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      Inchiesta "Calabresi nel mondo", indagato Galati, sequestrati beni per 200mila euro

       

      L'immobile sequestrato dai carabinieri durante l'operazione. Nel riquadro Galati

       

      Inchiesta "Calabresi nel mondo", indagato Galati, sequestrati beni per 200mila euro

      15 mar 18 I fondi della fondazione in house della Regione Calabria "Calabresi nel mondo" sarebbero stati distratti per altri usi mettendo in luce una gestione clientelare. Così recita l'accusa della procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che questa mattina ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di oltre 200mila euro (la richiesta della Procura era di sequestri per oltre 1,2 milioni di euro) eseguito dai carabinieri del  nucleo investigativo carabinieri di Catanzaro, coadiuvato dai colleghi dei Comandi locali a Catanzaro, Lamezia Terme e Roma. Indagati sono l'ex presidente della Fondazione, l'ex deputato Giuseppe Galati, e i segretari generali Giuseppe Antonio Bianco, dirigente della Regione Calabria, e Mariangela Cairo. Per loro l'accusa a vario titolo è di abuso d’ufficio, falsità ideologica e peculato. Secondo gli inquirenti i fondi destinati alla Fondazione sarebbero stati distratti ed utilizzati ad altri usi. Non solo. L'inchiesta, inoltre, avrebbe evidenziato una gestione clientelare delle assunzioni ma anche la violazione dello statuto della Fondazione nella parte in cui prevedeva la gatuità degli incarichi del presidente con la corresponsione di emolumenti e senza il vaglio della Giunta Regionale. Inoltre le indagini hanno evidenziato come a Roma stata fatta una illecita locazione di un locale a Roma - è l'accusa mossa a Galati - a soli fini clienterali con l'illecita assunzione di un considerevole numero di persone atta ad allargare -scrive il gip- il proprio bacino elettorale. Le indagini, che si inquadrano nell’ambito dell’attività volta al contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, avrebbero permesso di acclarare la responsabilità dei tre in merito alla distrazione di fondi comunitari destinati alla Fondazione “Calabresi nel mondo” attualmente sottoposta a procedura di liquidazione, nonché  individuare l’illecita locazione di un locale avente sede a Roma. Il gip, infine, ha accolto la richiesta di sequestro beni in relazione a somme che Galati e Bianco avrebbero percepito illecitamente (141 mila euro Galati e 62 mila Bianco) attribuendosi incarichi per figure professionali non necessarie alla Fondazione. Galati e Mariangela Cairo, inoltre, sono indagati per l'affitto a Roma di un locale.

      M5S: confermate nostre denunce. "Conferma la bontà della nostra battaglia politica la notizia del sequestro preventivo nei confronti dell'ex parlamentare Giuseppe Galati ed altri, nell'inchiesta sulla distrazione di fondi comunitari destinati alla Fondazione Calabresi nel mondo, coordinata dalla Procura catanzarese guidata da Nicola Gratteri". Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Giuseppe d'Ippolito. "In più occasioni, anche nell'ultima campagna elettorale - prosegue - avevamo posto l'attenzione sulla storia della Fondazione Calabresi nel mondo, difendendo i lavoratori e accusando tutta una rete politica legata a Galati. La giustizia farà il suo corso. Intanto il Movimento 5stelle ha dal canto suo denunciato la pericolosità politica di soggetti, come Galati, che per fortuna sono stati bocciati dagli elettori e che dunque non possono utilizzare l'immunità parlamentare. In Calabria la denuncia politica e il controllo di magistratura e forze dell'ordine devono camminare di pari passo, nella loro indipendenza. C'è la necessità di indagare sempre più a fondo sugli atti amministrativi e sulle eventuali pressioni degli esponenti politici". "Grazie agli sforzi dei magistrati, all'impegno di una politica sana e alla consapevolezza dei cittadini - conclude d'Ippolito - in Calabria si sta aggredendo un sistema di potere che ha privato la comunità di risorse e beni pubblici, che per anni ha condizionato il voto e, soprattutto, che ha prodotto diseguaglianze, disservizi ed emigrazione. Siamo sulla buona strada, ma serviranno strumenti normativi e mezzi più forti, argomento di cui dovrà occuparsi la nuova commissione parlamentare Antimafia, che dovrà guardare con maggiore profondità alla gestione amministrativa calabrese".

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