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      Prefetto in manette, parla l'imprenditrice "Avevo capito che toccava a me"

       

       

      Prefetto in manette, parla l'imprenditrice "Avevo capito che toccava a me"

      03 gen 20 "Non avrei potuto fare diversamente. Da tempo sono impegnata nel sociale e spesso mi è capitato di pronunciare frasi del tipo: 'In questa terra dobbiamo scegliere da che parte stare subito!'. Ecco, questa volta, ho capito che toccava a me". E' quanto afferma in un'intervista alla Gazzetta del Sud, Cinzia Falcone, l'imprenditrice dalla cui denuncia è scaturito l'arresto del prefetto di Cosenza Paola Galeone posta ai domiciliari per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. "Passare dalle parole ai fatti - aggiunge Falcone - non è semplice soprattutto quando ci si trova davanti ad un prefetto della Repubblica. Il giorno prima, però, avevo ascoltato l'intervista al procuratore Gratteri in cui invitava i calabresi a ribellarsi e questo ha determinato in me ulteriormente la volontà di dissentire e dire no a una ingiusta richiesta". L'imprenditrice parla dei rapporti con il prefetto e dell'imbarazzo provato davanti alla proposta: "Ho poi pensato che si trattava solo di una persona non dello Stato". "Ho conosciuto il prefetto Galeone - prosegue l'imprenditrice cosentina - quando si è insediata. Poi, in occasione della giornata internazionale sulla violenza contro le donne mi è stato proposto, visto l'impegno nel settore con la mia associazione Animed, di collaborare alla realizzazione di un evento occupandomi di contattare le scuole e di moderare la manifestazione. Cosa che ho fatto senza compenso alcuno. Ero fiera che la Prefettura, dunque lo Stato, ci avesse coinvolti in questo incontro". "Non ho realizzato subito - aggiunge ancora Cinzia Falcone nell'intervista - che mi si stava facendo una proposta illegale. Eravamo nel Palazzo di Governo, ho impiegato qualche ora per realizzare che non era un'errata deduzione. Fino a quel momento avevo sempre ammirato e nutrito stima per la dottoressa Galeone. Ma il confronto con la mia famiglia mi ha aiutato, invece, a capire la gravità di quanto mi era stato proposto. E non ho esitato a denunciare. Sono consapevole che esistono poteri forti ma sono consapevole anche che esiste uno Stato forte. Io ho scelto di stare dalla parte dello Stato"

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