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      Mons. Oliva "Reagire alla presenza invasiva delle cosche"

       

      Mons. Oliva "Reagire alla presenza invasiva delle cosche"

      17 mar 18 "Ancora una volta, dopo il caso relativo alla costruzione della sede Caritas diocesana 'Santa Marta', apprendo dalla stampa che anche sui lavori di restauro dell'episcopio è stato estorto il pagamento di una tangente da parte delle cosche mafiose locali. E' una notizia che conferma la presenza invasiva della mafia nel nostro territorio". Lo afferma il vescovo di Locri Gerace mons. Francesco Oliva in merito a quanto riportato da Gazzetta del Sud in un articolo nel quale si parla del verbale di interrogatorio di un imprenditore agli atti dell'inchiesta Mandamento Ionico condotta lo scorso anno contro le cosche del versante ionico reggino. "Appare chiaro - prosegue il presule - che essa continua ad agire e a coltivare illegalmente i suoi loschi affari, condiziona l'economia locale ed impedisce lo sviluppo del territorio. Solo perché uccide di meno non si dica che non esiste. C'è una 'pax mafiosa' fra le cosche locali che fa lo stesso tanto male, che colpendo le imprese danneggia l'economia del nostro territorio e toglie speranza ai nostri giovani costringendoli ad emigrare. Occorre una reazione forte. Non si può restare in silenzio. L'omertà e la complicità sono nemici del bene comune. Ancora manca il coraggio della denuncia. Molte imprese non hanno tale coraggio non intendendo mettere a rischio le proprie possibilità operative. Ma tutta la società deve reagire di fronte al fenomeno estorsivo del pizzo. La curia come ente committente di tali lavori si sente danneggiata ed è pronta a reagire per come può sentendosi parte lesa. E' risaputo che la nostra povera economia è terribilmente condizionata dai maggiori costi di un'opera dovuti alle frequenti estorsioni". "Un plauso - conclude mons. Oliva - alle forze dell'ordine e alla magistratura che con i loro mezzi investigativi riescono a far emergere il marcio di un'organizzazione criminale che fa attorno a sé il deserto, creando ancora tanta sudditanza psicologica e asservendo la povera gente. Troviamo il coraggio di reagire denunziando chi si rende responsabile di tali atti estorsivi"

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