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      Un piano di sicurezza per la Fase 2, ci sono criteri d'allarme

       

       

      Un piano di sicurezza per la Fase 2, ci sono criteri d'allarme

      29 apr 20 Il 4 maggio scatterà la fase 2 di parziale riapertura del Paese ma, come più volte ribadito dal ministro della Salute Roberto Speranza, basta poco "per tornare indietro" ed avere un nuovo aumento dei contagi. Fondamentali saranno dunque i criteri 'soglia' di allarme - alla cui definizione il ministero sta lavorando in queste ore e che saranno contenuti in un prossimo provvedimento presumibilmente entro questa settimana - sulla base dei quali si dovrà valutare un eventuale ritorno alla fase 1 di lockdown. Criteri di sicurezza, dunque, per affrontare la fase 2 che inizierà a breve, prevista dall'ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte. L'obbiettivo è fissare dei parametri di riferimento precisi in mancanza dei quali potrebbero scattare nuovamente misure più restrittive. Si tratta pertanto di criteri di monitoraggio dell'epidemia. Tra questi, ci saranno il tasso di occupazione delle terapie intensive ma anche le percentuali di positivi sui tamponi fatti. Sulla base di questi criteri, i presidenti di regione avranno poi potere di iniziativa. Il provvedimento è atteso entro la settimana e servirà a chiarire operativamente quanto già indicato nell'allegato 10 del Dpcm del 26 aprile sulla fase 2. In particolare, l'allegato già indica alcune delle condizioni necessarie per il passaggio e la permanenza nella cosiddetta fase 2a. Tra queste, la "stabilità di trasmissione, i servizi sanitari non sovraccarichi, l'attività di readiness (che fa capo ai sistemi di prevenzione della Protezione Civile), l'abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti, la possibilità di garantire adeguate risorse per il contact-tracing, l'isolamento e la quarantena". Punto fondamentale previsto dal dpcm è anche, però, che ciascuna Regione abbia superato gli "standard minimi di qualità della sorveglianza epidemiologica". Questo significa che ogni Regione dovrà registrare, su scala mensile, un trend in miglioramento del 60% dei numeri facenti capo a contagiati, ricoverati, pazienti in terapia intensiva, contagiati in auto-isolamento. Il mantenimento di un trend stabile o in miglioramento dell'insieme di tali standard epidemiologici porterà successivamente al passaggio ad una fase 2b di ulteriore allentamento delle misure anti-pandemia. L'allentamento delle misure a partire dal 4 maggio verrà comunque rivalutato ogni 14 giorni e se la situazione dovesse indicare dei peggioramenti - ovvero se l'indice di diffusione del contagio dovesse risalire sopra il valore 1 - si tornerà all'istituzione di zone rosse locali o più ampie. Insomma, la fase 2 comincia ma i rischi sono dietro l'angolo: "Il 4 maggio è una prima tappa fondamentale - ha avuto modo di osservare il ministro Speranza - ma poi bisognerà essere tutti all'altezza di questa sfida, perchè l'andamento dell'indice di contagio dipenderà dai nostri comportamenti. Questi saranno la chiave decisiva per le prossime settimane".

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