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      Traffico di droga stroncato a Bagnara, 10 arresti: pronti a sparare sui CC

       

       

      Traffico di droga stroncato a Bagnara, 10 arresti: pronti a sparare sui CC

      28 giu 18 Operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda, scattata questa mattina all'alba per l'esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di droga, tentato omicidio, minaccia a pubblico ufficiale, danneggiamento seguito da incendio e altri reati, con l'aggravante delle modalità mafiose. L'organizzazione sgominata, dedita al traffico di cocaina e hashish, aveva programmato di acquisire il controllo mafioso del territorio di Bagnara Calabra attraverso condotte violente e intimidazioni compiute con atti incendiari e colpi di arma da fuoco, in un'occasione anche contro la casa del comandante della Polizia locale. Numerose le intimidazioni contestate, in occasione delle quali gli indagati circolavano su automobili con armi cariche, pronti a fare fuoco nel caso avessero incontrato le vittime designate.

      Erano pronti a sparare ai Carabinieri se fossero stati intercettati nel corso dei loro traffici illeciti, pur di sfuggire all'arresto. Era pronta a tutto la banda sgominata nel Reggino dall'Arma che stamane ha arrestato 10 persone, fra cui un minorenne. Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, minaccia aggravata, danneggiamento seguito da incendio, danneggiamento, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da sparo, con l'aggravante del cosiddetto "metodo mafioso".

      Queste le accuse che hanno portato agli arresti di: Fortunato Pratico' di 39 anni, Fabio Cacciola di 42; Vincenzo Caratozzolo di 34; Antonino Leonardis di 46; Rosaro Leonardis di 71; Rocco Perrello di 50; Fabio Pratico' di 33; Domenico Scarcella di 34; Samanhta Leonardis di 38 (arresti domiciliari) ed un sedicenne, rinchiuso in un istituto minorile.

      Le indagini, condotte dalla compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, avrebbero permesso di provare l'esistenza di un sodalizio criminale composto da personaggi di Bagnara Calabra, dedito principalmente al traffico di cocaina e marijuana, che ricorrevano sistematicamente all'intimidazione violenta e armata per perseguire i loro interessi illeciti ed affermare la propria capacita' di controllo mafioso nel territorio di riferimento. Le indagini sono state avviate nel 2017 dopo che, nel pomeriggio dell'8 agosto, a Bagnara Calabra, furono sparati colpi d'arma da fuoco contro l'abitazione del comandante facente funzioni della locale Polizia municipale. Gli approfondimenti investigativi sull'episodio hanno permesso di mettere in luce una serie di reiterate condotte delittuose, altamente spregiudicate, culminate in un tentato omicidio. Con specifico riferimento all'intimidazione nei confronti del Comandante della polizia locale di Bagnara, gli accertamenti scientifici dei Carabinieri del R.I.S. di Messina e le ulteriori attivita' investigative, anche di natura tecnica, avrebbero consentito di individuare esattamente il responsabile dell'azione delittuosa in Fortunato Pratico', ricostruendo in modo dettagliato dinamica e movente. L'azione delittuosa fu decisa in relazione ad alcuni contrasti sorti nell'ambito dell'attivita' istituzionale svolta dalla Polizia locale di Bagnara e riconducibili all'attivita' di controllo svolta a carico di alcuni venditori ambulanti, i cui interessi erano solitamente perorati da altri personaggi che, pur non essendo direttamente coinvolti nelle attivita' commerciali, si erano spesso presentati, quasi fossero dei protettori, durante i controlli o negli uffici della Polizia municipale chiedendo spiegazioni sulle ragioni delle verifiche. Pratico' sarebbe al vertice del sodalizio criminale dedito allo spaccio nella "piazza" di Bagnara Calabra. Le intercettazioni, i pedinamenti e i riscontri eseguiti dai militari dell'Arma avrebbero permesso di delineare gli assetti dell'organizzazione, individuando quali promotori ed organizzatori Rocco Perrello e Fortunato Pratico' e come partecipanti Fabio Pratico', Samantha Leonardis, Vincenzo Caratozzolo, Domenico Scarcella e Fabio Cacciola, e l'operativita' del sodalizio nel traffico di droga di cocaina e marijuana fornita da trafficanti della piana di Gioia Tauro. L'epicentro del narcotraffico e' stato individuato nell'abitazione di Fortunato Pratico', luogo in cui avveniva un'intensa attivita' di spaccio che coinvolgeva anche la moglie Samantha Leonardis e il fratello Fabio. Una conferma dell'attivita' del gruppo sarebbe stata data da Perrello che, nel novembre 2017, inorgoglito, avrebbe fatto riferimento al solido patto criminale che lo legava all'amico Fortunato Pratico' e alla sua famiglia, definendo la loro associazione a delinquere piu' efficiente della "banda della Magliana". Nella disponibilita' della banda diverse armi e munizionamento. Fortunato Pratico' e gli altri indagati hanno detenuto e ripetutamente portato in luogo pubblico almeno tre fucili e una pistola semiautomatica.

      Dall'analisi delle conversazioni intercettate sarebbe emerso con che gli indagati erano soliti descrivere minuziosamente i vantaggi e gli svantaggi delle singole armi a loro disposizione, sia indicare precisamente su quali obiettivi concentrarsi e in che ordine di priorita', dicendosi pronti a sparare pur di guadagnarsi la fuga nel caso i Carabinieri li avessero sottoposti a controllo con armi o droga. Fortunato Pratico' fu arrestato, in flagranza di reato, poiche' sorpreso dai Carabinieri in possesso di un fucile "a pompa" calibro 12 con matricola abrasa, il 1 dicembre 2017.

      Dalla ricostruzione effettuata dai militari dell'Arma, poche ore prima della perquisizione l'uomo si era procurato il fucile, allontanandosi dal domicilio in cui era ristretto, armato e con il volto coperto da un passamontagna, con il preciso intento di uccidere una persona, ancora non identificata, ma comunque legata all'assassinio del cugino Francesco Catalano, avvenuta in un agguato di matrice mafiosa nel 2010 a Bagnara Calabra. Secondo gli inquirenti, l'atteggiamento aggressivo e violento di Pratico' era la cifra distintiva dell'intero sodalizio, come confermerebbero le intercettazioni. Nel novembre 2017, Perrello spiego' al suo interlocutore le modalita' utilizzate per incendiare un'autovettura il primo dicembre 2014. Gli accertamenti a suo tempo esperiti dalla polizia giudiziaria avrebbero trovato conferme nei dettagli riferiti da Perrello, fra cui l'utilizzo di una "bottiglia con la benzina fatta a bomba".

      "E' un'organizzazione che usava il metodo mafioso dimostrando una tendenza preoccupante all'uso delle armi. Ai loro occhi, il comandante della Polizia locale era 'reo' di esercitare correttamente i controlli sulle attività mercatali che si svolgono periodicamente in quel comune, non graditi agli ambulati, i quali si lamentavano con il Praticò e gli altri arrestati di quel comportamento corretto che impediva illegalità". Lo ha detto il capo della Procura distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri nel corso della conferenza stampa sugli arresti che hanno sgominato una banda dedita al traffico della droga e alle intimidazioni a Bagnara Calabra. "Abbiamo fatto la scelta di chiudere le indagini - ha aggiunto Bombardieri - poiché dalle intercettazioni emergeva un quadro davvero preoccupante in ordine anche alla manifestata volontà degli indagati di alzare il tiro persino contro gli uomini dell'Arma, 'colpevoli' ai loro occhi di esercitare i controlli di prevenzione sul territorio, fino al punto di dire chiaramente che prima o poi avrebbe fatto fuoco contro i militari". "Durante le intercettazioni - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Battaglia - il gruppo criminale parlava anche chiaramente della programmazione di un omicidio per vendicare l'assassinio di un ex sorvegliato speciale loro amico, Francesco Catalano, contiguo alla 'ndrangheta, ucciso a colpi d'arma da fuoco a Bagnara Calabra nel febbraio del 2010. Probabilmente volevano farsi strada velocemente fino a conquistare il comando del 'locale' di 'ndrangheta di Bagnara Calabra". I carabinieri di Villa San Giovanni hanno inoltre sventato un agguato ai danni di una persona non ancora individuata per una lite che avrebbe avuto con il suocero del Praticò, Rosario Leonardis. "Al momento - ha detto il comandante, capitano Giuliano Carulli - non vi sono elementi che inducano a sospetti sui contatti tra gli indagati e le cosche della 'ndrangheta preaspromontana, come quelle di Sinopoli, ma appare verosimile che la fornitura della cocaina e della marijuana possa avere alimento da quei canali ormai sperimentati".

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