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      Operazione dei CC in Calabria, 21 arresti

       

       

      Operazione dei CC in Calabria, 21 arresti

      15 mag 18 É in corso un'operazione dei carabinieri di Crotone, che stanno eseguendo, in vari comuni della provincia e nelle case circondariali di Catanzaro e Cosenza, con notifiche del provvedimento restrittivo a persone già detenute, un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro, su richiesta della Dda, nei confronti di 21 persone. Le persone coinvolte nell'operazione sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illecite di droga e ricettazione. Oggetto di quest'ultimo reato un giubbotto antiproiettile provento di furto a danni di un istituto di vigilanza di Corigliano Calabro (Cosenza).

      La custodia cautelare in carcere e' stata applicata nei confronti di Mario Cimino, 35 anni, di Crotone; Francesco Crugliano, 47 anni, di Crotone; Antonio De Biase, 48 anni, di Crotone; Giuseppe Feroleto, 30 anni, di Crotone; Antonio Gaetano, 36 anni, di Crotone; Ferdinando La Forgia, 30 anni, di Crotone; Pantaleone Laratta, 30 anni, di Crotone; Gaetano Manica, 31 anni, di Crotone; Fabio Marino, 27 anni, di Crotone; Luigi Marino, 30 anni, di Crotone; Antonio Martino, 39 anni, di Crotone; Francesco Martino, 27 anni, di Crotone; Giancarlo Perri, 28 anni, di Crotone; Francesco Ruggiero, 35 anni, di Crotone; Pasquale Torromino, 49 anni, di Crotone. Sono stati posti agli arresti domiciliari Stefano Giuffrida, 46 anni, di Lipari (Me), Alexandro Laratta, 27 anni, di Crotone; Ferdinando Marchio, 35 anni, di Crotone; Pasquale Marino, 29 anni, di Crotone; Marco Pignalosa, 32 anni, di Crotone. Obbligo di presentazione alla pg per R.P., 28enne di Crotone.

      La droga nascosta nella frutta. "Fructorum": é questo il nome dell'operazione dei carabinieri di Crotone che oggi, con l'esecuzione di 21 arresti (15 in carcere e sei ai domiciliari), ha consentito di sgominare un'organizzazione dedita al traffico di stupefacenti e composta per lo più da venditori ambulanti di frutta e verdura. "Un gruppo esperto - ha detto, in conferenza stampa, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri - che riusciva a spacciare nella città di Crotone chili di cocaina, marijuana ed eroina". Le indagini, avviate nel 2014, hanno rivelato come l'organizzazione riuscisse a rifornirsi della droga sia nella zona di Gioia Tauro che nella periferia sud di Catanzaro. Il procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, ha rilevato come i membri dell'organizzazione riuscissero a svolgere ugualmente l'attività di spaccio di droga nonostante si trovassero agli arresti domiciliari o fossero sottoposti alla misura della sorveglianza speciale. Un componente di spicco dell'organizzazione già detenuto riusciva a inviare ordini ai complici "attraverso la telefonata periodica con i familiari cui aveva diritto. Un'organizzazione che riusciva a trasportare la sostanza stupefacente fino alle Isole Eolie attraverso un autotrasportatore siciliano". Secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, "l'operazione rappresenta l'ennesima dimostrazione dell'attenzione che la Dda riserva al territorio crotonese, un'area in cui la presenza della 'ndrangheta è capillare". "Continuiamo a ripulire il territorio", ha sostenuto il Comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, tenente colonnello Alessandro Colella. Gli associati addirittura, ha rivelato il maggiore Claudio Martino, "controllavano le forze dell'ordine temendo un'imminente retata. Se notavano durante la notte qualche pattuglia, si organizzavano con ronde notturne che facevano la spola tra le sedi delle forze dell'ordine in modo da verificare se vi fosse qualche operazione imminente. E qualcuno era pronto a fuggire per evitare l'arresto"

      Le direttive dal carcere. I vertici dell'organizzazione criminale di Crotone disarticolata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro "riuscivano a comunicare con i propri sodali anche dal carcere". Il particolare e' emerso dalla conferenza stampa degli investigatori sull'esito dell'operazione "Fructorum" condotta dai carabinieri, che, su disposizione della Procura antimafia di Catanzaro, hanno sgominato un'organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti nel territorio di Crotone. Il sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Capomolla, ha rivelato che "il capo del gruppo criminale, utilizzando un espediente banale, riusciva a parlare con gli altri associati e a dare disposizioni su come gestire il traffico di droga approfittando della telefonata ai familiari cui aveva diritto: quando chiamava la consorte - ha sostenuto il magistrato - in realta' parlava con i sodali nel frattempo convenuti a casa. E questo avveniva con una certa sistematicita'. Lo stesso riuscivano a fare i componenti dell'organizzazione che si trovavano ai domiciliari. Si tratta - ha commentato infine Capomolla - di un fatto che desta un certo allarme, perche' dimostra che la nostra vigilanza rischia di non essere mai sufficiente e quindi bisogna potenziarla".

      Gratteri: Sodalizio criminale organizzato. Scaltri al punto da riuscire a comunicare anche dal carcere, attenti al punto da restare in silenzio per ore durante un trasporto di sostanze stupefacenti e di predisporre ronde notturne per verificare i movimenti delle forze dell'ordine, e infine senza scrupoli al punto da utilizzare anche le donne nei loro affari illeciti. Secondo il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, "aveva modalita' operative di buon livello" l'organizzazione criminale che i carabinieri di Crotone hanno sgominato con l'operazione "Fructorum", che ha portato all'arresto di 21 persone con l'accusa di associazione finalizzata al traffico di droga (marijuana, cocaina ed eroina), detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di munizioni e ricettazione di un giubbotto antiproiettile rubato a un istituto di vigilanza di Corigliano. I dettagli dell'operazione, che prende il nome dal fatto che alcuni degli arrestati sono venditori ambulanti di frutta e verdura, sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, oltre al procuratore Gratteri, i sostituti procuratori Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla, il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, Alessandro Colella, e il comandante della Compagnia dei carabinieri di Crotone, Claudio Martino. Luberto ha delineato la struttura organizzativa del sodalizio, che - ha spiegato - "operava nel territorio di Crotone e si approvvigionava utilizzando canali del Reggino, in particolare a Cinquefrondi nella Piana di Gioia Tauro, e da Catanzaro Lido", con un capillare controllo del territorio di riferimento, la piazza crotonese, visto che in una sola serata l'organizzazione era capace di smerciare fino a 20 chili di stupefacente. L'organizzazione - e' stato poi rilevato dagli investigatori nel corso della conferenza stampa - irradiava la sua attivita' anche oltre i confini regionali, arrivando a esportare la droga anche in Sicilia, in particolare nell'arcipelago delle Eolie, e curando i trasporti fin nei minimi dettagli: i carabinieri hanno infatti accertato che, per paura di essere intercettati, durante i viaggi gli esponenti del gruppo criminale riuscivano a restare in silenzio anche per due ore, e inoltre spesso ricorrevano a vere e propri "staffette" di auto. Coinvolte a pieno titolo nelle logiche criminali erano anche le donne dell'organizzazione, spesso utilizzate per trasportare o nascondere la droga in modo da sfuggire ai controlli e anche alle perquisizioni domiciliari. Tutte le precauzioni poi - ha riferito il comandante provinciale dell'Arma di Crotone, Colella - venivano adottate dal sodalizio criminale nelle comunicazioni interne al gruppo: "La droga - ha spiegato l'ufficiale dei carabinieri - veniva infatti chiamata con nomi di frutta e verdura e a seconda del quantitativo, nel senso che quando parlavano di patate significava che si trattava di un grosso carico, se parlavano di fragole invece di un piccolo quantitativo, a conferma della scaltrezza e dello spessore criminale di questo gruppo, del resto comprovato dal fatto che ben 15 degli arrestati erano gia' noti alle forze dell'ordine". Inoltre - ha aggiunto il comandante della Compagnia dei carabinieri di Crotone - "abbiamo riscontrato come gli associati ragionassero in termini di economia reale, perche', quando sulla piazza crotonese scarseggiava lo stupefacente, intensificavano ancora di piu' gli sforzi per trovare altri canali di approvvigionamento e garantirsi maggiori guadagni". L'"humus" nel quale si muoveva l'organizzazione disarticolata con l'operazione odierna, partita nel 2014, era comunque un contesto 'ndranghetistico, come ha evidenziato il sostituto Capomolla: "Tra gli associati a un certo punto non sono mancati momenti di conflitto e di tensione, che poi venivano appianati secondo dinamiche tipiche delle organizzazioni mafiose, perche' comunque - ha rimarcato il magistrato della Dda - questo gruppo aveva contatti con le cosche del territorio e quindi da queste traevano una sorta di legittimazione a operare". Nel complesso - ha poi aggiunto il procuratore Gratteri - "abbiamo colpito un'organizzazione che aveva modalita' operative di buon livello, e l'abbiamo colpita con un'ottima indagine". Un'indagine che - ha concluso il sostituto Luberto - "ci consente di segnare un punto importante sul territorio crotonese dopo che con altre inchieste abbiamo colpito le consorterie di Isola Capo Rizzuto e di Ciro'".

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