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      Decapitati i vertici della cosca Mancuso, preso braccio armato

       

       

      Decapitati i vertici della cosca Mancuso, preso braccio armato

      12 apr 19 É in corso un'operazione della Polizia di Stato di Vibo Valentia e dello Sco, sotto le direttive della Dda di Catanzaro, contro la cosca di 'ndrangheta dei Mancuso. Decapitati, con alcuni arresti, i vertici del gruppo criminale, considerato tra i più influenti della criminalità organizzata calabrese. Tra le persone coinvolte nell'operazione della Polizia contro la cosca Mancuso della 'ndrangheta c'é anche Cosmo Mancuso, di 70 anni, considerato il capo del gruppo criminale. Mancuso é detenuto nel carcere di Prato.

      Preso braccio armato

      É considerato il "braccio armato" della cosca Mancuso Salvatore Poito, di 55 anni, arrestato stamattina dalla Polizia nell'operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. Poito, secondo gli inquirenti, é al vertice della cosca La Rosa della 'ndrangheta, alleata con i Mancuso. Salvatore Poito ha precedenti per associazione mafiosa, usura, estorsione e favoreggiamento.

      Arresto di Milano è narcotrafficante

      La persona arrestata a Milano nell'ambito dell'operazione "Errore fatale" della Polizia contro la cosca Mancuso é Antonio Prenesti, di 53 anni, detto "Mussu stortu" (muso storto). Prenesti é considerato un trafficante internazionale di droga ed ha precedenti per associazione mafiosa. Già destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'operazione "Dinasty" del 2003, diretta dalla Dda di Catanzaro, Prenesti riuscì a sottrarsi in quell'occasione all'arresto e restò latitante fino al 2010, anno in cui fu arrestato. Successivamente l'uomo riuscì ad ottenere la scarcerazione e rientrò nei ranghi operativi della cosca Mancuso. La Polizia sta svolgendo adesso indagini per accertare i motivi per i quali Antonio Prenesti si trovasse a Milano e quale ruolo svolgesse nel capoluogo lombardo nell'ambito delle attività criminali della cosca Mancuso.

      Questore "Colpo al cuore della cosca Mancuso"

      "Sono fiero di essere il Questore di Vibo Valentia perché qui ci sono risorse per lavorare. L'operazione di oggi, pochi giorni dopo quella che ha smantellato la cosca dei 'Piscopisani', colpisce il cuore dei Mancuso". Lo ha detto il Questore di Vibo Valentia, Andrea Grassi, all'inizio della conferenza stampa sull'operazione "Errore fatale" contro la cosca di 'ndrangheta dei Mancuso. "Tutto questo - ha aggiunto il questore Grassi - grazie agli uomini ed alle donne della Polizia di Vibo Valentia e di Catanzaro e dello Sco. E grazie alla Procura antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri".

      Gratteri: adesso Dda credibile, gente parli

      "L'operazione di oggi non è importante solo per lo spessore criminale degli arrestati, ma anche per la nostra credibilità nei confronti della gente. Oggi diciamo, con i fatti, ai vibonesi, e non solo a loro, che non hanno più alibi e che se vogliono parlare sanno con chi farlo perché noi ci siamo". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa sull'operazione "Errore fatale" della Polizia di Stato contro la cosca Mancuso. «Riuscire a riesumare un omicidio del 2003, portarlo in dibattimento per poi chiedere l'ergastolo contro esponenti di primo piano di una delle maggiori cosche d'Italia - ha aggiunto Gratteri - non è una cosa da nulla perché si ragiona per ore. Oggi abbiamo un modello giudiziario ed investigativo vincente perché frutto di una squadra che riesce in modo sistematico a studiare un territorio in modo scientifico, guardando non solo l'attualità ma anche e soprattutto atti, informative, risultati che negli anni passati non sono stati attentamente valorizzati, studiati e messi in ordine. E questo al fine di contestare il reato di omicidio a persone che rappresentano i vertici della famiglia mafiosa più importante, che comanda lo stesso 'respiro', direi il 'battito cardiaco' non solo di Vibo Valentia. Una famiglia che ha esteso la sua influenza sul territorio nazionale e in Sud America". "In passato - ha detto ancora il Procuratore di Catanzaro - le emergenze investigative non sono state valorizzate per mancanza di coordinamento, di coraggio, di visione del fenomeno. Non basta svolgere il 'compitino' perché altrimenti al posto di un magistrato ci può stare un geometra, che tra l'altro costa meno. Bisogna essere presenti 24 ore al giorno. La Direzione distrettuale antimafia ha chiesto di rivalutare una serie di atti relativi all'omicidio di Francesco Mancuso ed al tentato omicidio di Raffaele Fiamingo, avvenuti nel 2003. Abbiamo proceduto pertanto ad una rilettura non solo delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dei testimoni, ma anche delle intercettazioni ambientali e telefoniche".

      Scoperti autori omicidio

      Sono quattro gli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia, nell'ambito dell'operazione, denominata "Errore fatale", contro la cosca Mancuso della 'ndrangheta. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda. Le quattro persone coinvolte nell'operazione sono ritenute responsabili dell'omicidio di Raffaele Fiamingo, avvenuto a Spilinga (Vibo Valentia) nel luglio del 2003, e del tentato omicidio di Francesco Mancuso. Quasi 50 uomini della Polizia stanno eseguendo arresti e perquisizioni a Vibo Valentia, Milano e Prato.

      Scoperta faida interna

      Le attività d'indagine, eseguite dai poliziotti delle Squadre mobili di Vibo Valentia e Catanzaro, coordinate dal Servizio centrale operativo e supportate anche da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, hanno permesso di accertare l'esistenza di una faida interna nella cosca Mancuso. Si é scoperto che l'omicidio di Francesco Mancuso era maturato per contrasti insorti nella gestione delle attività criminali tra i componenti della famiglia Mancuso, ed in particolare tra la fazione capeggiata da Ciccio Mancuso, alias "Tabacco", e quella guidata da Cosmo Mancuso, alias "Michele".

      Un aresto eseguito a Milano

      E' stato eseguito a Milano uno dei quattro arresti della Polizia di Stato di Vibo Valentia e dello Sco nell'ambito dell'operazione "Errore fatale" contro la cosca Mancuso della 'ndrangheta. Gli altri arresti sono stati eseguiti, secondo quanto si é appreso, in due centri del Vibonese, Tropea e Zungri, ed hanno riguardato esponenti di vertice della cosca Mancuso. Sono in corso, inoltre, numerose perquisizioni nelle abitazioni ed in altri locali di pertinenza delle persone coinvolte nell'operazione.

      C'è chi tentò di portare statua Madonna

      C'é anche Giuseppe Accorinti, di 60 anni, il presunto affiliato alla 'ndrangheta che il 5 agosto dello scorso anno, a Zungri, tentò di infilarsi tra i portatori della statua della "Madonna della Neve", Santa patrona del centro del Vibonese, tra i quattro arrestati dell'operazione "Errore fatale" eseguita stamattina dalla Polizia a Vibo Valentia. Accorinti, detto "Peppone", con precedenti per associazione mafiosa, estorsione, lesioni e violenza sessuale, é considerato dagli inquirenti l'uomo dei Mancuso a Zungri. All'epoca dell'episodio era sottoposto alla sorveglianza speciale. La sua presenza abusiva tra i portatori della "Madonna della Neve" fu segnalata da alcuni cittadini ai carabinieri, che sospesero la processione e bloccarono l'uomo, conducendolo in caserma. La processione, dopo l'allontanamento di Accorinti, riprese regolarmente.

       

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