il consolidamento del proprio programma di penetrazione nel tessuto economico della Sibaritide, in particolare nel settore agroalimentare e in quello dei trasporti avvalendosi della "forza dell'intimidazione tipica dell'associazione mafiosa".

      Nel mirino il settore agroalimentare

      L'azione del sodalizio si è concretizzata a danno degli altri imprenditori che operano nel settore agroalimentare nell'area della Sibaritide tra le quali anche un'azienda, con sede nella provincia di Ferrara, di livello europeo nel campo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, il cui rappresentante legale, con riferimento alle attività imprenditoriali avviate dall'azienda ferrarese nella Sibaritide, è risultato vittima di una lunga serie di vessazioni consistite in ripetute richieste in denaro per servizi di guardiania e arbitrarie maggiorazioni di corrispettivi contrattuali ottenute anche mediante minacce esplicite di ritorsioni. L'operatività della consorteria criminale si è espressa anche subentrando direttamente nella gestione delle aziende tramite le imprese di riferimento e riconducibili agli esponenti del sodalizio, che, all'occorrenza risolvevano le trattative sindacali con intimidazioni finalizzate a silenziare i sindacalisti che osavano sollevare obiezioni negli interessi dei lavoratori.

      Timore tra gli operatori commerciali

      La forza di intimidazione del sodalizio criminale dei Forastefano ha generato un diffuso timore tra gli operatori commerciali e gli imprenditori vittime di estorsioni, per godere della "protezione" delle loro attività economiche e beni aziendali. Si tratta di un sodalizio che estende la sua influenza su un territorio caratterizzato, in tempi recenti da una sequenza di vicende omicidiarie, che denota la pericolosità della criminalità operante nell'area. A fronte degli imprenditori che, a differenza del passato, hanno denunciato le vessazioni subite, altri sono stati cooptati, a vario titolo, dal sodalizio, anche per programmare e consumare, avvalendosi delle società da questi gestite nel settore agricolo, sistematiche truffe ai danni dell'INPS, con l'apparente rappresentazione di rapporti di lavoro fittizi, fonte di finanziamento del sodalizio medesimo. Le mire imprenditoriali si sono estese inoltre al settore degli autotrasporti, monopolizzato grazie a un "cartello" di ditte riconducibili, direttamente o indirettamente, al clan e votato all'acquisizione, spesso forzosa, delle commesse di altri operatori del settore. Una penetrazione quasi totalizzante nel tessuto sociale ed economico della zona, resa possibile anche dalla pax mafiosa stipulata con gli storici rivali con i quali si sono in passato contrapposti per il controllo criminale. Il superamento della antica contrapposizione è, plasticamente, evidenziato dalla consumazione di alcuni reati di estorsione e truffa nei quali concorrono soggetti che gravitano nei contesti delle storiche consorteria un tempo avversarie.

      Commistione coi colletti bianchi

      L'indagine ha, ancora una volta, registrato la necessaria cooperazione, al fine del perseguimento del programma del sodalizio di 'ndrangheta, da parte di professionisti e imprenditori per i quali è stato ipotizzato il concorso esterno in associazione mafiosa, per avere, in particolare i professionisti (un avvocato e un commercialista), assunto il ruolo che può definirsi di "consigliori", lasciandosi coinvolgere nell'attività degli esponenti del sodalizio di 'ndrangheta, fornendo consigli, pareri ed assistenza contra legem, suggerendo sistemi e modalità di elusione fraudolenti, funzionali a conseguire gli scopi dell'associazione stessa. Con la ordinanza eseguita in data odierna è stato disposto anche il sequestro preventivo di terreni, fabbricati, quote societarie, imprese individuali e autovetture riconducibili a membri della famiglia Forastefano o ai loro prestanome, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.

      Gratteri: professioni prone imprenditoria mafiosa

      "La 'ndrangheta che si evolve ha bisogno del mondo delle professioni, che a loro volta hanno abbassato di molto l'etica e la morale in nome del Dio denaro, è prona ai servigi all'imprenditoria mafiosa". Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti, ha commentato l'operazione "Kossa" - dall'antica denominazione di Cassano allo Ionio - condotta dalla polizia contro la cosca Forastefano che ha evidenziato i legami della 'ndrangheta con professionisti e imprenditori. "E' stata - ha aggiunto Gratteri - un'attività investigativa difficile, strutturata, che non ha il supporto di alcun collaboratore di giustizia, ma abbiamo deciso di investire più uomini e mezzi perché si tratta di una famiglia di 'ndrangheta che aveva l'ossessione del controllo del territorio, non solo sul piano fisico , ma anche economico. Si tratta di famiglie di 'ndrangheta che hanno un pedigree di ferocia, perché queste famiglie hanno insanguinato per anni interi ambiti e territori della provincia di Cosenza".

      Messina, colpire cosche in Calabria per neutralizzarle altrove

      "La 'ndrangheta - ha aggiunto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine - va combattuta in Calabria, cioè dove il fenomeno è endemico perché è da qui che deve partire un'azione di neutralizzazione del problema. Dobbiamo colpire l'organizzazione nel territorio in cui essa è forte, in cui manifesta militarmente il suo potere, per arrivare a neutralizzarla anche altrove. Attraverso azioni di repressione forte recuperiamo spazi che lo Stato, anche con il supporto delle istituzioni, deve rioccupare per favorire la rinascita della legalità". Gli arrestati sono appartenenti o contigui ai Forastefano e sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, violenza privata, trasferimento fraudolento di valori, e truffa, delitti anche aggravati dal metodo e dall'agevolazione mafiosa. L'indagine ha ricostruito l'operatività della cosca che, dopo le inchieste del 2008, si era rigenerata penetrando nel tessuto economico della Sibaritide, ed in particolare nel settore agroalimentare e in quello dei trasporti avvalendosi della forza dell'intimidazione tipica dell'associazione mafiosa. Vittime del sodalizio gli imprenditori dell'agroalimentare. Tra queste anche un'azienda con sede nella provincia di Ferrara, di livello europeo, che opera nel campo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, il cui rappresentante legale, con riferimento alle attività avviate nella Sibaritide, è risultato vittima di una lunga serie di vessazioni. Le mire imprenditoriali, secondo le indagini, si sono estese anche al settore degli autotrasporti, monopolizzato grazie a un "cartello" di ditte riconducibili, direttamente o indirettamente, al clan e votato all'acquisizione, spesso con la forza, delle commesse di altri operatori del settore. Un controllo asfissiante e totale del tessuto sociale ed economico della zona, reso possibile anche dalla pax mafiosa stipulata con gli storici rivali con i quali si sono in passato contrapposti per il controllo criminale.

      Coinvolti professionisti

      Le indagini nei confronti della cosca di 'ndrangheta Forastefano, che hanno portato all'arresto di 17 persone nella Sibaritide, sono durate tre anni e sono state condotte dalla squadra mobile di Cosenza, guidata dal vicequestore Fabio Catalano e dal Servizio centrale operativo della polizia, e dirette dal procuratore Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm antimafia Alessandro Riello. Le persone finite in carcere sono 10, mentre altre 7 sono state poste ai domiciliari. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta anche un commercialista ed un noto avvocato della zona. Sono stati ricostruiti, attraverso dichiarazioni e intercettazioni, diversi episodi estorsivi e intimidatori. In particolare, le vessazioni subite dal titolare di una azienda di trasporti che è stato spogliato dei mezzi e sostituito nei rapporti che aveva con un'altra azienda a beneficio di una impresa controllata dalla cosca. "Il sodalizio - ha spiegato Catalano - condizionava tutta l'economia della Sibaritide arrivando ad imporre le proprie ditte di autotrasporto e di prodotti ortofrutticoli con estorsioni, intimidazioni e attività di intestazione fittizia di beni a soggetti compiacenti. Erano anche specializzati in truffe in danno dell'Inps, che attuavano attraverso le indennità percepite per il tramite di braccianti agricoli fittiziamente reclutati, ma mai realmente impegnati nei lavori". Inoltre, eseguiti provvedimenti di sequestro tra imprese e mezzi, per un valore di oltre dieci milioni di euro.

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