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      Turbative d'asta e corruzione, i manette sindaco Villa e dirigenti Caronte

       

       

      Turbative d'asta e corruzione, i manette sindaco Villa e dirigenti Caronte

      18 dic 19 Una vasta operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, iniziata ieri sera, per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari ha tratto in arresto di 11 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e, per una persona solamente, anche concorso esterno in associazione mafiosa. Tra loro il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, e manager di società Caronte Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del Cda e amministratore delegato della società di navigazione "Caronte & Tourist Spa". Dalle indagini è emerso come un imponente gruppo economico privato, con la compiacenza di un sindaco di un comune dell'area dello stretto, è riuscito ad ottenere illecitamente l'affidamento di un'area sulla quale poi è stata realizzata un'opera di interesse del gruppo in questione. Gli investigatori avrebbero accertato come i manager indagati hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione. In particolare, secondo l'accusa Repaci - manager della società di traghettamento dello stretto di Messina - si è mosso anche con il vertice dell'amministrazione comunale, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Siclari - eletto con una lista civica e fratello del senatore di Forza Italia Marco - con l'obiettivo di assicurarsi l'affidamento di un'area sulla quale la società aveva progettato la realizzazione di alcuni lavori. I particolari dell'operazione saranno resi noti alle 09.30 in conferenza stampa.

      Prefetto sospende sindaco Villa

      Il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani con proprio provvedimento ha sospeso il sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari avendo accertato la sussistenza della causa di sospensione. Il provvedimento è stato adottato in seguito alla comunicazione da parte dell'autorità giudiziaria degli arresti domiciliari a Siclari.

      Sindaco Villa arrestato ieri sera

      E' stato fermato ieri sera, mentre si trovava in Comune per partecipare ad alcune riunioni il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari. I carabinieri si sono presentati in Municipio e, con una scusa, lo hanno invitato a seguirlo, notificandogli poi l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione. Siclari, eletto con una lista civica e passato in Forza Italia nell'ottobre dello scorso anno, è stato protagonista di una vicenda particolare subito dopo la sua elezione, avvenuta dopo il turno elettorale dell'11 giugno 2017. Dopo appena tre giorni dall'elezione, infatti, Siclari fu sospeso dal prefetto di Reggio Calabria in base alla Legge Severino, perché condannato in primo grado per abuso d'ufficio insieme al suo predecessore Antonio Messina di cui era vicesindaco. Siclari è poi tornato in carica nel luglio 2018 dopo che il comune era stato retto dal vicesindaco da lui nominato.

      Indagni partita da bigliettera Caronte a Villa

      E' partita dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia affiliato alla 'ndrangheta, Vincenzo Cristiano, ed ha avuto come oggetto il "progetto per la riorganizzazione dell'area Villa Agip con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione" della società Caronte & Tourist, l'inchiesta "Cenide" della Dda di Reggio Calabria condotta dai carabinieri che ha portato all'arresto del sindaco di Villa San Giovanni e di due manager della Caronte, oltre che di dipendenti comunali e professionisti. Dalle indagini, coordinate dai pm distrettuali Walter Ignazitto e Gianluca Gelso, è emersa, come figura centrale quella dell'ingegnere Francesco Morabito, responsabile del Settore tecnico urbanistico del Comune di Villa. Morabito si sarebbe direttamente interessato della vicenda della biglietteria nella quale sarebbero coinvolti Antonino Repaci e Calogero Famiani, presidente del Cda e Ad della società e un altro dipendente comunale, Giancarlo Trunfio, agevolando la realizzazione dei lavori. In particolare, in cambio della promessa di assunzione del figlio di Trunfio da parte della Caronte e Tourist, Morabito e Trunfio avrebbero adottato un provvedimento illegittimo per consentire alla società la rapida realizzazione dell'opera in assenza di un titolo edilizio. Repaci si sarebbe anche mosso con il vertice dell'amministrazione comunale, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Giovanni Siclari, per assicurarsi l'affidamento dell'area sulla quale la società aveva progettato i lavori che tuttavia era di proprietà Anas. Dalle indagini è emerso anche un altro caso di corruzione con protagonista Morabito che avrebbe agevolato l'iter delle pratiche edilizie di Gaetano Bevacqua, noto imprenditore della ristorazione e gestore della sala ricevimenti "Villa Chiringuito" di località Cannitello di Villa San Giovanni. Tutto ciò in cambio di cene gratuite o con rilevanti sconti per sé e per altri. Sempre Morabito avrebbe indirizzato l'aggiudicazione dell'appalto per la progettazione definitiva ed esecutiva della riqualificazione del lungomare in favore del raggruppamento temporaneo di professionisti in cui ha inserito anche suo figlio Giovanni Marco, neolaureato in ingegneria. Con le medesime modalità Morabito, in concorso con Vincenzo Cristiano, avrebbe anche turbato la gara per fare aggiudicare alla Cooperativa Sociale Pandora gli appalti relativi al servizio di pulizia del Municipio negli anni 2014 e 2016. Morabito avrebbe concordato con i rappresentanti della coop la presentazione dell'offerta, predeterminando modalità ed entità del ribasso e garantendo preventivamente l'aggiudicazione dell'appalto. In questo caso la contestazione è aggravata dalle modalità mafiose, perché Cristiano, all'epoca dei fatti, apparteneva alla cosca di 'ndrangheta Bertuca, operante nel mandamento di Reggio Calabria.

      Procuratore: Emerso quadro desolante

      "L'inchiesta 'Cenide' fa emergere un quadro desolante di gestione dell'ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni e tutto ruota sulla figura centrale del dirigente, Francesco Morabito". Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti. "Intendo chiarire - ha detto Bombardieri - che in questa indagine non è coinvolto il sen. Marco Siclari, di Forza Italia, fratello del sindaco, e la vicenda riguarda la gestione quasi privatistica di un ufficio pubblico, diretto da Morabito, sempre pronto a soddisfare le richieste della società di navigazione in cambio di favori, di assunzioni, anche con promesse fatte ad un consigliere di minoranza (Villa San Giovanni è guidata da una maggioranza di centrodestra, ndr) di assumergli un figlio in cambio di un ammorbidimento delle posizioni politiche". L'inchiesta, avviata anche a seguito di numerose segnalazioni di cittadini e di associazioni, ha riguardato i lavori di adeguamento di un grande piazzale di cui era proprietaria l'Anas, ceduto poi al comune, su cui la Caronte e Tourist aveva realizzato un'area di sosta e una biglietteria automatica, secondo l'accusa, non rispettando la legge urbanistica e senza i pareri tecnici comunali. "Le intercettazioni sono davvero allarmanti - ha sottolineato ancora Bombardieri - e consentono di delineare un quadro di convenienze, di 'do ut des', tra Morabito e il suo vice, Giancarlo Trunfio, da una parte, e la società di navigazione dall'altra. Per agevolare i lavori di ammodernamento del piazzale e la realizzazione della biglietteria, infatti, i vertici della società si erano impegnati ad assumere uno dei figli di Trunfio, Gianluca, ottenendo dall'ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni un provvedimento autorizzativo illegittimo per la rapida esecuzione dell'opera. Rimanendo in questo ambito sono state registrate ulteriori condotte corruttive, attraverso cui i manager indagati sono riusciti ad asservire la pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione". Alla conferenza stampa era presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri, col. Giuseppe Battaglia, il comandante del reparto operativo t.col. Massimiliano Galasso, e il maggiore Cristian Tedeschi.

      Gip: per sidnaco ritirno in consensi

      Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni, ha ricevuto "un ritorno in termini di consenso politico-elettorale" da "illeciti rapporti di cointeressenza" con il presidente del Cda di Caronte e Tourist. Lo scrive il gip di Reggio Calabria nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere con cui ha disposto i domiciliari per entrambi nell'operazione "Cenide" con l'accusa di corruzione. L'azione di pressione dei vertici della società Caronte e Tourist, segnatamente di Repaci, scrive il gip, "si rivelano anche con le risultanze investigative raccolte e versate in atti con riferimento all'ipotesi corruttiva". Emerge infatti come Repaci, "si sia mosso anche sul fronte politico, individuando quale suo interlocutore il sindaco Giovanni Siclari al fine di assicurarsi l'affidamento dell'area sulla quale la sua società aveva progettato la realizzazione dei lavori in argomento, area che risultava di proprietà Anas". Il gip, a tale proposito, afferma come "le investigazioni hanno dimostrato la sussistenza di illeciti rapporti di cointeressenze tra Repaci e Siclari, il quale, benché consapevole dell'illegittima occupazione del suolo Anas su cui insistevano i lavori posti in essere dalla Caronte e Tourist, ha fatto pesare la sua influenza politica per ottenere dalla società di navigazione indebiti vantaggi che si sono concretizzati in assunzioni di persone e contributi economici e quindi, in un ritorno in termini di consenso politico-elettorale". In particolare, secondo l'accusa, Siclari, sapendo che la Caronte e Tourist aveva in corso lavori per la riorganizzazione della biglietteria su un'area di proprietà di Anas, in assenza di un provvedimento concessorio da parte del Comune, "si opponeva, in Consiglio comunale, alla mozione di un consigliere di minoranza volta a chiedere ai competenti uffici comunali di disporre la sospensione dei lavori nelle more delle opportune verifiche circa l'effettiva proprietà delle aree interessate". Inoltre avrebbe sollecitato Anas per la stipula di una convenzione di concessione con il Comune per cederla poi in subconcessione alla Caronte & Tourist. In cambio, Repaci avrebbe promesso del figlio del consigliere comunale Angela Vilardi chiesta dallo stesso Siclari, è scritto nel capo di imputazione, "che, così facendo, intendeva assicurarsi il voto favorevole in consiglio della stessa Vilardi", un'altra assunzione e l'erogazione in favore del comune di almeno 8000 euro per l'organizzazione di manifestazioni culturali, sportive, ricreative e turistiche.

      Gip: In Comune asserviti alla Caronte

      "Stabilmente asserviti al perseguimento degli interessi della società Caronte & Tourist" in cambio di "favori, utilità e sovvenzioni a funzionari e amministratori locali del comune di Villa San Giovanni". Così i pm della Dda di Reggio Calabria Walter Ignazitto e Gianluca Gelso ed i carabinieri del Comando provinciale sintetizzano, nell'ordinanza di custodia cautelare, i passaggi amministrativi corruttivi che consentono alla società di navigazione con la complicità di amministratori e tecnici del Comune di Villa San Giovanni, di realizzare la nuova biglietteria automatica e la corsia Telpass, "per accelerare le procedure di imbarco e sbarco degli automezzi in transito sullo Stretto di Messina". "A tal fine - è scritto nell'ordinanza del gip Valentina Fabiani - la società di navigazione ha chiesto ed ottenuto di modificare profondamente l'area anzidetta. Opere effettuate in assenza dei necessari titoli abilitativi di tipo edilizio e paesaggistico, grazie alla complicità di chi, in seno all'amministrazione comunale di Villa San Giovanni, avrebbe dovuto invece garantire la regolarità delle relative procedure". Il vettore marittimo, secondo l'accusa, aveva l'esigenza di "realizzare tale complesso intervento edilizio prima dell'estate 2018 in modo da attivare il nuovo sistema di imbarco in concomitanza con l'aumento esponenziale di veicoli e passeggeri, che di regola si registra nei mesi di luglio e agosto, nonché di superare taluni oggettivi ostacoli amministrativi". Da qui, l'intervento dei vertici societari Antonino Repaci e Calogero Famiani a "promettere illecite utilità ai pubblici ufficiali preposti all'istruttoria della pratica". I tecnici Francesco Morabito e Giancarlo Trunfio, al fine di soddisfare l'interesse di Repaci e Famiani, che intendevano realizzare le opere nell'immediatezza ed occupando abusivamente aree di proprietà dell'Anas, adottavano "pretestuosamente un provvedimento di autorizzazione urbanistica esprimendo parere, dal punto di vista urbanistico, favorevole alla realizzazione, anziché avviare la necessaria istruttoria, anche attraverso apposita Conferenza dei servizi per la concessione del permesso di costruire". Morabito e Trunfio, "concordavano con Repaci Antonino l'esecuzione dei lavori sulla base della mera 'autorizzazione', e quindi in assenza del permesso di costruire; omettevano di constatare e segnalare che i lavori erano stati avviati da Caronte & Tourist prima del necessario provvedimento autorizzativo del 13.6.2018 e, comunque, venivano proseguiti senza i necessari titoli abilitativi urbanistici, paesaggisti e sismici". I due tecnici "sostenevano fraudolentemente la legittimità degli interventi edilizi, indicandoli come ritualmente autorizzati, anche nelle interlocuzioni con gli esponenti dell'Amministrazione comunale, del Consiglio comunale e della Commissione territorio dello stesso Consiglio".

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