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      Commercialista sotto protezione aggredito dalla ndrangheta

       

       

      Commercialista sotto protezione aggredito dalla ndrangheta

      08 mag 18 Calci e pugni ad un collaboratore di giustizia mentre stava rientrando a casa, in una località protetta. Un agguato che ha portato al grave ferimento di Paolo Signifredi, 53 anni di Baganzola di Parma, commercialista ritenuto dagli investigatori vicino al boss di 'Ndrangheta Nicolino Grande Aracri. L'episodio, di cui danno notizia alcuni quotidiani e che viene confermato dal legale del pentito, Maria Teresa Pergolari, risale al 18 aprile, quando tre uomini lo hanno picchiato. Subito dopo sono scattate le minacce: "Quando ti riprendi rettifica tutte le dichiarazioni che hai fatto", avrebbero detto. Il pestaggio è emerso ieri, durante l'udienza a Reggio Emilia del processo su una frode fiscale da 130 milioni di euro, che ha come imputato Massimo Ciancimino, figlio di Vito, ex sindaco di Palermo. Il 53enne, in passato ex patron del Brescello calcio, testimone nel processo di 'Ndrangheta 'Aemilia' e già condannato nel procedimento gemello 'Pesci' a Brescia, cominciò a collaborare nell'agosto 2015. Proprio ieri il processo di Reggio Emilia sarebbe dovuto andare a sentenza, ma l'avvocato del pentito ha depositato un certificato medico che attesta le fratture di Signifredi, per le quali i medici hanno formulato una prognosi di 30 giorni. "Il mio assistito non ha riconosciuto i suoi aggressori - ha spiegato l'avvocato Pergolari, - ora ho chiesto che nella prossima udienza possa rendere dichiarazioni spontanee, questa volta in videoconferenza, per raccontare ciò che gli è accaduto". Sull'identità degli aggressori sono in corso accertamenti da parte della Procura della località protetta dove si trovava.

      De Raho: Fatto grave. "È molto grave si sia verificato un episodio di questo tipo, lo Stato ha il dovere di garantire la sicurezza di chi collabora, dei testimoni di giustizia e di chi ha dimostrato la propria vicinanza con la denuncia. Bisognerà comprendere come ciò sia avvenuto, diverse invece sono le modalità attraverso le quali si garantisce l'incolumità a chi è vicino allo Stato e collabora". Così Federico De Raho, procuratore nazionale antimafia, ha commentato a margine dell'incontro con gli studenti a Palermo l'aggressione ai danni del collaboratore di giustizia della 'Ndrangheta mentre era nella località protetta.

      Libera: Stato deve proteggere pentiti. "Queste cose non devono succedere, è un fatto grave. Lo Stato deve sempre garantire la sicurezza di chi collabora con la giustizia, perché in questo modo si scoraggiano le mafie". E' il commento dell'avvocato Enza Rando, responsabile legale di Libera, raggiunta telefonicamente per un commento alla notizia del pestaggio ai danni del pentito di 'ndrangheta Paolo Signifredi, avvenuto mentre si trovava davanti casa, nella località protetta assegnatagli dallo Stato. "Sicuramente è stato un messaggio chiaro, perché in alcuni processi anche le sue dichiarazioni sono state determinanti. Il collaboratore di giustizia, che dopo aver sbagliato si è ravveduto, rappresenta la forza dello Stato - ha aggiunto Rando, che assiste l'associazione nei processi in cui si costituisce parte civile contro la criminalità organizzata, ad esempio nei vari filoni di 'Aemilia' - e la debolezza delle mafie".

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