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      Inchiesta Libro nero, consigliere Romeo risponde al Gip

       

       

      Inchiesta Libro nero, consigliere Romeo risponde al Gip

      03 ago 19 Il consigliere del Pd Sebi Romeo, ai domiciliari con l'accusa di tentata corruzione nell'ambito dell'operazione "Libro Nero", ha risposto alle domande del gip del Tribunale di Reggio Calabria Domenico Armaleo negando le accuse che gli sono state rivolte. Romeo, in particolare, ha escluso di avere promesso alcunché al maresciallo della Guardia di finanza Francesco. Il capogruppo del Pd alla Regione Calabria, ora sospeso dal partito, secondo quanto emerso dall'indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria avrebbe avvicinato ed incontrato di persona l'esponente politico allo scopo di rivelargli notizie riservate su attività di indagine che lo riguardavano, in cambio di favori personali. Il difensore di Romeo, l'avv. Natale Polimeni, ha presentato un'istanza di revoca della misura cautelare. Romeo, arrestato contestualmente nell'inchiesta contro la cosca Libri, come ha tenuto a specificare il procuratore Giovanni Bombardieri, non ha niente a che fare con i Libri.

      Legale Rome: mai incontrato maresciallo finanza

      "Il consigliere regionale Sebi Romeo è stato ascoltato ieri dai Pm della Procura di Reggio Calabria per l'interrogatorio relativo all'accusa di tentata corruzione. Il teorema accusatorio iniziale con cui veniva accusato di corruzione è stato sminuito nella sua portata dallo stesso Giudice per le indagini preliminari che lo ha riqualificato giuridicamente in tentata corruzione. Sebi Romeo, prendendo atto delle accuse a suo carico, unitamente alla difesa, ha spiegato la sua posizione sui fatti contestati, smentendo risolutamente qualunque richiesta corruttiva da parte sua al maresciallo della Guardia di finanzia ed escludendo che con costui si sia incontrato". E' quanto afferma, in una dichiarazione, l'avvocato Natale Polimeni, legale del consigliere regionale del Pd ai domiciliari nell'ambito dell'operazione "Libro Nero". "Pur non potendosi considerare mercimonio della funzione pubblica aver, eventualmente, espresso la possibilità di segnalare chiunque presso una qualche ditta privata - prosegue l'avv. Polimeni - durante l'interrogatorio è emerso che non vi è alcuna prova che Sebi Romeo abbia tenuto comportamenti utili a configurare tale reato, né con il maresciallo né con altri. Inoltre, precisiamo che non vi è prova alcuna che Sebi Romeo abbia chiesto di avere notizie sulla sua posizione giudiziaria ad un rappresentante delle forze dell'ordine e manca qualunque riscontro sull'attività che lo stesso rappresentante avrebbe svolto in quanto non è stata effettuata alcuna verifica sui computer in uso a costui e dell'incontro che ipoteticamente si sostiene sia avvenuto. L'ufficio difensivo ha inteso presentare un'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare coercitiva. Sebi Romeo, come ha tenuto a specificare il procuratore Bombardieri, non ha alcun legame con reati di associazione a delinquere"

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