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      Le mani delle cosche sull'eolico, 13 arresti, anche sindaco Cortale

       

       

      Le mani delle cosche sull'eolico, 13 arresti, anche sindaco Cortale

      12 lug 18 Ci sono il sindaco di Cortale (Catanzaro), Francesco Scalfaro, e sei imprenditori tra le 13 persone arrestate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Via col vento", coordinata dalal DDA di Reggio Calabria, che ha portato alla scoperta delle infiltrazioni della 'ndrangheta nei lavori per la realizzazione dei parchi eolici in Calabria. I carabinieri hanno anche sequestrato 6 imprese per un valore di 42 milioni di euro. Numerosi episodi estorsivi in danno delle aziende committenti dei lavori per la realizzazione di parchi eolici in Calabria, perfezionati grazie all'apporto di imprese colluse con le compagini mafiose egemoni sulle aree in cui sono state realizzate le opere sono emersi nel corso delle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. L'operazione è stata condotta in varie località del territorio nazionale. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafioso, estorsione, illecita concorrenza con violenza o minaccia e danneggiamento, aggravati dal metodo o delle finalità mafiose, e induzione indebita a dare o promettere utilità.

      Gli arresti. In carcere sono finiti Giuseppe Evalto, di 55 anni; Antonino Paviglianiti (53); Rocco Anello (57); Giuseppe Errico (64); Romeo Ielapi (46); Pantaleone Mancuso (57) e Giovanni Trapasso (70) mentre ai domiciliari: Domenico Fedele D'Agostino (60); Francesco Scalfaro(59); Riccardo Di Palma (46); Mario Fuoco Mario (67); Giovanni Giardino (46) e Mario Scognamiglio (41).

      Le indagini. Hanno fatto luce su numerosi episodi estorsivi, sia in danno delle società multinazionali impegnate nella realizzazione dei parchi (Gamesa, Vestas, Nordex) e sia delle imprese appaltatrici, non colluse, le indagini dell'operazione "Via col vento", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, e che hanno portato all'arresto di 13 persone. Dalle indagini è emerso che le aziende multinazionali, sottostavano all'imposizione del "pizzo" liquidando alle ditte segnalate da Evalto compensi per prestazioni sovrafatturate o mai eseguite mentre le imprese appaltatrici erano costrette a corrispondere una percentuale sull'importo delle opere da eseguire e, talvolta, anche a garantire l'esecuzione di lavori commissionati alle ditte mafiose, alle quali le imprese appaltanti versavano il corrispettivo economico. L'indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Calabria, che ha portato ai 13 arresti di oggi, è stata avviata nel 2012 con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo e dei Sostituti Procuratori Antonio De Bernardo (oggi alla Dda di Catanzaro), Giovanni Calamita e Antonella Crisafulli e che ha accertato la sistematica infiltrazione, da parte di alcune blasonate cosche della 'ndrangheta, nel complesso delle opere necessarie alla realizzazione dei parchi eolici nelle province di Reggio, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. In particolare è emerso il condizionamento esercitato dalle cosche "Paviglianiti" di San Lorenzo e Bagaladi, "Mancuso" di Limbadi, "Trapasso" di Cutro e "Anello" di Filadelfia. Collettore sarebbe stato Giuseppe Evalto, imprenditore del settore trasporti ritenuto affiliato al clan Mancuso. Gli impianti su cui si sono focalizzate le attenzioni degli investigatori sono quelli di Piani di Lopa-Campi di Sant'Antonio, nel reggino, il parco eolico di Amaroni (Catanzaro), San Biagio e Cutro (Crotone).

      I parchi eolici cosa loro. "I parchi eolici erano cosa loro, un network organizzato dalla ndrangheta, con il suo referente 'regolatore' inserito nel territorio e con la funzione di cerniera con le istituzioni del territorio interessato". Lo ha detto il Procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nella conferenza stampa sull'operazione "Via col vento" che ha portato all'arresto di 13 persone fra le quali il sindaco del Comune di Cortale, nel catanzarese, Francesco Scalfaro di 59 anni, posto ai domiciliari. "Le attività investigative - ha detto ancora Bombardieri - hanno permesso di documentare l'invasivo condizionamento esercitato dalle cosche di 'ndrangheta del reggino, del vibonese, del lametino e del crotonese, con estorsioni, imposizioni di forniture e trasporti delle componenti delle pale eoliche dal porto di Crotone verso ogni destinazione di cantiere per essere installate". "Le indagini dei carabinieri, avviate nel 2012 - ha sostenuto il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, titolare delle indagini - hanno fatto luce su numerosi episodi estorsivi ai danni di imprese multinazionali, che sottostavano alle richieste della 'ndrangheta. Anche in questa inchiesta, purtroppo, spunta il rappresentante di una istituzione locale, il sindaco di Cortale Francesco Scalfaro, che aveva chiesto esplicitamente all'Evalto l'assunzione di suoi tre concittadini sui cantieri ubicati nel territorio del suo comune. L'ordinanza e le indagini hanno inoltre permesso di far emergere in tutta evidenza il rapporto paritario tra l'ambasciatore della 'ndrangheta e l'amministratore pubblico, in una cornice di cointeressenza, pena, come accaduto, interventi amministrativi in grado di comportare onerosi ritardi al cronoprogramma dei lavori di impianto delle pale eoliche". "Siamo partiti da Evalto - ha spiegato il tenente colonnello Stefano Romano, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Reggio Calabria - e siamo riusciti a ricostruire uno scenario comune: multinazionali (Gamesa, Vestax, Nordex), che sottostavano alle richieste estorsive di sodalizi di 'ndrangheta di diverse realtà, che tra loro collaboravano in nome dell'interesse comune generato dall'affare delle energie alternative".

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