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      Assenteismo al Comune di Rosarno, 4 arresti dei CC

       

       

      Assenteismo al Comune di Rosarno, 4 arresti dei CC

      22 set 20 Al Comune di Rosarno era "una vera e propria prassi" quella di alcuni impiegati che timbravano il badge per attestare la propria presenza e poi allontanarsi dal luogo di lavoro. È scattata all'alba l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta del procuratore Ottavio Sferlazza ed eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Quattro dipendenti dell'ente sono finiti agli arresti domiciliari (L.G. di 66 anni, C. D. di 68, N. R. F. C. di 65 e S. M. di 63). Per altri quattro, invece, il giudice per le indagini preliminari ha disposto l'obbligo di presentazione alla pg: B. C. di 67 anni, M. M. G. di 6, P. M. di 66 e S. D. di 43. Tutti sono accusati, a vario titolo, di peculato, truffa e false attestazioni o certificazioni. Tra di loro, tutti dipendenti delle varie aree organizzative del Comune, figurano un responsabile di un settore ed una persona che, in passato, è stata comandante della polizia municipale. Ad altri quattro indagati, inoltre, è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. L'inchiesta, denominata "Torno Subito" è il frutto di un'indagine condotta tra giugno 2017 e luglio 2018 dalla tenenza dei carabinieri di Rosarno. Le attività investigative sono scaturite dall'intuizione di un militare, il quale aveva notato un impiegato del Comune di Rosarno, durante l'orario di lavoro, intento a consumare alcolici e a giocare alle slot-machine in un bar di San Ferdinando. I pedinamenti e i servizi di osservazione hanno confermato i sospetti e hanno permesso, secondo gli inquirenti, di far luce sull'esistenza di una vera e propria prassi diffusa tra alcuni impiegati del Comune di Rosarno. Dalle indagini dei carabinieri è emerso che i mezzi di servizio comunali venivano utilizzati dagli indagati per scopi privati, esigenze ricreative, relazionali o, comunque, personali. Gli indagati, infatti, se ne appropriavano per recarsi e trattenersi negli esercizi pubblici della zona. Il sistema utilizzato dalle persone coinvolte nell'inchiesta era quello classico: i dipendenti del Comune di Rosarno "attestavano falsamente la propria presenza in servizio, omettendo di registrare, mediante il badge, gli allontanamenti dalla sede di lavoro, per recarsi a fare la spesa, al cimitero, o, come nel caso di uno degli indagati, a prendere i figli a scuola, subito dopo aver timbrato il cartellino delle presenze". I reati contestati dalla Procura di Palmi ai dipendenti sono aggravati dall'aver commesso il fatto abusando dei poteri e con la violazione dei doveri del servizio, anche per coloro i quali avevano l'onere del controllo su altri dipendenti. In tredici mesi, i carabinieri hanno accertato circa 300 episodi di assenteismo, il cui danno erariale e d'immagine sarà successivamente oggetto di approfondimento da parte della Corte dei Conti.

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