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      Mamma vittima bullismo invita i ragazzi: denunciate le angherie

       

       

      Mamma vittima bullismo invita i ragazzi: denunciate le angherie

      05 feb 18 "Ragazzi, non tenetevi tutto dentro: denunciate. E voi, giudici, date delle risposte, lanciate un segnale forte contro questa piaga della società, perché la giustizia è troppo lenta". E' l' appello che lancia Francesca, la mamma di un bambino calabrese vittima dei compagni, alla vigilia della Giornata nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo in programma domani. I fatti - è detto in un comunicato dello studio di consulenza che ha seguito la vicenda - risalgono a più di due anni fa quando il bimbo di anni ne aveva nove ed era in quarta elementare". "A quell'età - racconta la madre - si dovrebbe essere spensierati, andare a scuola sereni, avere tanti amici. Mio figlio, invece, in classe non ci andava più volentieri, e tornava tutti i giorni piangendo. Era diventato il bersaglio prediletto di una banda di bulli, compagni di classe e ragazzini più grandi, dei loro dispetti, delle loro angherie e di scherzi sempre più pesanti e umilianti, come lo zainetto gettato nel cassonetto delle immondizie". La donna, percepito il malessere del figlio, si è recata nella scuola frequentata dal piccolo, ha parlato con gli insegnanti e con il preside, segnalando più volte il problema. "Mi hanno semplicemente consigliato - dice - di portare mio figlio dieci minuti dopo il suono della campanella e di venirlo a prendere dieci minuti prima, in modo da non esporlo nei momenti più problematici dell'entrata e dell'uscita: questa è stata la 'loro' soluzione". E così la situazione peggiora. "Il 27 gennaio 2016 - racconta ancora la donna - il mio bambino è stato brutalmente picchiato dopo l'uscita da scuola, nel cortile del plesso. Un pestaggio di massa perpetrato da compagni di classe ma anche da studenti delle medie che gli hanno procurato botte, contusioni, ematomi in tutto il corpo. Abbiamo dovuto portarlo al pronto soccorso e ha avuto una prognosi di oltre trenta giorni. Ma le ferite fisiche sono niente in confronto allo shock". Il bambino, non senza ostacoli e difficoltà, è stato costretto a trasferirsi in un altro plesso.

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