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      Se ti candidi non lavori più, 4 arresti per le elezioni a Longobardi

       

       

      Se ti candidi non lavori più, 4 arresti per le elezioni a Longobardi

      03 feb 21 Avrebbero messo in atto un tentativo di estorsione ai danni di un'aspirante candidata al consiglio comunale imponendole di rinunciare a presentarsi in una lista avversaria. Sette misure cautelari sono state emesse dal Gip del tribunale di Paola su richiesta della Procura, nei confronti di altrettante persone con l'accusa di tentata estorsione, corruzione, falso e abuso d'ufficio. In particolare, due persone sono finite in carcere, altre due sono state poste ai domiciliari, un funzionario del Comune è stato interdetto dalle sue funzioni e per le altre due, sono stati disposti obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra i soggetti coinvolti nell'inchiesta anche un ex consigliere comunale ed un consigliere in carica del Comune di Longobardi.

      I provvedimenti:

      Custodia cautelare in carcere per Mario Veltri e Andrea Amendola. Domiciliari per Donatella Attanasio (ex consigliere comunale) ed Elena Miceli (consigliere comunale di maggioranza). Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Nicola Aloe e Maria Angela Aloe. Per Salvatore Carnevale sospensione dal servizio per 7 mesi.

      I fatti

      I fatti risalgono alle consultazioni comunali del 2019 tenutesi a Longobardi, comune sulla costa tirrenica cosentina. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli indagati, tra cui l'ex amministratore e quello in carica, avrebbero messo in atto il tentativo di estorsione ai danni di una donna alla quale era stato imposto di rinunciare a presentare la propria candidatura in una lista avversaria rispetto a quella sostenuta dagli indagati. Nel corso delle indagini sono emersi anche episodi di corruzione aventi ad oggetto la promessa di voti, in cambio di favori e intercessioni presso gli uffici del Comune.

      Se ti candidi non lavori più

      "Se ti candidi hai finito di lavorare". E' una delle frasi a carattere intimidatorio rivolte alla giovane donna di Longobardi che aveva manifestato l'intenzione di candidarsi alle scorse elezioni amministrative tenutesi nel 2019 nel comune del Tirreno cosentino. La frase è emersa nell'indagine della polizia giudiziaria di Paola, coordinata dalla Procura diretta da Pierpaolo Bruni, che ha ricostruito il tentativo di estorsione ai danni della donna alla quale era stato imposto di rinunciare a presentare la propria candidatura in una lista avversaria rispetto a quella sostenuta dagli indagati. I reati contestati sono di tentata estorsione, corruzione, falso e abuso d'ufficio. I fatti risalgono alle recenti consultazioni comunali del 2019. Sette le misure cautelari emesse dal Gip Rosa Maria Mesiti del Tribunale di Paola. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta tre donne tra cui una ex consigliera comunale di minoranza ed una consigliera di maggioranza in carica al Comune di Longobardi. Le indagini sono scattate a seguito della denuncia presentata da un candidato alle scorse elezioni comunali. "Quando i cittadini decidono di collaborare - ha detto il procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni nel corso di una conferenza stampa - noi ci muoviamo con il massimo impegno in modo da garantire risposte". Nel corso delle indagini sono emersi anche episodi di corruzione aventi ad oggetto la promessa di voti, in cambio di favori e intercessioni presso gli uffici del Comune da parte di un funzionario dell'ente sospeso dal servizio.

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