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      Maxi operazione di PS nel crotonese, decine di arresti

       

       

      Maxi operazione di PS nel crotonese, decine di arresti

      10 feb 21 Decine di arresti da parte della Polizia di Stato su ordine della Dda di Catanzaro, in una maxioperazione nell'ambito di una indagine contro cosche di Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro. Accuse - informa una nota - di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

      La maxioperazione della Polizia di Stato ha colpito le famiglie di 'ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro. L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Crotone e dal Servizio Centrale Operativo, con la collaborazione dei poliziotti delle Squadre Mobili di Bergamo, Catanzaro, Cosenza, Milano, Novara, Vibo Valentia e Reggio Calabria, del Reparto Prevenzione Crimine di Bari, Cosenza, Lecce, Vibo Valentia e Siderno e delle Unità Cinofile di Vibo Valentia e Reggio Calabria e il supporto dell'elicottero del quinto Reparto Volo di Reggio Calabria, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Dda di Catanzaro, diretta dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. Alla conferenza stampa parteciperanno anche il direttore del Servizio centrale operativo Fausto Lamparelli e il questore di Crotone Massimo Gambino.

      I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di:

      Salvatore Arena, 41 anni a Crotone
      Antonio Astorino, 47 anni a Isola Capo Rizzuto
      Carmine Astorino, 49 anni a Isola Capo Rizzuto
      Carpino Valerio, 27 anni a Crotone
      Marco Cenerini, 35 anni a Crotone
      Gerolamo Ferrini, 60 anni a Crotone
      Giuseppe Geraldo, 34 anni a Crotone
      Alessandro Giardino, 123 anni a Crotone
      Alfonsina Giardino, 43 anni a Isola Capo Rizzuto
      Greco Giovanni, 38 anni a Catanzaro
      Mirko Iannone, 27 anni a Modena
      Giuseppe Macchione, 56 anni a Crotone
      Francesco Macrillò , 28 anni a Crotone
      Fiore Macrillò, 35 anni a Crotone
      Fabio Mannolo, 35 anni a Crotone
      Giuliano Mannolo, 48 anni a Cutro
      Ivan Mannolo, 34 anni a Crotone
      Rocco Mannolo, 45 anni a Cutro
      Antonio Nicoscia, 33 anni a Cariati
      Santo Claudio Papaleo, 32 anni a Crotone
      Leonardo Passalacqua, 57 anni a Crotone
      Fabio Procopio, 37 anni a Crotone
      Giuseppe Pullano, 36 anni a Isola Capo Rizzuto
      Emanuel Ribecco, 25.09.1967 a Cremona
      Natale Ribecco, 54 anni a Cutro
      Domenico Riillo, 34 anni a Cariati
      Francesco Riillo, 31 anni a Cariati
      Mirko Scarpino, 33 anni a Catanzaro
      Antonio Sestito 42 anni a Crotone
      Ivan Stramandinoli, 26 anni a Crotone
      Martino Tarasi, 33 anni a Crotone
      Giuseppe Timpa, 23 anni a Crotone
      Luca Vallone, 22 anni a Crotone
      Antonio Vasapollo, 35 anni a Crotone
      Santo Vittimberga, 50 anni a Crotone
      Rocco Marchio, 27 anni a Crotone

      Trentasei gli arresti, 67 gli indagati

      E' il frutto di due distinti filoni d'indagine che poi si sono intrecciati l'operazione "Golgota" condotta dalla polizia e che ha consentito, secondo gli investigatori, di fare luce su un ampio spaccato criminale del territorio della provincia crotonese. Un'inchiesta che ha evidenziato anche aspetti "inquietanti", quale la capacità degli indagati di acquisire informazioni sulle indagini in corso e le operazioni in procinto di essere compiute emersa dalle intercettazioni. Trentasei le persone arrestate stamani - complessivamente gli indagati sono 67 - accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. L'indagine, coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dai pm Paolo Sirleo e Domenico Guarascio e svolta dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, ha riguardato la cosca Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto e la famiglia dei Mannolo appartenenti al ceppo cosiddetto dei "pecorari" operanti sul territorio di San Leonardo di Cutro. L'attività investigativa su Isola di Capo Rizzuto ha rappresentato una prosecuzione dell'operazione "Tisifone" scattata il 20 dicembre 2018 su disposizione della Dda catanzarese nei confronti di 23 soggetti facenti parte delle famiglie di 'ndrangheta Arena-Nicoscia-Manfredi-Capicchiano che, al tempo, aveva scongiurato la ripresa di una nuova guerra di mafia, e ha consentito di fare luce sulle successive dinamiche criminali operanti sul territorio di Isola di Capo Rizzuto, sulle propaggini della cosca al nord Italia mediante l'infiltrazione in imprese delle quali acquisivano la gestione imponendo la loro protezione e sui rapporti che le famiglie isolitane mantengono con altre famiglie di 'ndrangheta del crotonese in particolare con i Megna di Papanice e con la famiglia Mannolo di San Leonardo di Cutro. Proprio con quest'ultimi sono emersi gli intrecci con un'altra indagine relativa a un traffico di sostanza stupefacente il cui epicentro era proprio il territorio di San Leonardo che riforniva l'intera provincia, compresa Isola di Capo Rizzuto, di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Dalle intercettazioni è emerso che la famiglia Mannolo aveva stretti rapporti con soggetti di Crotone e Isolitani nella fornitura di cocaina e marijuana nonché la disponibilità di numerose armi che, nel corso delle indagini, sono state sequestrate insieme alla droga. Dall'inchiesta emerge anche l'operatività di diverse associazioni sul territorio crotonese dedite al traffico di droga in grado di muovere decine di chili per tutta la penisola oltre che un vero e proprio spaccato di "storia criminale" della provincia degli ultimi anni corredata da alleanze, rivalità e cambi di strategie.

      Gratteri:con indagine evitati numerosi omicidi

      "Non avete idea di quanti omicidi abbiamo evitato in questi anni conducendo questa indagine". Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha spiegato i particolari dell'operazione Golgota che ha portato all'arresto di 36 persone, in gran parte affiliate alle cosche di Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro. "In particolare - ha aggiunto - ci sono imputazioni per associazione di stampo mafioso e per associazione dedite al traffico di stupefacenti, oltre a numerosi reati fine: i capi di imputazione sono 108, di cui 30 per armi". Il procuratore della Dda di Catanzaro ha elogiato l'opera della Squadra Mobile di Crotone: "è stato un grande lavoro sul piano probatorio, un grandissimo lavoro fatto dalla Squadra Mobile di Crotone e da quella di Catanzaro coordinate dallo Sco di Roma. Ci sono imputazioni non solo per droga ma per la detenzione di decine e decine di armi comuni e da guerra, perché questo territorio negli anni è stato martoriato da decine di omicidi di mafia e più volte, dal 2018 ad oggi siamo intervenuti con azioni di 'disturbo' per impedire altri omicidi e altro sangue. Abbiamo dovuto sacrificare parte dell'indagine, ma abbiamo salvato delle vite. Oggi abbiamo tirato su la rete". "Abbiamo importato una rivoluzione - ha detto il magustrato evidenziando come la guerra alla ndrangheta debba essere costante - sull'approccio al contrasto alla criminalità organizzata. Su questo territorio ho messo tre sostituti della Dda solo per il circondario di Crotone: Sirleo, Guarascio e Mandorfino, magistrati molto preparati, tra i migliori che ho alla Dda di Catanzaro. In questi anni il Capo della Polizia, il comandante generale dei Carabinieri e quello della Guardia di finanza hanno mandato e stanno mandando uomini di primo piano, stiamo ottenendo grandi risultati ma malgrado questo le famiglie continuano a rigenerarsi: arrestati i padri ci sono i figli e poi i nipoti. E' un continuo rincorrersi. Vuol dire che le regole del gioco dovrebbero cambiare". "Non basta - ha concluso Gratteri - solo l'azione giudiziaria. Però le cose stanno migliorando; su questo territorio ci sono commercianti usurati e estorti che stanno collaborando. Vuol dire che noi magistrati e forze dell'ordine cominciamo ad essere credibili e questo ci conforta. Pensiamo di essere sulla strada giusta. Mi rendo conto che dovremmo fare di più e che altri pezzi dello Stato dovrebbero fare di più".

      Tofalo: contrasto cosche, priorità Stato

      "Oggi sono state duramente colpite le famiglie legate alla 'ndrangheta di Isola di Capo Rizzuto e di San Leonardo di Cutro grazie a un'operazione della Polizia di Stato che ha portato decine di arresti. L'indagine è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. Grazie a tutte le nostre Forze dell'ordine e alla Magistratura per il massimo impegno nella lotta alla criminalità e al fenomeno mafioso". Così, in una nota, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo al termine dell'operazione "Golgota".

      Messina: disarticolata componente militare

      "Con questa indagine abbiamo disarticolato la componente militare delle cosche di Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro". Ad evidenziarlo il capo della Direzione centrale anticrimine Francesco Messina, nel corso della conferenza stampa svolta nella Questura di Crotone sull'operazione Golgota condotta dalla Dda di Catanzaro contro le cosche Arena-Nicoscia e Mannolo. Il direttore del Dac, riprendendo le parole del procuratore Nicola Gratteri, ha ribadito la necessità di "pensare ad una massiva attività repressiva per eradicare il fenomeno da questo territorio che è la culla della 'ndrangheta. Quella di oggi dimostra che siamo sulla strada giusta per liberare il Crotonese dall'oppressione militare delle cosche". Il direttore del Servizio centrale operativo (Sco) Fausto Lamparello, ha invece sottolineato come dall'attività investigativa sia emerso che "le cosche non si fanno più la guerra ma hanno attivato un patto federativo grazie al quale si dividono gli affari". Il questore di Crotone Massimo Gambino ha elogiato il lavoro svolto dai suoi uomini, mentre il dirigente della Squadra mobile di Crotone Nicola Lelario è entrato nei particolari. "In questa indagine - ha detto - abbiamo visto svolgersi un romanzo criminale con gli intrecci che svelano alleanze, strategie e mosse delle cosche di Isola Capo Rizzuto e di San Leonardo di Cutro che si spartivano soprattutto il mercato della droga". Lelario ha anche rivelato alcuni particolari del monitoraggio svolto sui Mannolo - "che avevano a disposizione quantità infinite di stupefacenti da distribuire in tutta la provincia di Crotone" - anche grazie a telecamere poste sulla collina che domina San Leonardo di Cutro grazie alle quali sono stati visti nascondere armi poi puntualmente trovate dalla polizia. Dalle intercettazioni emerge anche la capacità dei clan di avere informazioni sulle indagini nei loro confronti. In particolare, i Mannolo avevano saputo in anticipo dell'operazione Malapianta del maggio 2019 condotta dalla Guardia di finanza.

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