NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Blitz dei CC nel crotonese, 11 arresti

       

       

      Blitz dei CC nel crotonese, 11 arresti

      30 lug 18 I carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro stanno eseguendo nella zona di Roccabernarda, nel crotonese, un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda, nei confronti di 11 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d'ufficio, vari danneggiamenti e uccisione di animali.

      Undici ordinanze di custodia cautelare in carcere, 10 delle quali eseguite, e quattro denunce, per complessivi 15 indagati. Sono i numeri dell'operazione"Trigarium" con cui i carabinieri della Compagna di Petilia Policastro, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno disarticolato una cosca di 'ndrangheta attiva a Roccabernarda, nel Crotonese. In manette sono finiti Antonio Santo Bagnato (50 anni), Giuseppe Bagnato (31), Maurizio Bilotta (37), Antonio Cianflone (47), Domenico Iaquinta (37), Gianluca Lonetto (34), Antonio Marrazzo (53), Michele Marrazzo (33), Mario Riccio (68), Emanuele Valenti Carcea (33): un undicesimo indagato destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere e' ricercato all'estero. Le accuse nei confronti degli indagati vanno dall'associazione mafiosa di tipo 'ndranghetistico, all'omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione, falsita' ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d'ufficio e vari danneggiamenti e uccisioni di animali.

      Svelata locale di Roccabernarda. "Grazie a questa indagine abbiamo scoperto che a Roccabernarda esiste un 'locale' di 'ndrangheta". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa sugli arresti eseguiti nel corso di un'operazione dei carabinieri che ha svelato anche gli autori dell'omicidio di Rocco Castiglione e del tentato omicidio di suo fratello Raffaele. L'indagine che ha portato agli arresti di oggi è partita proprio a seguito dell'omicidio Castiglione, avvenuto il 31 maggio del 2014 in un agguato nelle campagne di Roccabernarda. "Avere un 'locale' - ha aggiunto Gratteri - vuol dire avere una rappresentanza nel 'gotha' della 'ndrangheta. Come accade sempre più spesso, anche in questa inchiesta emergono i rapporti con la pubblica amministrazione". In particolare sarebbe emerso il rapporto di un assessore comunale e di un dipendente dell'Ufficio tecnico comunale con il reggente della cosca Antonio Bagnato". Di "criminalità brutale" ha parlato il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto. "Una criminalità - ha aggiunto - che per intimidire le persone era capace anche di uccidere i loro maiali, fonte di sostentamento per molti". In riferimento all'omicidio di Rocco Castiglione il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, colonnello Alessandro Colella, ha detto che "Bagnato aveva reputato una grave offesa il fatto che la vittima si fosse rivolta al sindaco per la sistemazione di una strada senza chiedere il suo consenso". Il "locale" di Roccabernarda, ha aggiunto l'ufficiale, assumeva importanza anche per le altre cosche in quanto "su quel territorio venivano nascoste armi ma anche latitanti".

      Da 'ndrina a 'locale' a colpi di omicidi, danneggiamenti, estorsioni, infiltrazioni nella pubblica amministrazione, e persino uccisioni di animali. E' questa l'evoluzione della cosca riconducibile alla famiglia Bagnato di Roccabernarda secondo le risultanze dell'operazione 'Trigarium' con la quale i carabinieri di Crotone e Petilia Policastro, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno sgominato un'organizzazione criminale attiva a Roccabernarda, comune del Marchesato crotonese. I dettagli del blitz, che ha portato all'esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, sono stati illustrati dal procuratore Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Luberto e dai vertici dell'Arma di Crotone rappresentati dal comandante provinciale, Alessandro Colella, dal comandante del Reparto operativo, Danilo Cimicata, e dal comandante della Compagnia di Petilia Policastro, Marco D'Angelo. "Sotto il profilo numerico - spiega Gratteri - questa e' una piccola indagine. Ma per noi ha una grande importanza sul piano probatorio e anche conoscitivo e storico, perche' abbiamo scoperto l'esistenza di un 'locale' di ndrangheta, laddove fino ad adesso quello che sapevamo era che Roccabernarda era una 'ndrina distaccata del 'locale' di Petilia Policastro. E' un fatto importante perche' avere un 'locale' significa avere una rappresentanza nel Gotha della 'ndrangheta a differenza della 'ndrina, che non ha la nobilta' per discutere alla pari con altre cosche". L'inchiesta ha preso le mosse dall'omicidio di Rocco Castiglione e il tentato omicidio del fratello, Raffaele Castiglione, del maggio 2014, delitto che "ha segnato il passaggio del testimone del comando su Roccabernarda dagli stessi Castiglione ai Bagnato". A prendere le redini dell'organizzazione, in particolare, sarebbe stato Antonio Bagnato, di 50 anni. L'agguato sarebbe stato commesso con "tecniche quasi paramilitari", specificano gli inquirenti, da tre persone a volto coperto, che hanno sparato all'indirizzo della jeep dei Castiglione nei pressi del loro allevamento di cavalli. Particolare, quest'ultimo, che ha ispirato il nome dell'inchiesta, 'Trigarium', che nell'antica Roma era il luogo di addestramento equestre. Le caratteristiche della cosca diventata in questo modo egemone nel centro crotonese, osserva Luberto, "sono quelle di una 'ndrangheta ancora rurale, che crea terrore e paura sui cittadini assoggettandoli alla sua forza e che lucra su quel poco di economia che c'e' sul territorio, arrivando per esempio a numerose e brutali uccisioni di maiali e di animali finalizzate a far capire chi comanda sul territorio e la carica di intimidazione di una cosca che ha un ambito territoriale limitato ma comunque inserita nelle logiche di 'ndrangheta nella provincia di Crotone". Sotto questo aspetto, sarebbero stati accertati i contatti con le consorterie piu' potenti di Cutro e di Ciro', che si sarebbero avvalsi del 'locale' di Roccabernarda perche' controlla un territorio ideale per il nascondiglio di armi e di latitanti. Le contestazioni a carico degli indagati comprendono tutti i reati di matrice 'ndranghetistica: associazione mafiosa, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione. Ma ci sono anche quelle di falsita' ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d'ufficio. Ci sono stati infatti anche tentativi di infiltrazione della cosca nella pubblica amministrazione, dato che nell'inchiesta sono coinvolti anche un ex assessore e funzionari dell'Ufficio tecnico del Comune di Roccabernarda.

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità


Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito