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      Incassavano gettone presenza senza esserci, indagati per truffa 29 consiglieri Catanzaro

       

       

      Incassavano gettone presenza senza esserci, indagati per truffa 29 consiglieri Catanzaro su 32

      13 dic 19 Percepivano il gettone di presenza per la partecipazione a commissioni quando invece non andavano affatto o erano presenti solo per poco tempo rendendo, di fatto, impossibile il reale svolgimento della riunione. E' l'accusa mossa dalla Procura di Catanzaro a 29 dei 32 consiglieri comunali di Catanzaro ai quali è stato notificato un avviso conclusione indagini con le accuse, a vario titolo, di truffa aggravata per erogazione pubbliche, falsità ideologica, uso di atti falsi. Gli indagati sono complessivamente 34. Nell'inchiesta, condotta dai carabinieri del nucleo di Pg della Procura e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm Pasquale Mandolfino, sono coinvolti praticamente tutti i consiglieri di tutti gli schieramenti. Non sono indagati il sindaco Sergio Abramo, il presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni ed i consiglieri Enzo Ciconte (Misto) e Roberto Guerriero (Socialisti e democratici con Mottola D'Amato). Sono finiti nel mirino della Procura, invece, i consiglieri comunali di maggioranza di Forza Italia (Roberta Gallo, Luigi Levato, Francesca Carlotta Celi e Giulia Procopi), di "Catanzaro da vivere" (Agazio Praticò, Antonio Angotti, Antonio Mirarchi e Antonio Ursino), di "Catanzaro con Sergio Abramo" (Rosario Mancuso, Demetrio Battaglia, Enrico Consolante, Filippo Mancuso, e Fabio Talarico), di "Officine del sud" (Giuseppe Pisano e Francesco Gironda) e di "Obiettivo Comune" (Andrea Amendola e Manuela Costanzo). Tra le fila della minoranza sono indagati i consiglieri del gruppo misto (Eugenio Riccio, Giovanni Merante e Antonio Triffiletti), di "Fare per Catanzaro" (Sergio Costanzo, Fabio Celi e Cristina Rotundo), del Pd (Lorenzo Costa e Libero Notarangelo), di "Catanzaro in Rete" (Rosario Lostumbo), di "Cambiavento" (Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco) e dell'Udc (Tommaso Brutto). Brutto è indagato anche, insieme ad altre due persone, Carmelo Coluccio e Elzbieta Musielak, per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche perché, secondo l'accusa, si sarebbe fatto assumere solo formalmente dalla società cooperativa Verdeoro alla quale il Comune rimborsava poi i periodi in cui svolgeva la sua attività di consigliere. Per lo stesso motivo sono indagati anche Antonio Amendola, per l'assunzione fittizia del fratello Andrea, Sabrina Scarfone che avrebbe fatto lo stesso con il consigliere Consolante, e Salvatore La Rosa, per l'assunzione di Sergio Costanzo. Anche in questi casi, il Comune avrebbe rimborsato le assenze dal lavoro dei tre consiglieri per il tempo impegnato nell'attività istituzionale.

      "Sono provato, rammaricato e dispiaciuto per la mia città. Ognuno saprà difendersi nelle sedi opportune però oggi più che mai Catanzaro non meritava tutto questo. Faccio politica per passione e non per bisogno e quello che è accaduto mi rattrista molto". A dirlo Roberto Guerriero, uno dei 4 consiglieri comunali di Catanzaro non indagati nell'inchiesta della Procura sui rimborsi per false sedute di commissione. Guerriero, della lista Socialisti e democratici con Mottola D'Amato, è componente delle commissioni due e cinque, ma già da oltre un anno non vi partecipava per scelta politica, annunciata in consiglio, non ritenendo le commissioni "qualificate e qualificanti. Non mi piaceva il contesto che si era venuto a creare".

      "Ho appreso del provvedimento giudiziario notificato ai colleghi consiglieri e, non conoscendo nel dettaglio i contenuti delle indagini, tengo a precisare il profondo rispetto e la massima fiducia nei confronti degli Organi inquirenti. Allo stesso tempo, non posso che sottolineare la stima che nutro nei confronti dei consiglieri comunali ai quali è stato notificato l'avviso: ho avuto modo di conoscere e apprezzarne l'impegno istituzionale, chi in maggioranza, chi dall'opposizione, di ognuno di loro". Lo afferma il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Marco Polimeni. "Sono certo, avendo piena contezza dello svolgimento delle commissioni consiliari - prosegue - che gli amministratori coinvolti sapranno chiarire individualmente, nelle sedi opportune, la propria posizione. Essendo un avviso di conclusione indagini quello notificato ai 29 consiglieri, dunque il primo passaggio di un sistema giudiziario assolutamente garantista, mi riservo, in qualità di presidente dell'assemblea, di mettere in atto i più opportuni approfondimenti e confronti con gli stessi consiglieri nell'interesse del Comune che, in questi anni, ha portato avanti progetti e iniziative mirate allo sviluppo della città capoluogo".

      "Oggi più che mai siamo sereni e contenti che si facciano indagini sulle attività dei consiglieri comunali, perché chi opera nella pubblica amministrazione deve essere trasparente e disponibile al controllo". Lo affermano in una dichiarazione i consiglieri comunali di Catanzaro Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco, tra gli indagati nell'inchiesta della Procura su presunte irregolarità nel pagamento dei gettoni di presenza per la partecipazione alle riunioni di commissione. "Da uomini di diritto - proseguono - abbiamo fiducia nella magistratura e siamo convinti che saprà chiarire ogni singola posizione. Noi non abbiamo nulla da nascondere. Chiederemo di essere ascoltati al più presto nelle sedi competenti al fine di chiarire ogni singolo dubbio. Non abbiamo ancora potuto visionare gli atti processuali, ma allo stato oggetto di contestazione sarebbe la corresponsione di 192 e di 225 euro. Noi abbiamo partecipato con passione e dedizione alle attività delle Commissioni consiliari, compatibilmente con i nostri impegni di lavoro, e non possiamo accettare nessuna ombra sulla nostra condotta e sul nostro impegno disinteressato al servizio della città".

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