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      A Cosenza bolletta acqua tra più basse in Italia e minore dispersione

       

       

      A Cosenza bolletta acqua tra più basse in Italia e minore dispersione

      18 giu 20 Nel 2019 una famiglia italiana ha speso in media 434 euro per la bolletta dell'acqua con un aumento del 2% rispetto al 2018. A Cosenza, invece ne spende solo 180. Questo è quanto emerge dall'Osservatorio Prezzi&Tariffe, Giugno 2020 di Cittadinanzattiva che oggi ha pubblicato i dati. Grosseto e Siena si confermano i capoluoghi di provincia più cari con una spesa media a famiglia di 781€, Isernia resta ancora la più economica con 130€. Mentre in Calabria, Cosenza è il capoluogo dove la spesa media è tra le più economcihe d'Italia con soli 180 euro. Dato confermato rispetto al 2018. Meglio di Cosenza hanno fatto solo Isernia (136 €), Milano (146€) e Trento con 157€. Gli incrementi più elevati si registrano a Crotone (+13,5%) e Varese (+12,3%), seguono Roma (+10,7%) e Palermo (+10,5%).

      Al Sud incrementi maggiori +3.1%

      Secono la ricerca realizzata nell'ambito del progetto "Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino" finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018) la cifra spesa nel 2019 da una famiglia (famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi) per la bolletta idrica è 434€, con un aumento del 2% rispetto al 2018. Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con €595 annuali (+2,7% rispetto al 2018) ma l'incremento maggiore si rileva nel Sud e Isole (+3,1%).

      In Calabria Cosenza virtuosa

      Notevoli spesso le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi di provincia della stessa regione: in Calabria, si va dai 438€ di Reggio Calabria ai 180€ di Cosenza. La fotografia emerge dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva realizzato nell'ambito del progetto "Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino", finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018). Le tariffe sono indicate rispetto ad una famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi. Con un uso più consapevole e razionale di acqua, che abbiamo quantizzato in 150mc invece di 192mc l'anno, una famiglia media avrebbe un risparmio medio di 115€ circa a livello nazionale e di circa 73 euro in Calabria. Ad esempio, in un anno si possono risparmiare 42mc di acqua con questi piccoli accorgimenti: sostituendo, una volta su due, la doccia al bagno (risparmio di 4,5mc), riparando un rubinetto (21mc), usando lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico (8,2mc), chiudendo il rubinetto mentre si lavano i denti (8,7mc).

      Toscana la più costosa

      Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con €595 annuali (+2,7% rispetto al 2018) ma l'incremento maggiore si rileva nel Sud e Isole (+3,1%). A livello regionale, le famiglie più "tartassate" risiedono nell'ordine in Toscana (688€), Umbria (531€), Marche (527€) ed Emilia Romagna (511€). La regione più economica resta il Molise con 163€ l'anno. Il maggior incremento tariffario (+6,3%) si registra in Abruzzo; scende invece dell'1,8% la tariffa media in Veneto. Costi invariati in Emilia Romagna, Liguria, Molise e Puglia.

      In Calabria a Cosenza la minore dispersione

      Ed anche per la dispersione è Cosenza ad avere la migliore performance per quanto riguarda la dispersione. Mentre la media regionale + del 45% la città dei Bruzi + al 31.6% della dsipersione del prezioso liquido. A seguire Vibo Valentia con il 43.5%, Crotone con il 45,7%, Reggio Calabria con il 47,9% e ultima Catanzaro con oltre la met à di dispersione con il 57,8%. Cioè su di un litro messo in rete quasi un terzo viene disperso.

      La dispersione media al 37%

      In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, dagli ultimi dati Istat disponibili (2018) emerge che a livello nazionale va dispersa il 37% dell'acqua immessa, con evidenti differenze nelle differenti aree geografiche e singole regioni: si va dal 45% nel Sud e isole, al 40% al Centro e al 29% al Nord. In testa per livelli di dispersione il Lazio con il 56%, segue la Sardegna con il 52% e l'Abruzzo con il 51%. Le cause sono da ricercare nella vetustà delle reti e degli impianti che, soprattutto nei grandi centri urbani, sono stati realizzati da oltre 30 anni nel 60% dei casi e da oltre 50 anni nel 25%.

      E la qualità?

      Famiglie mediamente soddisfatte dell'acqua di rubinetto ma vorrebbero vederci chiaro su qualità e bollette. Secondo dati Istat, l'86,6% delle famiglie si dichiara molto (22,2%) o abbastanza soddisfatte (64,4%) del servizio idrico, contro un 13,3% poco o per niente soddisfatto. I livelli di soddisfazione espressi dalle famiglie italiane diminuiscono spostandosi dalle aree del Nord verso il Centro e quindi al Sud e nelle Isole. Le criticità più marcate riguardano soprattutto Calabria, Sardegna e Sicilia, dove le famiglie poco o per niente soddisfatte rappresentano rispettivamente il 36%, il 35,1% e il 29,1% del totale. in particolare una famiglia su tre si dichiara poco soddisfatta della comprensibilità delle bollette, quasi una su quattro di odore, limpidezza e sapore dell'acqua di rubinetto. Dalla nostra analisi delle Carte dei servizi, emerge inoltre che nel 63% non viene data alcuna informazione sul bonus sociale a disposizione delle famiglie e in un caso su tre non viene data alcuna informazione sulla qualità dell'acqua erogata.

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