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      Blitz CC nel reggino, arresti e sequestro beni

       

       

      Blitz CC nel reggino, arresti e sequestro beni

      16 feb 21 Una vasta operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso per l'esecuzione di provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di numerose persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di beni. L'operazione ha colpito il "mandamento" centro della 'Ndrangheta. L'operazione "Metameria", condotta dai carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, ha avuto come epicentro investigativo la cosca Barreca di Pellaro e le trame criminali che si sono dipanate fino al quartiere Archi, dove sono attive le cosche Condello e De Stefano. Sono una trentina gli arrestati nelle due ordinanze di custodia cautelare firmate dai gip Tommasina Cotroneo e Karin Catalano su richiesta dei pm Stefano Musolino e Walter Ignazitto. Tra gli arrestati c'è pure Giandomenico Condello. Nell'inchiesta della Dda sono emersi anche gli interessi criminali delle cosche Ficara Latella, Libri e il locale di Santa Caterina. Oltre agli arresti, i carabinieri hanno eseguito un sequestro beni per aziende impegnate nel global service, turismo ed edilizia, per un valore di beni strumentali superiore ai 6 milioni di euro.

      Sequestrate imprese valore 6 mln di euro

      Sono otto le imprese operanti nei settori edilizia e impianti elettrici, officine meccaniche per mezzi pesanti, pulizie, autospurgo, gestioni lidi e strutture ricettive, riparazione autoveicoli, e i cui beni strumentali hanno un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, poste sotto sequestro nell'ambito dell'operazione "Metameria" che ha ha portato all'arresto di 28 tra boss e gregari delle cosche di 'ndrangheta di Reggio Calabria. Nelle due ordinanze di custodia cautelare, firmate dai gip Tommasina Cotroneo e Karin Catalano sono stati riportati i verbali di collaboratori di giustizia tra cui Mario Gennaro, Vincenzo Cristiano e Roberto Lucibello. A queste sono stati aggiunti quelli di Mario Chindemi, Fabio e Francesco Berna, Giuseppe Stefano Tito Liuzzo e Roberto Moio. Nell'inchiesta, inoltre, i pm hanno accertato l'attuale assetto organizzativo e la perdurante operatività della cosca Condello. Più nello specifico, sono stati svolti mirati ed approfonditi accertamenti su alcuni dei settori economici cui la suddetta organizzazione criminale rivolge i propri interessi, garantiti anche dall'operato di taluni imprenditori, i quali hanno fornito un concreto ed essenziale contributo al rafforzamento ed accrescimento economico della cosca. L'attento monitoraggio investigativo ha consentito peraltro di acquisire gravi indizi di colpevolezza comprovanti il reato di trasferimento fraudolento di valori, realizzato attraverso la fittizia intestazione di alcune aziende o rami d'azienda, governate in maniera occulta dalla cosca Condello. In particolare, è emersa la vicenda che riguarda l'alienazione del parco automezzi della società mista Leonia spa in liquidazione, condizionato dagli interessi mafiosi dei Condello e De Stefano. È emerso inoltre il coinvolgimento di un altro imprenditore, operante nel settore turistico alberghiero nel comune di Scalea e zone limitrofe, i cui approfondimenti investigativi hanno permesso di disvelare duraturi e costanti rapporti economici - criminali con esponenti della cosca Condello.

      Boss dai domiciliari gestiva cosca

      "È emerso che la detenzione domiciliare non era sufficiente a tutelare la collettività dal pericolo di reati da parte di Filippo Barreca che dalla propria abitazione si è dimostrato in grado di governare la propria cosca, con direttive concrete e specifiche e relazioni con altre cosche. Era evidente che quella misura cautelare che doveva ritenersi adeguata per ragioni di salute è stata ritenuta, prima da noi con la richiesta e poi dal giudice con l'ordinanza, insufficiente a tutelarci". A dirlo il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nel corso della conferenza stampa on-line per illustrare i dettagli dell'operazione "Metameria" condotta dai carabinieri con il coordinamento dei sostituti della Dda Stefano Musolino, Walter Ignazitto e Giovanni Calamita. Inchiesta nata dopo la concessione dei domiciliari e la scarcerazione di Filippo Barreca, boss della cosca operante nel quartiere di Pellaro e Bocale di Reggio Calabria. "È emblematica - ha aggiunto Bombardieri - la ricostruzione delle relazioni di Barreca con tutte le altre cosche dell'area cittadina con cui viene in contatto. Dall'inchiesta è emerso l'impegno del boss nel riorganizzare le file della propria cosca, rivendicando il territorio di sua competenza attraverso attività estorsive, il ricorso alla violenza e le indicazioni criminali fornite ai suoi sodali. Anche nel momento in cui Barreca si recava in ospedale per le cure, approfittava di quei momenti per organizzare degli incontri con i vertici delle altre cosche e interloquire sulle dinamiche criminali che lo hanno visto protagonista. Quello che è emerge è la sua volontà ferma e decisa di rivendicare il pizzo a tutte le attività che venivano a svolgersi nel territorio di sua ritenuta competenza. Nell'inchiesta sono emersi i rapporti con la cosca De Stefano, con la cosca Libri e con le cosche dell'area tirrenica". I filoni dell'inchiesta sono due. Uno è quello su Filippo Barreca e la riorganizzazione della sua cosca. "L'altro filone - ha aggiunto Bombardieri - riguarda i vertici della cosca Condello e la riorganizzazione della famiglia mafiosa di Archi. La nostra attenzione è stata rivolta a Demetrio e Giandomenico Condello che sono stati tirati in causa da numerosi collaboratori. In particolare quest'indagine ha riguardato gli interessi economici della cosca Condello, le sue proiezioni in alcune aziende che si sono occupate anche della dismissione dei parco mezzi della Leonia". L'inchiesta "Metameria", quindi, ha fotografato quelli che Bombardieri ha definito "due spaccati criminali che trovavano un punto i collegamento anche nei rapporti della cosca Barreca con i Condello. Sono dinamiche criminali che riscontrano quanto è emerso già con le indagini 'Malefix' e 'Pedigree' sui rapporti tra le cosche di Reggio centro".

      In manette anche geomtera di Firenze

      C'è anche un geometra residente a Impruneta (Firenze), tra le 28 persone arrestate stamani nell'operazione 'Metameria' dei carabinieri, condotta nell'ambito di un'inchiesta sulla 'ndrangheta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. L'uomo è destinatario di una misura agli arresti domiciliari, che gli è stata notificata questa mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Firenze. Complessivamente il gip di Reggio Calabria ha disposto 25 arresti in carcere e tre ai domiciliari. Nell'inchiesta della Dda sono ipotizzati i reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni e valori aggravato dall'agevolazione mafiosa.

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