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      Presidente Mattarella firma decreto emergenza coronavirus

       

       

      Presidente Mattarella firma decreto emergenza coronavirus

      25 mar 20 Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto del governo che contiene le nuove misure ristrettive per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Lo si è appreso da fonti del Quirinale. Il decreto approvato ieri dal Cdm sulle misure restrittive per l'emergenza Coronavirus è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto entra quindi in vigore a partire dalle 00:01 del 26 marzo.

      Decreto composto da sei articoli

      E' in totale di sei articoli il decreto "lockdown" con cui il governo uniforma i precedenti Dpcm sulle misure restrittive per il Coronavirus, alzando le sanzioni pecuniarie per chi viola i divieti. E, nell'ultima versione del decreto, quella pubblicata in Gazzetta Ufficiale, si dà, di fatto, maggiore libertà di azione alle Regioni: sparisce, infatti, il limite di sette giorni - e quello dell'ok del governo entro 24 ore dall'entrata in vigore - per le misure che, eventualmente, i singoli governatori ritengano di voler mettere in campo su una parte o sull'intero territorio regionale. I sindaci, invece, "non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze continuabili e urgenti in contrasto con le misure statali o eccedendo alle restrizioni previste dallo stesso decreto. Al comma 1 dell'articolo 3 del decreto, quindi, si dà possibilità alle singole Regioni, "in relazione a specifiche situazioni di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, di introdurre misure ulteriormente restrittive", tra quelle elencate nell'articolo 1 del testo. Misure che possono essere attuate "esclusivamente nell'ambito delle attività" di competenza delle regioni, E senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l'economia nazionale", si legge nel decreto. Sparisce, invece, la possibilità per i singoli governatori di "sospendere" le restrizioni previste dal decreto legge. Restrizioni che, nella versione finale del testo, sono confermate: dal divieto di assembramenti al divieto assoluto di uscire per i positivi, dalla sospensione di qualsiasi evento culturale, sportivo e religioso alle limitazioni anche per le attività all'aperto. Confermata anche l'entità delle sanzioni per chi viola le restrizioni: si va da 400 a 3mila euro, con raddoppio dell'ammenda per i recidivi.

      Le misure nel decreto

      Le Regioni chiedono più libertà di movimento, e il governo studia il modo di concederne un po', mantenendo la regia della lotta al coronavirus. Ma sciogliere il nodo e trovare la quadra non è facile. Il Parlamento vuole un maggior confronto, e il premier Giuseppe Conte riconosce che è necessario, impegnandosi a riferire periodicamente alle Camere, come ha fatto in giornata. I cittadini invocano pene più severe per chi non rispetti le regole, ed allora le multe lievitano. E fra le misure che potrebbero entrare, ci sono quelle che permetterebbero di bloccare ingressi e uscite dai confini nazionali. Tutto ancora da vedere perchè sarebbe ancora in corso di limatura il decreto approvato ieri dal Cdm sul lockdown in Italia. L'Esecutivo sta mettendo un punto fisso su quanto già fatto, tappando qua e là le falle che si erano create nell'urgenza degli interventi, ma, al momento, il decreto non ha visto ancora la luce. E a rallentare la sua entrata in vigore ci sono possibili ultimissime modifiche al testo. Una su tutte, secondo alcune fonti di maggioranza: quelle relative alla competenza regionale sulle attività produttive nel periodo di emergenza.
      LA DURATA: Il decreto prevede che le misure anti coronavirus possano essere prorogate fino al 31 luglio. Ma attenzione, ha spiegato il premier Giuseppe Conte, questo non vuol dire che si preveda un'emergenza così lunga. Si tratta di un ventaglio temporale lungo che serve a garanzia. Deriva dalla durata dello stato di emergenza, dichiarato in via precauzione per sei mesi, il 31 gennaio.
      LE MULTE: Salgono da 400 a 3 mila euro. E' previsto anche il carcere da a uno a cinque anni per i contagiati che non rispettano la quarantena. Oltre all'aumento delle somme, il capitolo multe prevede che raddoppino per i recidivi e che aumentino di un terzo per chi venga trovato a circolare in auto senza ragione. Una volta superata l'emergenza, i negozi che restano aperti nonostante i divieti potranno essere costretti a chiudere da 5 a 30 giorni.
      GLI AMBITI: Il decreto richiama tutti gli ambiti su cui le Autorità possono agire per contenere il coronavirus. Molti dei territori d'azione non suonano come nuovi. C'è la possibilità di limitare la circolazione delle persone, di chiudere strade, parchi, aree gioco, ville e giardini pubblici, c'è il divieto di allontanarsi dal comune, dalla provincia o dalla Regione.
      LE PRECAUZIONI SANITARIE: Sono perlopiù quelle note, la quarantena per chi abbia avuto contatti stretti con contagiati, il divieto assoluto di uscire di casa per i positivi, lo stop alle riunioni, agli assembramenti, alle riunioni. C'è la sospensione di qualsiasi evento religioso, sportivo e culturale, con il divieto di celebrare cerimonie religiose, la limitazione dell'ingresso nelle chiese, la chiusura di cinema, teatri, discoteche, sale bingo, palestre, centri sportivi, piscine. Anche le attività sportive all'aperto potranno essere limitate, così come i trasporti pubblici e, come già avvenuto, le scuole e le università.
      LE COMPETENZE: Questi gli ambiti di azione. Il decreto intende poi disegnare i confini di chi può disporre questo tipo di limitazioni. Il primo a poterlo fare è ovviamente l'Esecutivo, che ha il compito di gestire il complesso degli interventi. Ci sono però Regioni che hanno esigenze specifiche, come la Lombardia o il Veneto. Sulla definizione di chi può fare cosa si sta giocando la partita più delicata. Anche in giornata c'è stata una riunione in videoconferenza tra il Governo e le Regioni. L'impostazione di base prevede che i governatori possano adottare misure più severe di quelle disposte a livello nazionale, ma solo negli ambiti di loro competenza e, comunque, con un coordinamento del governo.
      PARLAMENTO: Resta poi l'aspetto istituzionale. Più volte le opposizioni hanno criticato il fatto che il governo stia andando avanti a suon di decreti senza coinvolgere il Parlamento. ''Con questo decreto legge - ha spiegato il premier Conte - abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l'attività del governo e del Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni''.

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