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      Furbetti del cartellino all'Asp di Catanzaro: 15 sospesi, tra spesa e videopoker

       

       

      Furbetti del cartellino all'Asp di Catanzaro: 15 sospesi, tra spesa e videopoker

      23 apr 20 Un dirigente e sei dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e otto lavoratori dell'Azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" sono stati interdetti dall'esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno. In orario di lavoro andavano a fare la spesa o, addirittura, a giocare ai videopoker in un'attività commerciale. Sono alcuni dei comportamenti illeciti riscontrati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Catanzaro messi in atto da parte di 57 tra dirigenti e dipendenti amministrativi dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, ai quali è stato notificato l'avviso di conclusione indagini. Per la notifica dei provvedimenti sono stati impiegati un centinaio di provvedimenti.

      L'interdizione è stata notificata a Carlo Nisticò, di 61 anni, direttore responsabile della struttura complessa "gestione tecnico-patrimoniale" dell'Asp (un anno di sospensione); Francesco Sinopoli (63), dipendente Asp (un anno); Rosario Tomarchio (56), dipendente Asp (6 mesi); Mario Mangiacasale (67), dipendente Asp (6 mesi); Maurizio Mazziotti (56), dipendente Asp (6 mesi); Giuseppe Folino Gallo (50), dipendente Asp (3 mesi); Antonio Aloi (47), dipendente Asp (3 mesi); Marcello Ferro (57), ora dipendente dell'Asp, al tempo dei fatti dipendente dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio (un anno); Alessandro Ruggiero (58), dipendente Azienda ospedaliera (6 mesi); Giuseppe Ciambrone (57), dipendente Azienda ospedaliera (6 mesi); Vitaliano Palaia (59), dipendente Azienda ospedaliera (6 mesi); Enrico Caruso (58), dipendente Azienda ospedaliera (6 mesi); Giuseppe Raciti (62), dipendente Azienda ospedaliera (6 mesi); Vincenzo Mancuso (53), dipendente Azienda ospedaliera (6 mesi); Giorgio Costantino (63), dipendente Azienda ospedaliera (3 mesi).

      L'inchiesta, denominata "Cartellino rosso", è stata diretta dal pm Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore Nicola Gratteri, ha consentito di rilevare oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate. Nei confronti di 18 persone fisiche - i 15 sospesi, altri due ex dipendenti dell'Azienda ospedaliera e un ex dirigente dell'Asp tutti ora in quiescenza - è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme di denaro corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati durante i periodi di indebita assenza, per un importo totale di circa 20.000 euro. I finanzieri, nell'ambito delle indagini, si sono avvalsi di telecamere installate negli uffici amministrativi dei due presidi sanitari. Quindi hanno proceduto a riscontrare gli episodi di assenteismo sia con controlli documentali che per mezzo di osservazione e pedinamento degli indagati. Variegato e per certi versi fantasioso, riferiscono gli inquirenti, era il sistema ideato per eludere l'utilizzo del badge. In molti casi, gli indagati si allontanavano dall'ufficio senza alcuna valida ragione. In altri casi, invece, alcuni indagati, anche di rango dirigenziale, consegnavano il badge a colleghi o dipendenti compiacenti, affinché lo utilizzassero al loro posto per far rilevare falsamente la presenza dell'interessato. In un caso, un dipendente, evidentemente intento a strisciare il cartellino per altri colleghi assenteisti, è arrivato a coprirsi aprendo l'ombrello all'interno della struttura, per evitare di essere ripreso da eventuali sistemi di videosorveglianza. Gli indagati sono accusati di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio, che, sottolineano gli inquirenti, comporterebbe, tra l'altro, il licenziamento disciplinare senza preavviso per i responsabili delle condotte assenteistiche. I sospesi sono impiegati delle strutture amministrative.

      Controllori e controllati complici

      Nell'amministrazione dell'Azienda sanitaria provinciale e nell'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro si era creato un "sistema collettivo, nel quale tutti si beano di un'imperante e generalizzata sensazione d'impunità proprio perché tutti complici, controllori e controllati". Lo scrive il gip di Catanzaro Claudio Paris nei provvedimenti con cui ha disposto la misura interdittiva della sospensione dell'esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno, nei confronti di 15 dipendenti delle due aziende a conclusione dell'inchiesta della Procura denominata "Cartellino rosso". Il gip ha così voluto stigmatizzare le condotte di chi avrebbe dovuto adoperarsi per reprimere il fenomeno con la conseguenza di consentire che l'assenteismo diventasse "sistema collettivo".

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