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      Arrestato a Madrid il boss Paviglianiti, aveva 6 celullari e 6.000 euro

       

       

      Arrestato a Madrid il boss Paviglianiti, aveva 6 celullari e 6.000 euro

      05 ago 21 I carabinieri di Bologna e la polizia spagnola hanno arrestato a Madrid il latitante di 'Ndrangheta Domenico Paviglianiti, 60 anni, "il boss dei boss" come era chiamato negli anni Ottanta e Novanta. E' destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per 11 anni, 8 e 15 giorni, emesso il 21 gennaio dalla Procura di Bologna per i reati di associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Paviglianiti era stato rimesso in libertà nell'ottobre 2019, sulla base di un erroneo calcolo della pena. Aveva lasciato lasciato l'Italia e si era rifugiato in Spagna. Paviglianiti è stato arrestato il 3 agosto da Polizia Spagnola, Udyco Central, e dai carabinieri del comando provinciale di Bologna, nucleo investigativo, coordinati dal procuratore Giuseppe Amato e dai pm Roberto Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust (Filippo Spiezia) e in raccordo con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia. Ritenuto elemento apicale dell'omonimo casato 'ndranghetista, tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri (Reggio Calabria) con ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico internazionale di stupefacenti, Paviglianiti era già stato condannato all'ergastolo (pena in seguito sostituita con la reclusione per 30 anni) per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati di droga, commessi a partire dagli anni '80. Ha avuto un ruolo di prim'ordine, spiegano i carabinieri, nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, quando insieme ad altre famiglie di 'Ndrangheta della provincia di Reggio Calabria aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con i Condello. L'indagine che ha portato a rintracciarlo nasce dal nuovo provvedimento emesso dalla procura bolognese, arrivata dopo un ricorso in Cassazione che ha rilevato il calcolo errato che aveva rimesso in libertà il boss.

      Paviglianiti aveva sei telefoni e 6mila euro

      Quando è stato bloccato in strada, vicino alla casa dove viveva a Madrid, il boss della 'Ndrangheta Domenico Paviglianiti aveva sei cellulari in un borsello, seimila euro in contanti e documenti falsi con un'identità portoghese. Sono in corso indagini dei carabinieri di Bologna e della polizia spagnola sulle persone che ne avrebbero agevolato la latitanza, da ottobre 2019, quando è stato rimesso in libertà sulla base di un calcolo di pena che poi si è rivelato sbagliato. Quando è stato preso era da solo ma ci sono accertamenti in particolare su una donna sudamericana. Gli investigatori stanno anche approfondendo le relazioni di Paviglianiti, così da verificare se avesse ripreso la sua attività di broker della droga. In Spagna i carabinieri sono arrivati seguendo le tracce di alcuni familiari e nei mesi scorsi, insieme alla polizia spagnola, hanno svolto dei servizi di appostamento per individuarlo. (ANSA).

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